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Durante la presentazione californiana della nuova Honda F6B - la bagger presentata all'ultimo EICMA dello scorso novembre - abbiamo avuto modo di intervistare Paul Nowers, ex responsabile marketing Honda per la F1 ed attualmente a capo delle PR della filiale europea della casa di Tokyo.
Innanzitutto: per chi è questa F6B?
«E' una moto per una clientela più giovane rispetto a quella tradizionale di GoldWing. Una moto dalla linea più carismatica, un lifestyle statement per chi ama una moto personale ma non si sente ancora pronto per un mezzo molto particolare come GoldWing.»
Curiosamente, il sito Honda USA classifica la F6B fra le turistiche, mentre da noi in Italia viene presentata come Custom. Come mai?
«E' sicuramente una moto dal forte sapore americano, come del resto la GoldWing da cui deriva - il segmento delle grosse tourers negli USA sta tornando ai numeri antecedenti alla crisi, per lo più proprio per il forte successo delle baggers. Allo stesso tempo è però un mezzo che abbiamo voluto rendere più leggero e dunque agile, gratificante nella guida ma adatto anche all'uso in città, e che possa soddisfare ambizioni turistiche di un certo respiro senza penalizzare il gusto di guida.»
L'alleggerimento ha portato però alla perdita di una delle caratteristiche distintive di GoldWing, la retromarcia, su una moto comunque non certo leggerissima.
«E' vero, ed è stata una scelta molto sofferta: pensate che in Russia la retromarcia di GoldWing è un vero e proprio status symbol. D'altra parte i nostri obiettivi - l'alleggerimento e il contenimento del prezzo, che abbiamo voluto collocare come via di mezzo fra la PanEuropean e la GoldWing, ci ha imposto alcuni sacrifici, fra cui quello della retromarcia.»
Parlando di funzionalità viene da pensare che un modello nuovo come F6B sulla piattaforma GoldWing avrebbe potuto essere l'occasione per introdurre un sistema di sicurezza come il controllo di trazione.
«No, non l'abbiamo preso in considerazione. Come dicevo, F6B e GoldWing sono moto che nascono primariamente per il mercato statunitense, con vendite concentrate negli stati con i climi più caldi e dove raramente la moto viene utilizzata in condizioni di aderenza critica. Del resto, la regolarità di erogazione del sei cilindri unita alla massa della moto rendono le perdite d'aderenza dovute alla potenza un'eventualità abbastanza remota.»
Che previsioni fate per le vendite di F6B in Europa?
«E' difficile da dire con precisione, visto che dalle nostre indagini è un modello che da una parte ha diviso la clientela GoldWing fra chi la trova interessante e chi invece non è interessato, ma dall'altra ha suscitato forte interesse in un segmento molto diverso dal tradizionale bacino di utenza GoldWing. Le statistiche ci dicono che piace molto a motociclisti attorno ai 40 anni che magari viene da naked o sport-tourers, non interessati alla GoldWing "standard". In generale diciamo che ci attendiamo per F6B numeri pari a circa un terzo del totale del venduto.»
In generale i numeri sui mercati occidentali stanno premiando le scelte Honda. Credete che GoldWing possa essere parte di questa ripresa anche in Europa?
«In effetti la nostra quota di mercato è cresciuta in un contesto di mercato in generale contrazione, ma siamo felici di notare come anche nei paesi dove si inizia ad intravedere una ripresa, Honda ha fatto buon risultati. Il fenomeno è dovuto in gran parte agli ottimi numeri della nostra famiglia NC700, capace di lanciare un messaggio nuovo: sfruttabilità e personalità che hanno preso il posto di superpotenze poco sfruttabili. Le stesse caratteristiche di GoldWing, che non a caso è stata pensata dallo stesso project leader.»
Allo stesso tempo però state pensando ad una nuova supersportiva, la "MotoGP con targa e fanali". Riuscite ad anticiparci qualcosa?
«Ne so meno di voi...»