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L’estate è ormai finita – qualcuno dirà che non è mai iniziata – e i saloni autunnali incalzano: il primo ottobre aprirà il Salone Intermot di Colonia, mentre per EICMA ci sarà da aspettare un altro mese – il 6 novembre. Già da qualche mese, di conseguenza, stanno trapelando le prime indiscrezioni (reali o pilotate da chi cerca di creare attesa) su quali saranno le novità svelate nelle due kermesse. Facciamo quindi il punto sulla situazione, per vedere cosa potrebbe arrivare a solleticarci il palato nei prossimi mesi.
Andiamo in ordine alfabetico e partiamo da BMW, la casa che presenterà, paradossalmente, meno sorprese pur introducendo in gamma o rinnovando il maggior numero di modelli di primo piano - buona parte delle novità sono state più o meno paparazzate, dandoci modo di presentare una panoramica di un certo spessore. Arriveranno infatti sicuramente la nuova R1200 R con propulsore a raffreddamento di precisione e sospensione anteriore tradizionale, sulla quale ci aspettiamo tutte le novità tecniche introdotte trasversalmente sulla gamma boxer nel 2014 – albero motore con volano appesantito, assistenza elettronica sul cambio e sospensioni attive – pur mantenendo il carattere dinamico ma allo stesso tempo elegante ed accessibile del modello attuale.
Importantissime novità anche per la gamma a quattro cilindri da 1000 cc: arriverà la crossover per la quale anche l’ultimo mistero – il nome – è stato svelato dai marchi registrati negli Stati Uniti, che riportano la più recente ipotesi S1000 RX. La base tecnica – motore e buona parte del telaio – sarà quella della naked S1000 R, con sospensioni a corsa più lunga e presumibilmente propulsore leggermente addolcito nell’erogazione per meglio adattarsi ad un impiego turistico. Voci ben informate parlano comunque di potenza e peso molto vicini a quelle della sorella naked, e non è ipotesi peregrina immaginarsi un allargamento del sistema ABS Pro (ovvero il Bosch MSC nella sua declinazione BMW) su tutta la gamma “S” per il 2015.
Gamma che dovrebbe vedere anche una profonda revisione per l’ammiraglia S1000 RR, già ritoccata nel 2012 ma sostanzialmente immutata dalla sua introduzione nel 2009. La superbike di Monaco dovrebbe cambiare un po’ nell’estetica (ma non aspettatevi rivoluzioni) probabilmente con linee un po’ più arrotondate e guadagnare le migliorie introdotte con l’HP4. Per la quale… attendiamo con ansia di sapere come BMW possa andare ancora oltre.
Proseguiamo con Ducati: la Casa di Borgo Panigale ha scelto di svelare progressivamente la sua Scrambler con un’astuta campagna marketing che centellina informazioni e immagini per la nuova fun-bike bolognese. Il debutto è stato dichiarato per Intermot, quindi nessun mistero; (ri)vedremo anche la nuova livrea per la Hypermotard SP presentata al WDW. E’ molto improbabile che però non arrivi nulla di nuovo ad EICMA, e vale la pena di ricordare come lo stesso ingegner Domenicali, nell’intervista congiunta con Ulrich Hackenberg, abbia dichiarato due nuovi modelli per il 2015.
Azzardiamo perché non possiamo fare altro: una nuova Multistrada? Pur con la revisione del 2012, in cui la maxienduro sportiva Ducati ha ricevuto l’ultima versione del Testastretta 11° addolcito con la doppia accensione e le sospensioni semiattive Skyhook, il modello è sostanzialmente immutato dal 2009 e deve vedersela con una concorrenza sempre più agguerrita e soprattutto diretta principalmente da parte delle case di lingua tedesca. Non riusciamo ad immaginarci come evolvere la versione attuale, ma è anche vero che il propulsore Superquadro è ben collaudato, essendo nato ormai da due anni…
La Casa dell’ala dorata ha tante novità che bollono in pentola, ma è tradizionalmente impaparazzabile (scusateci il neologismo) ed imperscrutabile nelle sue logiche di prodotto – principalmente perché a Tokyo sono abituati ad anticipare e plasmare il mercato, non seguirlo. Sappiamo per certo che deve arrivare la sportiva V4 che dovrebbe riparametrare completamente il segmento, ma l’impressione è che le travagliate vicende della Production Racer RCV1000R che ne dovrebbe costituire la base abbiano reso un po’ più tortuosa la sua strada dalla mente degli ingegneri fino alla produzione di serie.
