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Se avete letto la prova del nostro Edoardo Licciardello durante la presa di contatto a Nardò con i Pirelli Diablo Rosso IV dovreste ormai sapere quasi tutto su come sono fatte le nuove gomme di Pirelli, restano escluse giusto alcune chicche che tra poco potrete leggere qui sotto; nella prova che state per leggere abbiamo avuto modo di portare i Rosso IV non soltanto in pista (a Pergusa su asciutto e con l'interessante digressione sul cicuito di test austricaco del Wachauring per una sessione sul bagnato) ma anche su strada, che poi sarebbe il terreno elettivo di una gomma che nasce per l'impiego stradale e non specificamente per quello tra i cordoli ma... è veramente così?
Per rispondere a questa domanda e farvi capire meglio le nostre impressioni dopo un'intensa prova fatta di tanti chilometri a bordo di sei moto diversissime - non solo per estrazione ma anche per filosofia di progetto -, facciamo un breve passo indietro: la gamma Diablo nasce nel 2002 per rappresentare il top delle prestazioni e della tecnologia Pirelli nel mondo dei pneumatici moto ad alte prestazioni e sicuramente qualcuno di voi riuscirà ad accostare come eventi quasi coevi la nascita del brand Diablo e quella dell'indimenticabile Ducati 998; poi, nel 2008 la famiglia si allarga con la stirpe dei Diablo Rosso (era l'epoca della prima BMW S1000RR, ricordate?) a distinguere quei prodotti dedicati all’utilizzo sportivo principalmente su strada. Le due moto citate fissarono limiti prestazionali, dinamici e concettuali che, nei rispettivi anni di debutto, forse credevamo potessero essere superati soltanto con l'immaginazione. Fast forward fino al 2021: se oggi entrassimo in pista o sul misto con la Ducati 998 o con la BMW S1000RR del 2008 non potremmo certo prenderci le stesse libertà concesse dalle loro eredi di oggi, l'evoluzione delle moto - in senso assoluto - ha fatto passi da gigante e spostato più in alto l'asticella delle prestazioni ma, contemporaneamente, ha pure allargato il range di utilizzo rendendo più accessibile la guida a parità di ritmo e di capacità del pilota.
Allo stesso modo l'evoluzione degli pneumatici in questi anni ha compiuto veri e propri balzi tecnologici e quella che è sempre stata una coperta corta è progressivamente andata allungandosi riuscendo in alcuni casi a coniugare prestazioni stradali (durata, resistenza ai cicli termici, confidenza fin dai primi metri, tenuta sul bagnato, prevedibilità, comfort e così via) a caratteristiche di prodotti quasi racing (grip sul fianco, agilità, valori di spinta adeguati alle potenze delle ultimissime hypersport).
Questo per rispondere alla domanda iniziale e dirvi che le Pirelli Diablo Rosso IV ci hanno colpito per l'ampiezza dello spettro di utilizzo e che le ottime doti messe in mostra in strada sono state confermate in pista, contesto dove bisogna saper chiedere veramente tanto alla moto (e a se stessi) per desiderare coperture molto più corsaiole come le Diablo Supercorsa SP, destinate principalmente al circuito, o le Rosso Corsa II, meno specialistiche delle Supercorsa SP ma pur sempre rivolte a un uso bilanciato tra strada e pista: rispetto a queste, le Rosso IV vengono dichiarate da Pirelli come garanti di una resa chilometrica superiore e di un miglior comportamento su bagnato.
Tutto nuovo: mescole, strutture, profili. Per vincere la sfida di calzare un panorama eterogeneo di moto che spazia dalle supersportive alle hypernaked e alle crossover piccole e grandi, con caratteristiche progettuali e di performance lontanissime l'una dall'altra, Pirelli ha concepito una gomma dove il battistrada dello pneumatico anteriore è suddiviso in tre zone utilizzando due mescole differenti: la fascia centrale presenta una mescola più dura ad alto contenuto di silice e occupa il 50% della porzione del profilo. In soldoni, fino ai 35° di piega si usa la stessa mescola al fine di evitare discontinuità di guida nell'inserimento in curva. Le fasce laterali hanno, com'era prevedibile, una mescola più morbida, sempre ad alto contenuto di silice.
Al posteriore troviamo uno pneumatico bimescola o trimescola a seconda della misura: fino al 190/50 la gomma è bimescola dove, secondo il noto schema Cap&Base, la mescola più dura è Full Silica, sta alla base e fuoriesce nella fascia centrale per garantire un rapido warm up e un chilometraggio elevato. Le mescole laterali, sempre ad alto contenuto di silice, sono più morbide. Qui la struttura è zero gradi in acciaio con corde in Rayon di maggior rigidezza e allo stesso tempo distribuite con una fittezza minore del 20% rispetto al Rosso III: più spazio alla gomma e miglior feeling e precisione di guida.
