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Ora l’azienda ha depositato alcune domande di brevetto relative al motore della 500SR, queste riguardano alcuni elementi relativi al sistema di raffreddamento, probabilmente per contribuire a soddisfare limiti di emissioni sempre più severi che includono test di avviamento a freddo e quindi per portare il motore alla temperatura operativa il più rapidamente possibile. È vero, nulla di particolarmente eccitante, però i disegni che accompagnano la richiesta di brevetto ci consentono di dare una occhiata al motore che potrebbe essere un vero rivale per la Kawasaki ZX-4RR e per la Kove 400RR, anch’esse dotata di un sibilante quattro in linea e, forse, le uniche antagoniste sulla piazza.
Questo quattro in linea, probabilmente figlio di un progetto interno di CF Moto possiede una architettura classica: doppio albero a camme in testa, la catena di distribuzione a lato del motore, immancabili le quattro valvole per cilindro e nulla di nuovo anche per il cambio a sei rapporti che non vede automatismi vari in stile e-clutch. Ma la vera domanda è: ma quanti cavalli avrà questa creatura? Bene, si presume un’ottantina… quanto basta per divertirsi e sentire il suono fascinoso ed inebriante di un 4 in linea capace di girare forse attorno ai 15/16.000giri.
Certamente tornano alla mente le moto anni ’90 come la Kawasaki ZXR 400, la Suzuki Bandit 400 o la Yamaha FZR 400 di quel periodo, moto sportive a quattro cilindri in linea, nate sotto la spinta delle norme di circolazione giapponesi che vedevano il limite di 400cc come spartiacque tra una tassazione più alta e quella più bassa. Dei frullini ululanti, tanti giri, poca coppia, dei giocattoli capaci di sedurre tanti giovani dell’epoca. Tornerà tutto questo?
Per scoprire il design della moto ci tocca invece aspettare ancora un po'; chissà… forse ad Eicma di novembre, oppure poco più in la. Qualche mese fa il prototipo, in versione camuffata ha effettuato alcuni test in pista insieme alla 675SR, le moto erano entrambe nascoste da plastiche e grafiche mascherate, eppure un pochino di design lo possiamo intuire e non ci dispiace affatto.
Foto: Cycleworld.com