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Dopo il via libera della Camera, il nuovo Codice della Strada, con 83 voti a favore, 47 no e un astenuto al Senato, diventa definitivo. Sono stati respinti tutti gli oltre 350 emendamenti presentati dalle opposizioni.
"Il nuovo Codice della Strada è finalmente legge. Più sicurezza e prevenzione, contrasto ad abusi e comportamenti scorretti, norme aggiornate ed educazione stradale vera". Lo afferma Matteo Salvini commentando sui social il via libera del Senato al Codice. "È un risultato frutto di un lungo confronto durato più di un anno con associazioni, enti locali, realtà dell'automotive ed esperti (esperti veri, non quelli che nelle ultime ore hanno diffuso fake news sulle maxi-multe per eccesso di velocità), con un obiettivo comune: ridurre le stragi sulle strade italiane. Avanti così", afferma il ministro dei Trasporti
Da mesi, forse anni, parliamo del Nuovo Codice della Strada, una delle mosse del Governo per tutelare maggiormente tutti gli utenti della strada. Inizialmente il Nuovo Codice della Strada sarebbe dovuto diventare legge a luglio, almeno questo era il volere del ministro Matteo Salvini, tuttavia ci sono stati ritardi causati anche dall'opposizione, che hanno portato appunto a questo rallentamento.
Riavvolgendo il nastro ricordiamo che il primo via libera alla Camera risale a marzo, mentre ad aprile il testo è passato al Senato, dove il processo è stato rallentato dalla presentazione di numerosi emendamenti, ma ora sembra tutto pronto.
Di seguito riassumiamo e ripassiamo le proposte e la direzione presa dal Governo nel Nuovo Codice della Strada. Ecco cosa cambierà.
Oltre a una maggiore tutela nei nostri confronti, la verà novità per noi motociclisti è la possibilità di ingresso nelle autostrade e nelle strade extraurbane principali ai motocicli di cilindrata inferiore a 150cc, ma accogliamo con favore anche gli interventi che verranno realizzati sulle barriere protettive, con installazione della terza fascia “salva motociclisti” (DSM), e la possibilità per i motoveicoli di trainare un carrello appendice.
Inoltre il testo sottolinea l’opportunità di fare cultura all’interno della scuola anche attraverso corsi extracurriculari di educazione stradale e l’esigenza di tutelare i veicoli di interesse storico e collezionistico.
“Oggi abbiamo raggiunto un traguardo importante che rende giustizia al mondo motociclistico, che fornisce un grande aiuto allo snellimento del traffico cittadino, ma che ha bisogno di grande attenzione da un punto di vista della sicurezza. In particolare, il riconoscimento dei motociclisti quali utenti vulnerabili della strada è un ottimo e significativo risultato. Desidero ringraziare l’Intergruppo Parlamentare per la Mobilità Motociclistica che ha da subito ascoltato e fatto proprie le esigenze espresse dalla FMI e ringrazio il Parlamento che ha discusso ed approvato queste importanti novità per i motociclisti. Molto importante è stata anche la sinergia con ANCMA, che ci ha consentito di portare all’attenzione del legislatore la nostra voce unita e solida” ha dichiarato il Presidente della FMI Giovanni Copioli.
In totale, sono stati presentati 449 emendamenti, di cui oltre 360 dalle opposizioni, 60 da Forza Italia e 11 da Fratelli d'Italia, mentre la Lega non ha proposto alcun emendamento. Tuttavia, le insistenze di Forza Italia su alcuni temi, favorite dal fatto che non si trattava di un decreto in scadenza, hanno portato a uno scontro prolungato con la Lega, durato diverse settimane.
Tra le richieste di Forza Italia vi erano: l'obbligo del casco per i maggiorenni che noleggiano monopattini, con una velocità massima di 20 km/h, l'obbligo del casco per i minori in bicicletta su strada e un "patentino" sulle principali regole del traffico per chiunque utilizzi bici e monopattini. Alla fine è stato raggiunto un accordo che ha sbloccato la situazione: Forza Italia ha ritirato la maggior parte degli emendamenti, trasformando i restanti in ordini del giorno vincolanti, che saranno attuati nei decreti successivi al disegno di legge delega. Anche con le opposizioni è stata trovata una mediazione, portando al ritiro delle loro proposte di modifica.