Dal 190/55 in poi, cioè da quelle misure che vengono calzate da moto di cilindrata e prestazioni maggiori, il battistrada viene suddiviso in cinque zone utilizzando tre mescole differenti: una mescola centrale, più dura, a elevato contenuto di silice garantisce per favorire il warm up e il grip chimico su fondo bagnato, una mescola intermedia Full Silica, più morbida di quella centrale, mentre la mescola delle spalle è 100% Carbon Black e deriva direttamente dalle mescole delle Diablo Supercorsa SC impiegate nelle competizioni endurance. Anche qui troviamo lo schema Cap&Base ma cambia anche la struttura che diventa in Lyocell a tre filamenti, con un basso rapporto di deformazione per dare supporto e spinta anche quando i 200 e oltre cavalli delle moderne maxi sportive e maxi naked chiedono tutto allo pneumatico.
Profumo di SBK per i profili: Pirelli è fornitore unico per le derivate di serie e capitalizza l'esperienza anche sui prodotti stradali attraverso il profilo multi-raggio dove la fascia centrale presenta un profilo più acuto per facilitare la discesa in piega e i cambi di direzione, mentre le fasce laterali presentano una curvatura minore, alla ricerca del massimo grip in curva a gas spalancato.
Da notare che, rispetto al suo predecessore, il Rosso IV nella misura 200/55 ha un profilo più alto di 10 mm al centro e più largo di circa 9 mm ai lati, per offrire manegevolezza e grip in piega. Unico – in termini di struttura e mescole - lo pneumatico anteriore, cui va il notevole carico di lavoro di “dialogare” con posteriori così diversi per sezioni e strutture.
Rispetto al Rosso III il rapporto vuoti/pieni è diverso: pur mantenendo il taglio a fulmine, sulla gomma anteriore è diminuito di circa il 30% per avere un pneumatico più slick oltre i trentacinque gradi di angolo di piega; l'inverso è stato fatto al posteriore dove il rapporto vuoti/pieni è stato diminuito in prossimità della zona centrale per favorire il consumo omogeneo e il comportamento a gomma usurata.
Risultati? I collaudatori Pirelli passando da Rosso III a Rosso IV dichiarano di aver migliorato il proprio tempo sul giro a Pergusa di quasi 2,5 secondi (a parità di moto: BMW S1000RR), ma miglioramenti notevoli vengono dichiarati anche per le performance sul bagnato e in frenata e, anche se il nostro manico non è paragonabile al loro, dopo il nostro test non facciamo fatica a credergli.
Quattro moto, quattro stili e categorie totalmente diverse, ma il Diablo Rosso IV ci ha convinto fin dai primi metri. Due le sensazioni che appaiono chiare salendo e scendendo velocemente da una moto all'altra. La prima, il warm up ridottissimo, pochi metri per sentire accordate le due gomme tra loro, qualche curva per avvertire la sensazione di solidità di appoggio e poi si è progressivamente liberi di sfruttare il 100% delle performance – che in strada vogliono dire anche sicurezza - dei Rosso IV. In seconda battuta, non sono coperture capaci di smorzare la personalità della moto sulla quale vengono installati, per capirci: non riducono a comun denominatore motociclette diverse come la Honda CB1000R o la Ducati SuperSport 950, piuttosto ne esaltano manegevolezza e personalità.
Veramente notevole la comunicativa ad andature relativamente rilassate, dove i Rosso IV non danno mai la sensazione di vaghezza nell'appoggio ma, invece, invitano a spingere e piegare, garanti di una precisione in traiettoria che in strada si traduce anche nella capacità di assistere in eventuali manovre di emergenza. Sugli asfalti non ottimali restituiscono fedelmente lo stato dell'aderenza ma, a spanne e sopratutto per le misure più grandi, ci sono sembrati appena più rigidi e meno confortevoli del precedenti Rosso III: per capirlo veramente servirebbe però un confronto back to back. Quando il ritmo aumenta sembrano non averne mai abbastanza, nel senso che il grip anteriore e posteriore è sempre molto più che abbondante a meno di errori di guida, ma anche sbagliando qualche curva e entrando con in freni in mano la neutralità di comportamento consente di mettere una pezza e di chiudere la traiettoria in tranquillità.
È davvero una gomma prevalentemente stradale? Pergusa, curvone prima dell'ultima variante: non è la prima volta che chi scrive lo percorre su una Ducati Streetfighter V4 S, inclinato sul fianco destro dopo aver fatto short-shift tra terza e quarta e in attesa che la quinta si allunghi per effetto della piega via via meno pronunciata. La cavalleria della Streetfighter è tantissima ma qui i Diablo Rosso IV danno l'impressione di non soffrire l'impressionante spinta del quattro cilindri, la stabilità è irreprensibile, la moto resta comunque direzionale e pronta, priva di bizze, assolutamente solida e prevedibile fino all'inserimento della sesta e ben oltre i 260 indicati, velocità oltre la quale meglio spiccicare lo sguardo dal display per prepararsi alla staccata dove l'anteriore restituisce un grande sostegno fino a centro curva, per poi mettere in mostra una rimarchevole agilità nel cambio di direzione successivo, in pieno accordo con il posteriore. Quello che per certi versi stupisce, e che nella peculiare misura 200/60 per la hypernaked di Borgo Panigale emerge ancora più chiaramente, è che in pista questi pneumatici sono in grado di regalare prestazioni elevate e di mantenerle con costanza: non saranno alla pari delle sorelle Rosso Corsa II ma ci si avvicinano. Tra i cordoli non si fa fatica a percepire il carattere a tratti racing delle Rosso IV, garanti su ognuna delle moto in prova di un feeling di guida eccellente, stabilità e precisione. Warm up, anche qui, immediato e in pista quella sensazione di maggiore rigidezza della gomma si trasforma in rigore sia in frenata che in accelerazione, anche sull'angolo, e porta il pensiero a speculare sulla capacità di un unico anteriore di armonizzare posteriori così diversi per misure, strutture e mescole.
