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Potrebbe passare quasi inosservata ma invece, a nostro parere, questa è una notizia che potrebbe rivelarsi in ottica futura piuttosto significativa. Il colosso indiano Bajaj ha acquisito i diritti per lo sfruttamento del nome Vincent, HRD e Egli-Vincent. Vi dicono nulla questi tre nomi?
Se non siete anche voi amanti di un periodo d'oro delle motociclette e nello specifico delle moto inglesi, probabilmente no. Philip Vincent era un geniale progettista che rilevò la H.R.D alla fine degli anni '20, proponendo successivamente moto marchiate Vincent. Fu un pioniere in alcune soluzioni come la sospensione anteriore cantilever con due ammortizzatori piazzati sotto la sella già da lui progettata nel 1927 ma la moto che ricordiamo più di tutte - e che è passata alla storia - è la Black Shadow (insieme a quel vero e proprio unicorno della sua sorella destinata alle compezioni che è la Black Lighting).
La Black Shadow (ne furono costruite diverse versioni, fino alla "D") era una bicilindrica di 1000 cc a V di 50°, dotata di sospensione posteriore cantilever a due ammortizzatori e forcella “Girdraulic” con brevetto Vincent (non per tutte le versioni, alcune montavano forcelle Brampton più convenzionali). L'impianto frenante era costituito da una coppia di tamburi sulla ruota anteriore e un singolo tamburo al posteriore, la stessa ruota posteriore poteva essere rimossa senza attrezzi, mentre le prestazioni della Black Shadow parlavano di una velocità massima di 200 km/h. Dimenticavamo di dire che la moto nacque nel 1948.
Ancora più esclusiva e performante la Black Lighting, la versione racer il cui motore da 998 cc era capace di sprigionare ben 71 cv, 15 in più rispetto al modello di partenza, che fu protagonista di record di velocità. Moto che furono leggendarie nella propria stessa epoca la cui produzione fu però fermata nel 1955 con la versione D che ne fu il canto del cigno. Oggi della Black Lighting ne esistono pochissimi esemplari, disputati a suon di dollari dai collezionisti: ne furono costruiti soli 31 esemplari di cui, ad oggi, ne rimangono solo 18.
Tutto questo per dire che Vincent non è un nome qualsiasi e la produzione di una moto con questo Marchio potrebbe prevedere un certo tipo di approccio, probabilmente più premium se si vuole rispettare fino in fondo l'eredità Vincent.
Cosa ne farà quindi Bajaj? La concorrenza domestica - leggi TVS con Norton e Mahindra con BSA - ha già fatto in tempi recenti campagna acquisti per avere in casa un brand inglese con radici storiche profonde e riconosciute. Tutto questo lasciando da parte Royal Enfield che il marchio “storico” ce l'ha già (ha già 121 anni di una storia nata in Inghilterra) e segnaliamo che curiosamente Meteor in passato era non solo il nome della 500 cc degli anni '50 ma anche il nome di una moto Vincent (nulla di strano: certamente qualcuno ricorderà la Norton Dominator). Ricordiamo che la stessa Bajaj pochi anni ha fa richiesto i diritti per l'utilizzo del marchio statunitense Excelsior-Henderson per moto, parti e abbigliamento e ha in atto una collaborazione con KTM, anche per i veicoli elettrici.
Qualche indizio potrebbe venire dal fatto che Bajaj ha già una partnership con Triumph per la produzione di una media cilindrata, un modello globale che – ipotizziamo – in India potrebbe forse prendere il nome Vincent, un brand che può raccontare molto agli appassionati se, supponiamo, accostato ad una modern classic. Non ci sono state rilasciate altre informazioni ma probabilmente non ci vorrà molto per avere qualche notizia in più. Non resta che attendere.
Foto apertura: Bajaj Pulsar N160