Nuova Triumph Tiger Explorer: sulle Dolomiti con la maxi di Hinckley

Nuova Triumph Tiger Explorer: sulle Dolomiti con la maxi di Hinckley
Siamo tornati in sella alla Tiger Explorer per conoscere meglio le sue doti in viaggio. L’abbiamo guidata per tre giorni sulle favolose Dolomiti. Ecco come si è comportata
3 ottobre 2012


Dopo la presentazione ufficiale e la prova svoltasi a Granada, Triumph Italia ha organizzato un tour delle Dolomiti per farci vivere l’esperienza di un viaggio più intenso e più “italiano” alla guida della nuova Tiger Explorer.
Gli ingredienti del tour sono quelli giusti: la gustosa endurona 1200 di casa Triumph, un programma di viaggio ricco di curve e paesaggi mozzafiato e non ultima la piacevole compagnia, che promette pause ricche di chiacchere dei soliti tre argomenti ossia moto, moto e sì certo, politica economica, che altro!
Partenza di mercoledì e ritorno venerdì pomeriggio: tre giorni intensi in un fine settembre dal tempo incerto, ma d’altronde la concreta possibilità di prender l’acqua fa parte della vita del motociclista: non si compra un’endurona così per evitare le gite dal tempo incerto.
 

GIORNO 1 – da Milano a Bolzano


Il ritrovo e punto di partenza è la sede di Triumph Italia, appena fuori Milano, dove ci attendono le moto e la nostra guida, Michael di Edelweiss Bike Travel (http://www.triumphmotorcycles.it/mondo-triumph/adventure-tours ) tour operator di primissimo livello, specializzato nei viaggi in moto e partner di Triumph.
Il briefing del viaggio passa veloce, perché la voglia di partire è tanta e la presentazione di Michael e Michela Amenduni (Marketing Manager, Triumph Italia) lascia intendere un’organizzazione di qualità; vedremo i posti giusti e guideremo sulle strade più panoramiche.
Oggi dobbiamo raggiungere Bolzano per cena, con il solo pomeriggio davanti a noi, ma anche se le previsioni indicano pioggia, percorreremo in autostrada solo una parte del tragitto, lasciando spazio a qualche strada più motociclistica.

Mi sistemo su una delle Tigerone a disposizione, colore nero, parabrezza rialzato, faretti ausiliari, paramani e paramotore, bella e se pioverà, sarò ben riparato.
Regolo la sella sulla posizione alta (io sono alto 1,83 m), sistemo il bagaglio con l’equipaggiamento antipioggia sul pratico e funzionale portapacchi, poi salgo in sella e familiarizzo col cockpit, i tasti per il computer di bordo, il cruise control, l’hazard, i fari ausiliari, poi mi regolo specchietti, leve al manubrio e altezza del parabrezza. Sono pronto.
Accendo il motore, i cilindri sono tre e il sound Triumph ti balza subito all’orecchio! Un motore

 

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Accendo il motore, i cilindri sono tre e il sound Triumph ti balza subito all’orecchio!

dal colpetto di gas che colpisce il cuore, di quelli che sgaseresti al semaforo come un ragazzino e vi confesso che l’ho fatto più volte, anche in galleria!
Il tratto di autostrada da Milano a Brescia passa veloce, per fortuna, la novità della moto distrae dalla noia dell’autostrada vista e stravista; il traffico del primo pomeriggio è veramente scarso e ne approfittiamo per navigare un po’ tra le funzioni del computer di bordo: due trip di viaggio completi di durata, km percorsi, velocità e consumo medio, consumo istantaneo e autonomia residua, inoltre temperatura esterna, cruise control set speed e pressione degli pneumatici.

Usciamo a Brescia e ci dirigiamo verso il lago D’Idro lungo la P237 e deviamo poi verso il Lago di Valvestino, bacino artificiale molto suggestivo; una pausa a casa della nostra guida (complimenti per il posto!), e poi giù verso il lago di Garda, a Garniano, lungo una strada che si attorciglia su se stessa in un modo incredibile, così tante curve che sembrano disegnate da qualcuno che non sapeva cosa fossero i rettilinei. Fortuna che l’Explorer curva che è un piacere e infonde da subito una bella sensazione di sicurezza e si viaggia spediti verso il lago di Garda che appare prima di quanto mi sarei aspettato. Purtroppo vediamo anche un cielo che ci viene incontro sempre più minaccioso.

