Ancora guai per Norton: scatta l'amministrazione controllata

Ancora guai per Norton: scatta l'amministrazione controllata
La Casa di Donington passa sotto il controllo dello Stato
31 gennaio 2020

Amministrazione controllata: due parole e un verdetto inesorabile, quello del fisco britannico, che ha messo Norton nelle mani di una sua controllata che si troverà a fronteggiare la difficile missione di evitare la liquidazione e l'interruzione definitiva delle attività.

Le prime avvisaglie dei problemi finanziari si erano avuti agli inizi del mese. Ma si sa che la Casa del Leicestershire, salita agli onori delle cronache di recente per la sua esoterica Superlight 650SS sovralimentata, non naviga in buone acque da diverso tempo.

Una situazione più o meno evidente, anche se il rientro dalla (preoccupante) scelta di rivolgersi al crowdfunding grazie al ventilato arrivo di un finanziatore sembrava essere la luce in fondo al tunnel per le vicissitudini economiche di Norton.

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Stando a quanto affermava il Leicestershire Live, i rappresentanti legali di Norton avrebbero passato la giornata dell'8 gennaio in tribunale a Londra per fronteggiare un'istanza di fallimento a seguito dei debiti accumulati. Secondo la testata britannica Stuart Garner, amministratore delegato di Norton, avrebbe dichiarato che la maggior parte del debito verrebbe coperta da rimborsi fiscali per attività di ricerca e sviluppo non ancora incassate dall'azienda di Donington Castle. 

 

Il debito iniziale di Norton verso il fisco britannico, sempre stando alla testata del Leicestershire, ammontava a circa 600.000 sterline (circa 700.000 euro al cambio attuale) ma è stato ridotto a circa la metà. Proprio per la diligenza di Norton nel rientro dal debito, il Giudice aveva concesso una proroga aggiornando la seduta al 12 febbraio.

Non è però purtroppo la prima volta che Norton si trova a fronteggiare problemi del genere. A marzo 2019 l'azienda ha dovuto difendersi da un'altra istanza di fallimento, secondo Garner semplicemente per colpa di un errore amministrativo che aveva causato un ritardo nella presentazione dei propri conti. Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi.


Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2020 e modificato il 31 gennaio 2020

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