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Questa è la storia della nostra partecipazione alla Ottanata, un tour in moto che mescola strada e fuoristrada partendo dai monti per arrivare al Mar Ligure. E' stato un weekend di grande divertimento per chi l'ha vissuto.
Ci presentiamo al quartier generale di Acerbis alle 14 di venerdì pomeriggio. L’equipaggiamento è minimal: una bella enduro stradale rigorosamente tassellata, la BMW GS 1200 Rally, un borsone per il cambio e l’abbigliamento tecnico rigorosamente Ottano - brand di Acerbis - da cui prende il nome l’evento.
Piccolo briefing e si parte, divisi in sette equipaggi di tre o quattro piloti. Io faccio parte del gruppo Press, con lo scopo di raccontarvi l’evento vivendolo in prima persona.
Partiamo equipaggiati del nostro Tripy sul manubrio che ci indicherà le note di viaggio. Non è un navigatore, non si può sapere quale sia il percorso, si leggono solamente alcune informazioni fondamentali per raggiungere i check-point serali. Di facile utilizzo grazie ma anche un menù per chi come me non aveva mai “navigato” in moto.
Partiamo carichi e sicuri di fare bene, ma i primi km e soprattutto la prima tappa verrà fatta con l’angoscia di non sbagliare strada. In realtà le indicazioni sono chiare quindi a parte qualche “dritto” ai bivi si naviga sereni. La partenza è stata però posticipata e quindi ci ritroviamo a dover allungare il passo per non arrivare troppo tardi a Miradolo Terme (PV) dove si concluderà la tappa. Il tutto porta così il mio gruppo a separarsi e perdersi, motivo per il quale verremo messi fuori classifica.
Tolto il patema della navigazione mi concentro così di più sul viaggio, perché è proprio questo lo spirito dell’Ottanata. Si va in moto, si percorrono strade che non avresti mai fatto prima, ci si ferma a fare le foto, a rinfrescarsi e ci si diverte in gruppo. La prima giornata è già esaltante, 4 ore per fare da Bergamo a Pavia, può sembrare un eternità, ma è stupendo. Mai una strada a scorrimento veloce, solo strade secondarie e tanto tanto fuoristrada. Ovviamente la Pianura Padana non presenta tratti off road particolarmente impegnativi, ma sterratoni veloci tra risaie e campi di pannocchie. Un susseguirsi di angoli retti precisi tra un fosso ed un altro.
Alla fine arriviamo al check point serale stanchi e disidratati dal caldo. Abbiamo preso sicuramente sotto gamba la prima giornata e dopo una cena con premiazione dei vincitori di tappa si va a dormire per ricaricare le pile di telecamera e fisico.
Sabato mattina l’entusiasmo è alle stelle, ma il bello deve ancora venire. Più passano le ore più ci si diverte, si scoprono posti nuovo, scorci di un Italia bellissima in ogni suo angolo. Partiamo da Pavia direzione Tortona per la prima pausa. La mattina è caratterizzata da passaggi sterrati veloci in riva a Ticino e Po. Dalla terra battuta e ghiaia del giorno prima si comincia a calpestare la sabbia degli argini dei grandi fiumi padani, la guida si fa differente ma la navigazione più sciolta.
Questo grazie “all’esperienza” che piano piano aumenta nella lettura del Tripy. Arriviamo a Tortona, cominciano le prime colline e contemporaneamente le prime salite e discese, su asfalto ma anche su sterrato. Mai ci saremmo aspettati di percorrere cosi tanto fuori strada in questo evento. In realtà l’organizzazione dichiara una percentuale del 30% sul totale del percorso, ma la sensazione è di stare sempre off road.
Arriviamo al punto di ristoro, e molti ne approfittano per farsi un bagno in piscina. Lo spirito dell’Ottanata è questo, non è una gara, ma una sfida di navigazione. Quindi se lungo il percorso ci si vuole fermare lo si può fare. Piccolo appunto anche sui ristori, in tre giorni abbiamo assaporato le specialità tipiche di ogni luogo, in questo caso a Garbagna il famoso formaggio Montebore.