I tempi sono un po’ stretti, ma la nostra guida non rinuncia per fortuna a farci arrampicare su verso Tremosine, lungo una strada spettacolare che si arrampica tra le pareti rocciose della gardesana e poi ci entra come in una specie di canyon o galleria naturale. Torniamo giù al lago e ormai ci prepariamo al tratto finale

indossando la tuta antipioggia, pronti al peggio. Limone, Riva del Garda, Torbole e sbuchiamo in Val Lagarina, l’Autobrennero ci aspetta e la imbocchiamo appena a sud di Rovereto.
Ormai da qualche km siamo sotto il diluvio, uno di quelli tosti, da collaudo della tuta antipioggia e l’acqua ci accompagna fino a Bolzano, ma vi dirò che non è stato male perché la concentrazione per le condizioni difficili ha reso il tragitto più corto. La Tiger ci protegge bene e fila stabile nonostante raffiche di vento e tratti allagati; devo dire che per fortuna ho i paramani, li consiglio perché anche senza i guanti lunghi né aria né acqua sono entrate nelle maniche della giacca.
Arrivati in hotel, dopo circa 360 km, troviamo anche Ulrich Bonsels, Service Manager di Triumph Germania, simpatico, appassionato motociclista e ovviamente molto preparato, lo tempesteremo di domande a ogni occasione!
 

GIORNO 2 – Dolomiti


Alle 8:30 briefing giornaliero e casco quasi in testa, Michael non scherza e ci tiene il ritmo, per fortuna il cielo e il meteo promettono clemenza. Il giro delle Dolomiti comincia con il passo Nigra, diciamo più guida che paesaggio anche perché la strada è bagnata e dobbiamo prestare più attenzione a dove mettere le ruote; poi raggiungiamo il passo di Costalunga e qui le Dolomiti cominciano a farsi imponenti. Ci dirigiamo verso Canazei e su alla conquista del passo Sella, dove non possiamo che fermarci in una malga per un caffè e per ammirare lo spettacolo che abbiamo intorno: il Sasso Lungo, la Città dei Sassi e ovviamente il Gruppo Sella.

Ma siccome sono più motociclista che alpinista comincio a tirare qualche considerazione sulla Tiger, approfittando di Ulrich, Ulli per i compagni di viaggio. Sul motore c’è poco da dire, è proprio godurioso e grazie al ride by wire è forse più dolce al primo terzo di giro della manopola, rispetto alle Triumph più sportive, il che mi sembra sensato; l’allungo, per un’endurona, è comunque tanta roba. Ricordiamo giusto un paio di numeri: 137 cv, ma soprattutto almeno 100Nm da 2500 a

 

9500 giri.
Ulli gongola un po’ chiedendoci cosa ne pensiamo della trasmissione, effettivamente ha ragione, questo cardano funziona benissimo e sembra una catena, dolce nell’apri-chiudi e senza problemi di squat. Nel dettaglio ci spiega che hanno adottato un sistema di smorzamento torsionale sull’albero ed un giunto per assorbire le vibrazioni.

Si riparte con uno sterratino molto corto e buono più per sporcare la moto che per provarla, ma meglio così perché probabilmente non è il mestiere della Tigerona e sicuramento non è il mio.
I passi più spettacolari si susseguono e facciamo veramente indigestione: Passo Gardena, giù verso Corvara, La Villa e su di nuovo verso i passi di Valparola, Falzarego e Giau.

Non si può non consigliarvi questo itinerario, francamente il vero imbarazzo è se pensare a gustarvi la

Il vero imbarazzo è se pensare a gustarvi la guida, soprattutto se avete la fortuna di percorrerlo con la Tiger Explorer, o se godervi il paesaggi

guida, soprattutto se avete la fortuna di percorrerlo con la Tiger Explorer, o se godervi il paesaggio. Il mio consiglio, guardate bene la strada e gustatevi una bella guida tonda e prudente, ma fate molte fermate per osservare bene questi paesaggi.
Dopo il passo Giau ci fermiamo per un immancabile “piatto dello sciatore” (uova speck e patate) anche se ai piedi abbiamo gli stivali da moto e non gli scarponi.

Torniamo da Ulli per parlare un po’ di handling, obiettivo dichiarato di Triumph; in effetti, l’Explorer si lascia guidare molto bene e infonde confidenza, senza dimenticare che si parla di una moto da 259 kg col serbatoio pieno (20 l). La Tiger è progressiva nelle sue reazioni, gira tonda e anche i tornanti vengono facili, anzi divertenti; di certo aiuta avere le idee chiare sulle traiettorie da percorrere perché la massa soprattutto a pieno carico diventa importante (da notare che dichiara 222 kg di carico utile, importante per i viaggiatori e record di categoria). ABS e traction control sono di serie, il primo è by Nissin con tarature specifiche Triumph, il secondo è sviluppato da Triumph stessa, con una centralina dedicata che legge dall’ABS le velocità delle ruote e agisce tramite il ride by wire, è regolabile su due livelli e si può disattivare come pure l’ABS. Diciamo che a oggi i traction control si possono distinguere in due categorie, quelli finalizzati alla prestazione e quelli destinati alla sicurezza, sulla Tiger troviamo il secondo tipo, ed è quello che serve.
In tutto il viaggio ho sempre lasciato il livello base e considerando che, dove era bagnato usavo più prudenza che sull’asciutto, che il motore è molto gestibile, annoto che ho sentito intervenire il controllo di trazione più spesso sull’asciutto, probabilmente per i maggior angoli di piega.

