Patentino per ciclomotori

Patentino per ciclomotori, 1.300.000 richieste e le lezioni coprono solo l'8%
19 gennaio 2004
PADOVA – Un milione e 300mila ragazzi tra i 14 e i 18 anni hanno presentato la richiesta alla loro scuola di poter frequentare i corsi per conseguire il «patentino» per guidare il motorino. Le istituzioni scolastiche però, ad oggi, riescono ad evadere solo l’8 per cento delle domande e i corsi attivati sono ancora molto pochi. Il dato preoccupa considerevolmente i produttori di cicli e motocicli come è emerso dalla decima edizione del «Bike Expo Show», in corso fino a domenica 18 gennaio 2004 alla Fiera di Padova. E dal 1 luglio 2004 il «patentino» o «Certificato di idoneità alla guida del ciclomotore», secondo il dettato del nuovo codice della strada, sarà obbligatorio per ogni minorenne in sella a un ciclomotore (sotto i 50 centimetri cubici). A lanciare l’allarme, dal Bike Expo Show, è l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori (Ancma) che, elaborando i dati in suo possesso, ha definito le dimensioni del problema. Stando ai numeri forniti dall’Ancma, il numero totale di ciclomotori in Italia supera i due milioni di unità. «Continuiamo a sensibilizzare opinione pubblica e organi istituzionali – spiega Michele Moretti, responsabile dell’Ancma per l’area del Nord Italia – ma siamo ancora indietro. La scadenza dell’1 luglio per ora è confermata ed è indispensabile far partire i corsi. C’è il rischio di arrivare a questa data senza che i ragazzi abbiano potuto conseguire il patentino e che si trovino quindi impossibilitati a circolare». In caso di mancato rispetto della normativa scatteranno multe e fermo amministrativo del mezzo. Le scuole sono tenute per legge a garantire agli alunni la possibilità di frequentare i corsi che devono essere gratuiti. E’ previsto che le lezioni abbiano una durata complessiva di 20 ore e tocchino alcuni dei principali temi legati alla sicurezza stradale: dalle norme di circolazione a quelli di comportamento, fino all’educazione al rispetto della legge e alla convivenza civile. Al termine del corso gli alunni potranno sostenere l’esame che si terrà nelle aule del proprio istituto scolastico e alla presenza di un funzionario del Dipartimento dei Trasporti terrestri (ex Motorizzazione). La prova per il conseguimento del «patentino» prevede un questionario di dieci domande a risposta multipla (tre le opzioni). Per rispondere i ragazzi avranno a disposizione 30 minuti. «Il Ministero non ha ancora erogato alle scuole i contributi previsti per l’attivazione dei corsi – sottolinea Moretti – e per questo la situazione è bloccata. La normativa prevede che il 7,5 per cento dei proventi delle contravvenzione elevate dalla Polizia di Stato venga destinato alle scuole per far partire le lezioni e istituire gli esami. Per ora il Ministero ha deliberato in dicembre solo un contributo di 500mila euro, ma non basta». Il panorama, sul territorio nazionale, si presenta molto diversificato con alcune Regioni che stanno tentando di accelerare l’iter burocratico. E’ il caso di Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Basilicata. Il primo patentino per la guida dei ciclomotori in Italia è stato emesso a Recanati, il secondo (primato per in Nord) invece è toccato ad una studentessa di Milano.
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