Ripartiamo un po’ appesantiti verso quota 1.700 metri. Le salite dolci in terra delle colline si trasformano in mulattiere in pietra e radici. Per fortuna fa caldo e non piove da una settimana. Anche con grossi bicilindrici ci si riesce ad arrampicare facilmente. Siamo sul Monte Giarolo, non lontano da qui si incontrano le quattro regioni (Piemonte-Lombardia-Liguria-Emilia Romagna), ma la strada è ancora lunga. Dobbiamo arrivare a Pian della Castagna nei pressi di Bosio (AL). Qui incontriamo forse i punti off road più complicati della tre giorni, mulattiere ripide con sassi smossi, greti di fiumi e qualche gradone. Ma a parte qualche caduta i partecipanti vanno avanti tranquilli, forse galvanizzati dal bellissimo giro.
Arriviamo quindi al check point serale ancora più stanchi ma con un sorriso a 32 denti che non va via.
Domenica, un po’ di tristezza comincia a farsi sentire: il terzo giorno sta iniziando ma l’Ottanata sta finendo. Oggi finalmente vedremo il mare, prima dall’alto dei monti liguri e poi direttamente in spiaggia. Ma non dire gatto fino a che non ce l’hai nel sacco, quindi non ci facciamo mancare una foratura alla gomma posteriore. Piano piano continuiamo fermandoci di tanto in tanto a gonfiare il pneumatico. Per fortuna lungo una delle strade più famose per i motociclisti, il Sassello, la domenica mattina troviamo un gommista aperto. Con pochi euro ripariamo la gomma e ripartiamo per gli ultimi chilometri del giro.
Le difficoltà alla lunga arrivano per tutti e gli equipaggi commettono alcuni errori. Chi salta il punto di ristoro con conseguente penalità sul percorso, chi dimentica il kit di riparazione gomme ed è costretto a ritirarsi caricando la moto sul furgone dell’assistenza, chi si perde ancora dopo tre giorni. La classifica è così sconvolta e fino agli ultimi metri non si sa chi possa aver vinto.
Dopo il ristoro ripartiamo direzione Albenga. Finalmente dall’altro vediamo il mare, i paesaggi cambiano ancora, cominciamo a sentire il profumo dei pini marittimi, la terra si fa rossastra e i posti ancora più incontaminati.
Siamo un po’ stanchi, ma purtroppo l’arrivo è vicino. Gli ultimi 30 km sono tutti di asfalto, si scende verso Albenga in un infinità di tornanti e curve. Ripercorriamo con la mente tutto ciò che l’Ottanata ci ha lasciato dentro: le nuove amicizie, il divertimento, la stanchezza, la navigazione, l’andare in moto, il fuoristrada impegnativo; e poi panorami, cibo, cavalli, mucche, caprioli, lepri, aironi e... i lama. Si anche i lama, sarà pazzesco ma lungo le rive del fiume Po, in mezzo al nulla li abbiamo trovati in un recinto.
Arrivati ad Albenga c’è tempo per un tuffo in mare prima della premiazione dei vincitori. Purtroppo è finita, si torna a casa, nel nostro caso a Milano percorrendo l’autostrada: due ore siamo a casa. Pazzesco: pensare che ci abbiamo messo tre giorni da Bergamo ad Albenga con un totale di oltre 12 ore in moto e poi in due ore si ritorna.
Michela Acerbis ci ha confermato il successo di questa prima edizione che si poteva considerare quasi la numero zero. Tutti i partecipanti sono rimasti contenti di questa avventura e tutta la macchina organizzativa ha funzionato al meglio. L’Ottanata quindi si rifarà. Non resta che rimanere sintonizzati sui canali social e sul sito Acerbis.
Emilio Lunassi