Ripartiamo in direzione di Alleghe e giriamo verso Falcade, ma al posto del più noto passo S. Pellegrino, la nostra guida allunga un po’ il tragitto e sceglie il passo di Valles, probabilmente meno battuto, ma caratterizzato da una bellissima strada che scende in un susseguirsi di curve aperte in mezzo ai boschi di abeti. Arrivati a Predazzo giriamo verso Moena per poi dirigerci verso il lago di Carezza, dal colore sempre stupefacente e la Val d’Ega che scende dolce verso Bolzano.
Giornata terminata, dopo aver registrato quasi 320 km di strade di montagna, per lo più altamente divertenti, e aver visto alcuni dei paesaggi alpini più caratteristici. Anche il motociclista più esigente si troverà appagato da questo itinerario.
 

GIORNO 3 – da Bolzano a Milano


Casco in testa alle 8, anche oggi non si scherza, Michael da programma ci deve portare a Milano per le 13, ma sicuramente non ha intenzione di annoiarci con 280 km di autostrada dritta. E così è, ci promette che vedremo l’autostrada solo a Trento.

Pronti, via sul passo di Mendola e se qualcuno di noi era ancora assonnato, qui suona la sveglia perché

 

questa strada pretende di sentire forte il suono dei nostri tre cilindri, tant’è che arrivati in cima, qualcuno propone di rifarla! Una sosta la merita un caffè alla terrazza dell’hotel Penegal, ma dovete cercarlo guardando bene i cartelli, da lì si gode una bellissima vista su tutta la valle sottostante e su Bolzano.
Procediamo verso il lago di Santa Giustina e ci giriamo tutto intorno sul lato ovest, percorrendo per una serie di strade minori attraverso i paesi di Tuenno, Terres e Denno, strade che attraversano innumerevoli coltivazioni di mele, ma hanno pochi rettilinei; alla fine riprendiamo la SS43 che ci porta a Trento, all’autostrada. Bolzano-Trento in autostrada sono meno di 60 km, con questo itinerario abbiamo percorso poco più di 100 km.
Ora ci tocca lo strappo finale, tutta noia fino a Milano. Il tempo è bello, il traffico medio, intanto che facciamo chilometri cerchiamo di tirare un po’ le somme. Sul tour c’è poco da dire, bisogna farlo perché merita.


Riguardo alla Tiger cerchiamo di fare mente locale su come viaggia in autostrada, perché ora che abbiamo testato le sue doti sulle strade di montagna asciutte e bagnate, più tortuose o più aperte, e ci siamo proprio divertiti, vogliamo chiudere con la parte forse più scontata per una moto di questo genere.
La protezione aerodinamica è buona e soprattutto offre possibilità di personalizzazione: il cupolino maggiorato optional e le regolazioni di cupolino e sella dovrebbero permettere un po’ a tutti di trovare una configurazione aerodinamica favorevole. I paramani sono irrinunciabili sia per l’utilità sia per l’estetica di un’endurona.
Il comfort è molto buono, ma se non vi sembrasse abbastanza troverete la sella in gel tra le opzioni, mentre non è disponibile un sistema di sospensioni regolabili elettronicamente, non che ci sia la necessità nella guida sportiva, ma potrebbe aumentare il range di comfort-sport-carico, in base alle molteplici esigenze del viaggio. Più che una necessità potrebbe essere un’utilità che altre Case offrono.
Il computer ha veramente tutte le funzioni che si possono desiderare, dobbiamo però notare che il tasto per attivare l’hazard è scomodo e sicuramente non si riesce ad attivarlo in fretta, peccato perché gli altri comandi sono ben pensati e facilmente utilizzabili. Da segnalare la presenza del cruise control, utile nei lunghi viaggi.
Capitolo consumi: ci affidiamo al computer perché non abbiamo avuto modo di fare il calcolo alla pompa, nei poco più di 1000 km percorsi in tre giorni, senza badare al risparmio, abbiamo percorso 5,2 l/100km e la capacità del serbatoio è pari a 20 l, soddisfacente.

Siamo arrivati al termine e ci tocca restituire la “nostra” Explorer, perché purtroppo nostra non è ma al prossimo viaggio sulle Dolomiti ci ricorderemo sicuramente di lei.

 

Sono stati utilizzati:


Casco Nolan N104
Gilet MotoAirBag
Giacca Dainese
Pantaloni Dainese
Stivali Alpinestars

 


Antonio Gola

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