Altro discorso per la nuova Africa Twin, ormai in dirittura d’arrivo. Restano tantissime incognite su questo modello (su cui Honda si gioca tantissimo) anche dopo aver svelato la parentela – giocoforza indiretta a meno di clamorosi colpi di scena, visto il nome che implica una motorizzazione bicilindrica – con la CRF ufficiale impegnata nei rally, ma i tempi dovrebbero ormai essere maturi.
Sempre restando nel campo delle probabilità vale la pena di citare la CB 300F recentemente presentata in USA e Canada: Honda ha smentito la possibilità che venga importata anche in Italia, quindi possiamo darlo per certo. Scherzi a parte, le piccole cilindrate qui godono di un periodo di relativo successo, dunque non escluderemmo la possibilità di un ripensamento a riguardo. E restiamo in attesa anche della ventilata naked da 800 cc sulla base della recentemente rinnovata VFR800F con possibili variazioni tecniche quali il telaio a traliccio e il forcellone bibraccio che il brevetto depositato lascerebbero intendere.
Ad Akashi la gamma è fra le più nuove fra le quattro giapponesi, dunque escluderemmo colpi di testa sulle supersportive tradizionali (la ZX-10R peraltro resta fra le proposte più competitive del mercato) che costituiscono la tradizionale spina dorsale della produzione Kawasaki. Pare invece in arrivo un rinnovamento per le enduro stradali Versys da 650 e 1000 cc. La prima adotterebbe le soluzioni già appannaggio delle ER-6 (a partire dal telaio, a tutt’oggi ancora l’unità in acciaio del primo modello) mentre la seconda potrebbe mutuare gli aggiornamenti tecnici apportati a Z1000 e Z1000 SX, modelli da cui deriva abbastanza da vicino. Confermata la revisione dell’estetica, tallone d’Achille delle maxienduro di Akashi sui nostri mercati.
Da non dimenticare anche il motore sovralimentato brevettato lo scorso anno e presentato al Salone di Tokyo assieme all’originale Concept J a quattro ruote: il primo darà vita a quella Ninja H2 che il comunicato Kawasaki ha appena ufficializzato come novità per Intermot. Visti i disegni del brevetto e le linee di cupolino e serbatoio, è facile ipotizzare una velocissima sport-touring sulla falsariga dell’ipersportiva (come chiamavano in UK le moto di quel segmento) ZX-12R.
A Mattighofen non dormono mai sugli allori, tanto che conosciamo già almeno una parte delle novità che verranno presentate – parliamo ovviamente della Super Adventure spinta dal 1290 cc già in dotazione alla SuperDuke, che dovrebbe stabilire nuovi riferimenti prestazionali nella categoria, ma anche della sorellina piccola 390 Adventure, nata per ampliare la gamma delle enduro Touring di Mattighofen ma anche per sfruttare ulteriormente la piattaforma Made in Bajaj di grande successo sul mercato globale.
Non crediamo che le novità siano finite qui, ma allo stesso tempo non vediamo modelli della gamma arancione che richiedano un reale rinnovamento. Proviamo a sbilanciarci nelle speculazioni: un’erede per la 990 SM-T recentemente uscita dal listino?
A Schiranna lavorano come matti sulla gamma a tre cilindri, grande successo di pubblico e di vendite, per cui fra Colonia e Milano ci aspettiamo la versione definitiva della Turismo Veloce. Notizie dei soliti ben informati parlano però di una Dragster RR, che dovrebbe rappresentare la versione non-plus-ultra della naked tricilindrica, con i consueti accessori dedicati e prezzo fuori scala, e anche di una Rivale in vestizione touring (azzardiamo un parallelo con la Ducati Hyperstrada) con cupolino rialzato e valige dedicate.
Rispettando la tradizione MV Agusta potremmo anche vedere la nuova versione dell’ammiraglia F4, confermata in fase di sviluppo per la partecipazione alla Superbike, anche se in caso quasi sicuramente in veste di prototipo.
Poche novità ipotizzabili con buon grado di sicurezza per i marchi che fanno capo al gruppo di Pontedera. Sono praticamente certi aggiornamenti tecnici – fra cui la trasmissione a sei marce – per la serie V7, ma per il resto non possiamo che affidarci a speculazioni ragionate. La base tecnica della California 1400 è troppo riuscita perché non si pensi di traghettarla su altri modelli; ci viene in mente che Stelvio e Norge sono state aggiornate nell’ormai lontano 2011 e con semplici modifiche di dettaglio.
