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Con la sentenza 10365/2025 la Corte di Cassazione torna a fare chiarezza sulla differenza tra autovelox omologati o, solamente, approvati, di fatto creando un nuovo importante precedente. Con tale giudizio non solo si rendono nulle tutte le sanzioni emesse da dispositivi non omologati ma vengono posti sotto sequestro preventivo parecchi autovelox posti su tutto il territorio nazionale.
La sentenza 10365/2025 è stata emessa in merito al ricorso presentato da un imprenditore che aveva fornito diversi dispositivi di rilevamento della velocità a varie province. Su tali autovelox era indicato il titolo di dispositivi omologati dal Ministero delle Infrastrutture, quando gli apparecchi risultavano, al contrario, solo approvati dalla Direzione Generale, due procedure ben diverse.
Secondo l'imprenditore tale differenza, invece, non è mai stata definita. Non dello stesso avviso la Cassazione che in un primo momento ha rifiutato il ricorso e successivamente lo ha pure ritenuto colpevole di frode.
Provando a fare chiarezza sul diverso iter che porta, poi, a tale differenza tra i due termini possiamo dire che il titolo di approvazione viene attribuito al dispositivo dopo che lo stesso è stato sottoposto ad una procedura che attesta il rispetto di alcuni requisiti tecnici senza verifiche approfondite sul corretto funzionamento.
Mentre per ottenere l'omologazione l'autovelox viene sottoposto a test più severi condotti dall’Ispettorato Generale per la Sicurezza Stradale del Ministero delle Infrastrutture, certificando la precisione e l’affidabilità dello strumento.
L'articolo 142, comma 6, del Codice della Strada stabilisce che possono costituire prova valida per l'accertamento e multe per eccesso di velocità solo gli autovelox regolarmente omologati. La mancanza di tale requisito rende le sanzioni, di fatto, nulle e di conseguenza contestabili da parte dei cittadini.
Una sentenza, la 10365/2025 che fa finalmente chiarezza su un tema, quello degli autovelox, non sempre così chiaro e limpido.