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E’ passato solo un anno e mezzo dal passaggio di mano di Husqvarna, ceduta da BMW al gruppo KTM. Diciamo “solo” perché non sembra passato molto tempo, anche se dal punto di vista del prodotto le sinergie con la Casa austriaca hanno evidenziato un brusco cambio di rotta che, senza nulla togliere alla gestione precedente, sembra avere in serbo cose egregie per Husqvarna.
La nostra avventura – da spettatori – alla Novemberkåsan ci ha dato modo di scambiare due chiacchiere con Paolo Carrubba, storico addetto stampa KTM passato ad Husqvarna alla partenza del nuovo progetto. Parlando un po’ con lui del (recente) passato, del presente e del futuro del blasonatissimo marchio svedese.
Iniziamo facendo il punto della situazione: il rientro di Husqvarna ha portato alla cessazione della produzione Husaberg. Un’interpretazione di questa cosa?
«Nessuna dietrologia, semplice strategia commerciale. Con l’opportunità di gestire il marchio Husqvarna, che ha una collocazione premium all’interno dell’offerta del gruppo KTM, Husaberg diventava ridondante e di difficile posizionamento. Nella sostanza non è cambiato niente, semplicemente i progetti che avevamo in serbo per Husaberg sono stati presi in carico da Husqvarna. Volendo possiamo anche vedere il tutto come un ritorno alle origini, dal momento che Husaberg è nata proprio da una costola di Husqvarna quando questa venne acquisita dal gruppo Cagiva a metà anni 80»
Un primo bilancio dell’operazione?
«Senza dubbio un successo. In un anno e mezzo abbiamo prodotto 15.000 moto, vendute con facilità. Come avete visto ad EICMA abbiamo già portato ad un passo dalla produzione la Supermoto 701 ed è evidente che anche le due concept Vitpilen e Svartpilen avranno a breve uno sbocco nella produzione di serie – insomma, direi che siamo decisamente sulla strada giusta per non dire che stiamo bruciando le tappe»
Anche se il passaggio di mano di Husqvarna da noi resta un po’ una ferita aperta…
Cambiamenti di questo tipo sono oggi più che mai frequenti, soprattutto considerando il momento particolare dell’economia mondiale. In Austria, a Mattighofen, esiste un polo produttivo che ha caratteristiche uniche a livello europeo; usufruire di tali sinergie è fondamentale per garantire la sopravvivenza a uno dei marchi di maggiore tradizione nel motociclismo. Il gruppo crede tantissimo nel marchio Husqvarna: avrete notato come la conferenza stampa ad EICMA sia stata tenuta da Stefan Pierer in persona. Un dettaglio che la dice lunga»
La situazione attuale sembra quindi buona, soprattutto sui mercati già in ripresa
«Non avete idea di quanto fermento ci sia attorno al marchio negli Stati Uniti, dove Husqvarna ha un appeal paragonabile a quello dei migliori brand europei. Non appena si è avuta notizia dell’acquisizione, in tempi rapidissimi è stata inaugurata la nuova sede operativa di Husqvarna USA a Murrieta. Eravamo a Glen Helen a maggio per la presentazione del team Husqvarna Rockstar (che nel 2015 farà correre Martin Davalos, Zach Bell, Zach Osborne e Jason Anderson nel Supercross e nel Pro Motocross, l’ex National, NdR) e gli appassionati, quando vedevano l’abbigliamento corporate, ci fermavano nel paddock per manifestarci il loro entusiasmo: è incredibile l’affetto che circonda ancora il marchio. D’altra parte in una nazione dove il cross è tanto popolare potersi presentare come i Pioneers of Motocross, ovvero la prima Casa ad aver prodotto mezzi specifici per la disciplina, e aver praticamente dato vita alla specialità negli Stati Uniti significa sicuramente qualcosa!»
Avete parlato di marchio premium. Ma c’è un livello di sovrapposizione piuttosto forte con il prodotto KTM…
«Certo, soprattutto perché come abbiamo appena detto è passato solo un anno e mezzo dalla partenza del progetto e perché finora ci siamo limitati a modelli specialistici per l’off-road, dove percepire differenze in termini di finiture o soluzioni è un po’ più difficile di quanto non sia su mezzi più stradali. In realtà però con KTM ci sono sinergie a livello di piattaforma tecnica ma forte concorrenza interna tanto come marketing che come vendite, quindi vedrete prodotti sempre maggiormente differenziati fra KTM ed Husqvarna nel prossimo futuro, anche se naturalmente non sfruttare le basi esistenti sarebbe un peccato»
Ci proviamo: quindi possiamo aspettarci di vedere a breve anche le grosse motorizzazioni bicilindriche su modelli Husqvarna?
«Al momento nulla è escluso. Sono numerosi i progetti che abbiamo in lavorazione e sarà molto interessante vedere come si svilupperà la presenza del marchio nel mercato delle stradali. Ci sarà da divertirsi, ve lo assicuro»