In casa Aprilia si sta lavorando sulla RSV4 – anch’essa praticamente immutata dal 2009, salvo piccoli aggiornamenti – in vista del nuovo regolamento Superbike, ritenuto dall’ingegner Albesiano particolarmente penalizzante per il modello attuale. Difficile, se non impossibile, dire se il modello nuovo arriverà già quest’anno.
Pensando alle logiche di razionalizzazione della produzione balza all’occhio come la piattaforma 750 (Shiver e Dorsoduro) ha ormai i suoi anni e meriterebbe una revisione – e magari l’arrivo della ventilata enduro turistica. E che portare sulla Dorsoduro 1200 le evoluzioni tecniche già appannaggio della cugina Caponord non costerebbe poi forse tantissimo.
La Casa di Hamamatsu porterà al debutto la naked GSX1000S già anticipata grazie alle foto spia. Sappiamo che Suzuki sta lavorando sull’ormai datata supersportiva GSX-R, che potrebbe presentare molte somiglianze (filosofiche ed estetiche più che nella sostanza) con la MotoGP XRH-1 e sfruttarne l’effetto traino, ma difficilmente la vedremo già quest’anno anche se saremmo ben felici di venire smentiti.
Certo invece – grazie all’aggiornamento delle schede del California Air Resources Board (l’ente preposto ad omologare i mezzi a motore in California, appunto) che riportano un maggior quantitativo di idrocarburi – un aggiornamento per le piccole GSX-R da 600 e 750 cc, che saranno oggetto di un leggero affinamento tecnico sufficiente a regalargli qualche cavallo in più. Non dimentichiamoci che la GSX-R 750 nel 2015 compie 30 anni, dunque tutto è possibile – comprese versioni completamente nuove o edizioni celebrative. Attendiamo al salone anche la Concept Turbo presentata al Tokyo Motor Show, anche se pensare a ricadute stradali è sicuramente quantomeno prematuro.
Ad Hinckley stanno lavorando sulla Tiger 800, che verrà quasi sicuramente rinnovata nella sostanza: la enduro tricilindrica “piccola” è uno dei modelli di maggior successo per Triumph, ed è facile che venga dotata di assistenza elettronica e magari un restyling.
Difficile immaginare altri interventi sulla gamma, nonostante continuiamo a trovare strano che il (meraviglioso) propulsore da 1200 cc adottato da Tiger e Trophy venga confinato a questi due soli modelli. Soprattutto pensando al fatto che la trasmissione finale a cardano potrebbe venire convertita a catena con sforzo minimo, essendo stata pensata proprio per quello. Una nuova Speed Triple? In Triumph hanno più volte smentito l’ipotesi, ma è anche vero che la storica naked a tre cilindri, pur con l’aggiornamento tecnico e stilistico del 2011, inizia a sentire un po’ il peso degli anni.
La Casa dei tre diapason è nel bel mezzo di un profondo rinnovamento della propria gamma. Di certo c’è ormai l’arrivo della MT-09X – o come si chiamerà – modello crossover sulla fortunata base del tre cilindri crossplane che ha debuttato lo scorso anno e punta nemmeno troppo di nascosto ad affascinare i fan dell’ormai datata ma sempre apprezzata TDM. Altrettanto probabile va considerato il disvelo di una nuova versione di Tricity, e sarebbe quantomeno avventato escludere nuove declinazioni per la piattaforma bicilindrica MT-07.
Siamo in attesa anche dell’erede dell’attuale R1, così come di un aggiornamento per l’R6, di fatto immutata nella sostanza dall’ormai lontano 2008. Si parla infatti anche di una sportiva a tre cilindri, per la quale ci sentiremmo di escludere anche che si tratti della citata nuova Superbike (il regolamento attualmente parifica tre e quattro cilindri, rendendo poco efficace il frazionamento minore) pensando piuttosto ad un’ulteriore declinazione media della piattaforma MT in versione YZF, meno ricca di coppia e più potente in alto, per andare a contrastare Suzuki, MV Agusta e Ducati. La permanenza della R6 in configurazione invariata per il prossimo anno (ipotesi confermata dalla presenza della fiche di omologazione CARB per il 2015) potrebbe indicare un modello che affianca le sorelle da 600 o 1000 cc o semplicemente la necessità di continuare a vendere l'attuale sportiva del segmento supersport per smaltirne le scorte.