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Ciao a tutti! Il neo-ministro dello Sviluppo economico, il triestino Stefano Patuanelli, classe 1974, ha fatto sapere di aver convocato, per il prossimo 18 ottobre, un tavolo sul settore dell’Automotive. Sarà un tavolo che Patuanelli presiederà personalmente, “perché il settore è in una crisi sistematica a cui occorre dare risposte, tutelando anche l’indotto”.
I nostri amici di Automoto.it hanno raccolto lo spunto e individuato alcuni temi sui quali l’intervento governativo è indispensabile: il traffico congestionato e l’inquinamento, la necessità di programmare la produzione salvando l’occupazione, il peso delle varie misure sulle tasche degli italiani e così via.
Il nostro settore, quello delle moto, in questa fase soffre meno di quello auto, però colgo la palla al balzo. E dopo aver fatto nostre anche le varie istanze dei colleghi, personalmente aggiungo i punti specifici che sottoporrei volentieri al ministro e ai suoi colleghi di Governo, se mai mi invitassero tra i tecnici al famoso tavolo.
Parto da infrastrutture e sicurezza. Urgono la sistemazione delle strade, oggi in una condizione intollerabile, e la soluzione del problema guardrail. Il decreto “salvamotociclisti” di Toninelli (ne abbiamo parlato qui) ha dovuto naturalmente tener conto delle legislazioni e delle omologazioni europee; ma noi non possiamo aspettare i tempi lunghi di introduzione delle nuove protezioni, i motociclisti continuano a cadere dove ci sono i guardrail di ogni tipo, è indispensabile riprendere nel frattempo la cosiddetta “sperimentazione” e così spingere i gestori e le amministrazioni alla installazione del VR46. In secondo luogo torniamo a chiedere gli aiuti economici per l’acquisto delle protezioni personali (paraschiena e airbag) che ridurrebbero il rischio di farsi male insieme ai relativi, ed enormi, costi sociali. Siamo stati due volte a un passo dal successo e poi tutto è evaporato.
Ci metterei anche l’educazione civica e stradale. In agosto, con la crisi di governo, la legge che ne introduceva l’obbligo nelle scuole dall’ottobre 2019 è saltata e se ne riparlerà tra un anno. Ebbene, non possiamo aspettare, bisogna far presto: l’Italia è da anni impantanata in una crisi etica e morale, occorre ripartire dai ragazzi per formare una cultura della legalità, dell’ambiente e della sicurezza. Anche e soprattutto della sicurezza stradale: il numero delle nostre vittime continua purtroppo ad aumentare. E chiediamo l’incriminazione di omicidio stradale per chi sparge olio, ghiaia (e i famigerati cavi d’acciaio) sui nostri percorsi preferiti, su asfalto e no.
E’ legata alla nostra insufficiente sicurezza anche la piaga sociale dei tempi moderni: l’utilizzo dello smartphone al volante. Le pene ci sono, ma non servono a nulla senza l’intensificazione dei controlli. Datevi da fare, ministri della Repubblica: oggi le statistiche concordano sul fatto che la “distrazione” è la maggior causa degli incidenti stradali e la distrazione, per esperienza diretta, si può facilmente tradurre nel cellulare da smanettare. Cosa aspettiamo?
Infine, se avanzasse del tempo intorno al famoso tavolo, mi piacerebbe portare tutte le altre vostre richieste (qui il pezzo di Rago): la riduzione dei costi dell’assicurazione e le sanzioni alle compagnie troppo esose, la tariffa differenziata in autostrada senza inutili balzelli come l’obbligo di abbonamento al telepass, le patenti più economiche, il dimezzamento dei costi dei passaggi di proprietà e la loro semplificazione, l’aumento della velocità sulle autostrade a tre corsie e il limite minimo di velocità sulle tratte ordinarie, la possibilità di utilizzare le corsie di emergenza e quelle dei mezzi pubblici come del resto si fa da anni a Milano.
Ho dimenticato qualcosa? Sbrigatevi, prima che arrivi l’invito a tavola del ministro Patuanelli.