Nico Cereghini: "L’ottimismo ha vinto"

Il salone di Milano visto da Nico Cereghini. Incontri simpatici, riflessioni personali e un ricordo particolare: quel Fantic Rocket Tre che...
17 novembre 2009

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L’ottimismo ha vinto. Bel salone, bagno di folla e per fortuna, al momento, nessun sintomo dell’influenza. Benchè non mi sia sottratto ai molti incontri ravvicinati con i miei tifosi. Ho notato che l’autografo non va più, è un fenomeno in calo da un paio d’anni; invece aumentano i fans di una certa classe (“mi basta stringerti la mano, sei un grande” e questa è la cosa più bella che possa capitarmi in un salone), e ho posato per un migliaio di fotografie di tutti i tipi: a due lo scatto più classico, ma anche a tre, a quattro, persino a otto soggetti molto rumorosi. Chi non ha la macchina digitale risolve con il telefonino. Tutti vogliono la prova provata dell’incontro, e mi diverto anch’io. Poche purtroppo, come al solito, le tifose.

Crisi o non crisi, la moto continua ad entusiasmare

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Chi non è venuto in fiera ci è mancato. Crisi o non crisi, la moto continua ad entusiasmare. Mi dispiace per Honda e Yamaha, mi dispiace per tutti quei dirigenti che volevano venirci, al salone, ma i giapponesi li hanno stoppati. A Pero non c’era aria di crisi, c’era invece un mucchio di gente e si è respirata la passione di tutti gli anni a novembre. Un’iniezione di fiducia soprattutto per Ducati che presentava la regina Multistrada, ma anche per il Gruppo Piaggio e BMW, Harley e KTM, Triumph e MV, Suzuki e Kawasaki, Kymko e Fantic Motor.

Mi ha fatto piacere ritrovare la Fantic, e sapere che con la nuova proprietà lavora ancora uno dei vecchi “padri” del marchio lombardo ora trasferito in Veneto. Che forza quel Keppel! Trent’anni fa era uno dei miei idoli imprenditoriali! Proprio con un piccolo Fantic, un Rocket Tre con le ruote da 12, iniziai la carriera di tester per Motociclismo. “Tienilo una settimana e portami l’articolo” mi disse Perelli. Nell’entusiasmo caddi quasi subito. E per salvarmi il …posto, dovetti ripararlo a mie spese. Era il ‘68.

Ascolta l'audio di Nico che legge il suo pezzo

Nico Cereghini

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