Ohvale, la piccola moto per divertirsi in pista

Dopo il primo contatto di settembre, un gruppo selezionato di nostri tester si è impegnato a fondo con la Ohvale. Sorprese, conferme e molte risate
8 novembre 2012
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Nico intervista Valerio Da Lio
Nico intervista Valerio Da Lio

Aveva la Go-Pro sulla schiena, Paolillo, per riprendere i suoi compagni di avventura. Bene, dopo due curve non si è visto più, e per riacciuffarlo siamo stati costretti a liberare il collaudatore ufficiale della GP-0, Claudio Pellizzon, che dopo una furibonda battaglia lo ha ricondotto alla ragione. «Bella, bella davvero, -ha ghignato appena tolto il casco integrale- ma voi dov’eravate?» Questo Francesco è il tipico bastardo che nessuno vorrebbe avere in compagnia ma si presenta sempre. Per giocare come facciamo oggi, però, può andar bene anche se è molto veloce.

«Questa –aveva premesso Valerio Da Lio, il costruttore di Mogliano Veneto- è una cosa nuova, una vera piccola moto. Con la ciclistica e le reazioni che siete abituati a trovare sulle moto grandi. L’abbiamo curata a fondo, è da due anni che siamo impegnati su questo progetto, l’obiettivo era il divertimento, però nella massima efficienza. Il telaio a traliccio, la forcella rovesciata, la sospensione posteriore regolabile, la carenatura in VTR con vasca di contenimento per l’olio, sono tutti elementi fatti apposta per la GP-0; le pinze sono radiali, quella davanti è una quattro pistoncini per il disco da 180, quella dietro ne ha due. L’assetto è regolabile: si può alzare dietro e sfilare la forcella; leve e comandi sono registrabili».


Come va?


I nostri tester sono professionali però indisciplinati. Con una pista a disposizione, non possono essere trattenuti al box più di dieci minuti. Vent’anni o sessanta fa poca differenza, i motociclisti sono così. “Ne parleremo dopo!”, e via. La GP-0, all’approccio, pare leggera di sterzo e ballerina tra le mani; ma bastano tre curve per capire: avanti il peso, capoccione sulla ruota anteriore, e magicamente arriva la stabilità. Sulla sella non ci si sposta, non c’è spazio, è il busto che si muove avanti e indietro per bilanciare la moto. E la cosa più inattesa è che proprio sul massimo angolo di piega arriva il meglio: lì la moto è perfettamente neutra, bilanciata, e si ha la sensazione di un limite altissimo. Più pieghi e più piegheresti. Che spasso: gran frenata, la forcella che assorbe bene, le gomme che non mollano mai, le impostazioni di curva precise e non soltanto immediate. Ti ingarelli e ti diverti sempre di più. Senza neanche stancarti, perché l’ergonomia è un’altra sorpresa: più che corretta.

 

Due modelli base, identici in tutto tranne che per il motore: monomarcia 110 cc. oppure quattro marce 160 da 14-15 cavalli. Pesi vicini ai 64 chili. Prezzi indicativamente tra i 3.600 e i 3.900 euro

Sono due modelli base, identici in tutto tranne che per il motore: monomarcia 110 cc. oppure quattro marce 160 da 14-15 cavalli. Pesi vicini ai 64 chili. Prezzi indicativamente tra i 3.600 e i 3.900 euro, disponibilità dai primi mesi 2013. Optional di fabbrica l’ammortizzatore di sterzo, il radiatore dell’olio, la forcella regolabile, l’avviamento elettrico con kit batteria e gli attacchi già predisposti. Ma sul mercato c’è molto, ci sono preparatori, cilindri speciali fino a 25-28 cavalli, teste, valvole, frizioni. Insomma, c’è da pasticciare e divertirsi.

Claudio Pellizzon gongola. Se i nostri tester si divertono, il merito è suo. E Valerio Da Lio sottolinea i lati più belli della sua creatura: il divertimento, la trasportabilità (non serve il carrello), la condivisione. Perché qui, come con i kart, padre e figlio possono condividere lo stesso mezzo senza nemmeno cambiare l’assetto. E poi la GP-0 è adatta a tutte le piste, corte, lunghe, lente e veloci. In Italia ce ne sono a centinaia. Gruppi di amici se la possono spassare. Probabilmente farà gola anche ai noleggiatori, e pensiamo soprattutto al modello monomarcia. 


Non è una Pit Bike: quelle hanno ruote da 12 pollici, assetto supermotard e passo lungo; questa invece è più piccola, ha una guida sportiva molto reattiva con le ruote da 10, è più ergonomica e sicura. E non è una Mini GP, moto che è ben più grande e meno facile da guidare e trasportare. La Ohvale è una vera piccola moto e non è una “cineseria” che dura quattro uscite, basta guardarla in tutti i dettagli. Per esempio al Salone di Milano, padiglione 14. Poco lontano, potreste anche riconoscere quel famoso “bastardo” che ancora se la ride per essersi laureato il più veloce del branco.

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