aggiornamento del 3 novembre 2021
Interessantissima e illuminante digressione "wet" - che vi raccontiamo nel video che trovate qui sopra - quella che Pirelli ci ha permesso di compiere sul circuito del Wachauring, in Austria. Alternandoci alla guida di una BMW S1000R e della sorella crossover XR abbiamo potuto finalmente mettere alla frusta i Rosso IV anche sul bagnato, liberi da condizionamenti stradali. Il risultato lo trovate nel video, ma dopo una prova su un circuito di test allagato e in condizioni controllate che permettono manovre altrimenti folli su strada e replicabili soltanto in condizioni di emergenza abbiamo compreso meglio il significato di espressioni come "contact feeling": le Rosso IV hanno un comportamento eccellente sul bagnato, con un rigore direzionale e una capacità di far avvertire con precisione l'alto limite di aderenza che mette la parola fine ai timori quando si viene sorpresi da un temporale durante una gita sui passi. Ovviamente abbiamo usato per tutte e due le moto impegnate nei test la mappa Rain, ma non si deve pensare che l'uso di una mappa più aggressiva metta in difficoltà le Rosso IV, più che altro sollecita maggiormente l'elettronica di bordo che dialoga magnificamente con le gomme anche quando l'asfalto è una piscina e permette, ad esempio, di frenare con forza da 130/140 km/h senza reazioni impreviste e con spazi di frenata di tutto rispetto.
Le Pirelli Diablo Rosso IV sono coperture che sembrano aver allungato la famosa “coperta corta”: possiedono un comportamento in pista da sportive di razza e tale da impensierire prodotti più specialistici, ma con la stessa neutralità e prevedibilità di comportamento di una gomma prettamente stradale; Pirelli inoltre dichiara che il chilometraggio utile è stato mantenuto identico a quello della versione precedente che, per inciso, resta in listino. Difficile trovare veri difetti e, ovviamente, non possiamo dire nulla sulla durata.
Chi deciderà di metterle sui propri cerchi sarà probabilmente l'utente cui piace la guida vivace – tanto vivace - ma non vuole rinunciare alle prerogative di uno pneumatico nato per mantenere relativamente a lungo le prestazioni globali per le quali è stato progettato e che, ogni tanto, vuole anche concedersi un turno in circuito con la sicurezza di prestazioni più che adeguate anche alle potenze delle maxi sportive. Data la varietà di misure e di strutture, i Diablo Rosso IV sono destinati a decine di modelli di varia potenza, estrazione e peso ma, se vogliamo, potrebbero essere anche un metodo piuttosto rapido per “svecchiare” moto non più giovanissime e avvantaggiarsi di quella evoluzione quasi ventennale di cui parlavamo all'inizio: ma anche qui, per essere sicuri, dovremmo fare un confronto diretto. Perché no?
A partire da febbraio 2021 i Pirelli Diablo Rosso IV sono disponibili nelle seguenti misure:
Anteriore
110/70 R 17 M/C 54 H TL Q4 2021
110/70 ZR 17 M/C 58W TL Q3 2021
120/60 ZR 17 M/C (W) TL Q3 2021
120/70 ZR 17 M/C (58W) TL Q1 2021
120/70 ZR 17 M/C (58W) TL (C) conforme CCC Q4 2021
Posteriore
140/70 R 17 M/C 66 H TL Q4 2021
150/60 R 17 M/C 66 H TL Q4 2021
150/60 ZR 17 M/C 66W TL Q3 2021
160/60 ZR 17 M/C (69W) TL Q1 2021
180/55 ZR 17 M/C (73W) TL Q1 2021
180/55 ZR 17 M/C (73W) TL (C) conforme CCC Q4 2021
190/50 ZR 17 M/C (73W) TL Q4 2021
190/55 ZR 17 M/C (75W) TL Q1 2021
200/55 ZR 17 M/C (78W) TL Q1 2021
200/60 ZR 17 M/C (80W) TL Q4 2021
Pneumatico: Pirelli Diablo Rosso IV
Meteo: Sole, Nuvoloso, 14°
Luogo: Enna, Pergusa
Moto: BMW S1000RR, BMW S1000XR, Ducati Streetfighter V4S, KTM 890R, Ducati Supersport 950S, Honda CB1000R
Riprese: Daniele Onorato
Foto: Fabio Grasso
Casco: Caberg Drift Evo
Tuta: Spidi Supersonic perf Pro
Guanti: Spidi Carbo 5
Stivali: Spidi XP9-R