Circuito di Siracusa. Scopriamo a che punto sono i lavori
Venti milioni di euro per riportare lo storico circuito di Siracusa agli antichi splendori. Nuovi il tracciato, i box, la sala stampa e la direzione gara. I cancelli apriranno nel 2012
3 marzo 2011
Un circuito che ne ha viste di tutti i colori. Dal Cavallino ai cavalli...
Il circuito di Siracusa fu teatro di un’intensa attività sportiva, ospitando negli anni cinquanta pure Gran Premi automobilistici di F1, ma cessò la sua attività nel 1969 in vista di un totale rifacimento iniziato nel 1973 e mai ultimato, quindi fu chiuso e lasciato in stato di abbandono; nonostante questo, ogni fine settimana molti motociclisti entravano in pista dai numerosi varchi proditoriamente aperti nelle barriere di protezione; a dire la verità, io che c’ero, posso assicurare che il traffico in pista era non solo tanto, ma anche eterogeneo: ci trovavi di tutto, dai motorini truccati alla supersportiva, fino ai cavalli al trotto e non è detto che tutti andassero allo stesso passo e nello stesso senso, anzi; il rischio di farsi male era altissimo e immancabilmente la situazione si compromise al punto che ci scappò il morto.
Negli anni '90
Alla fine degli anni novanta il circuito riprese ad essere utilizzato legalmente grazie alla meritoria opera di un’organizzazione locale (Melluzzo Corse), con prove libere, scuole di guida sportiva ed è tuttora usato per la sperimentazione da parte del Pirelli/Metzeler test team: grazie alla Melluzzo Corse tutti abbiamo tirato un respiro di sollievo.
Un giro di pista
L’Autodromo di Siracusa dista da Casalecchio del Reno più di milleduecento chilometri, la mia Morini per arrivarci ha fatto il giro largo, ma oggi finalmente ne percorre lentamente il rettifilo di partenza in un silenzioso mattino di febbraio. L’asfalto è sconnesso, bianchissimo, solo le traiettorie sono state riasfaltate anni addietro ma anche questi rattoppi sono ormai consunti.
Vengono i brividi a pensare come qui, prima della curva a sinistra da terza marcia, le mille arrivino a 280. Proseguendo, trovo in mezzo al tracciato i birilli che i tester Pirelli usano per le loro prove, le erbacce sui cordoli a gradino, avverto il forte odore di agrumi diffuso dai limoneti che costeggiano l’impianto imbibire l’aria.
La Sport 1200 sulla quale mi trovo è con ogni probabilità l’ultima Morini a percorrere il famigerato curvone sinistrorso “Bozzanca” prima che venga ridisegnato in nome della sicurezza; mi fermo un attimo, fisso nella memoria queste silenziose immagini sapendo che tra poco i luoghi muteranno; riparto verso i box dove trovo i signori Melluzzo, veri e propri motori propulsivi della rinascita del circuito, e Matteo Cavalcante, memoria storica e gentilissimo dispensatore di aneddoti e notizie sulla storia dell’impianto. Dalle facce, dai modi, dagli sguardi capisci perché certa gente è felice. Forse perché ama le cose che fa e sa di essere promotore di un cambiamento.
Il progetto di riqualificazione spiegato da Roberto Randi
Vengo presentato al gentile e disponibile Dott. Roberto Randi, amministratore della AIS - Autodromo Internazionale di Siracusa, la società per la progettazione, riqualificazione e gestione dell’autodromo che è stata creata dalla Valerio Maioli s.p.a cui è stata affidata dalla Provincia di Siracusa la progettazione, l’esecuzione dei lavori e la gestione dell’autodromo.
Randi è un ravennate di quarantacinque anni, trasferitosi con la famiglia in Sicilia per seguire da vicino il progetto, caso raro di emigrazione verso sud: è un uomo sorridente, che mi accoglie con una serena stretta di mano e un pizzico di motivato orgoglio nel mostrarmi il progetto della riqualificazione del circuito che prevede non solo l’adeguamento del circuito principale di 5.404 metri, con l’obiettivo di una riduzione delle punte velocistiche e dell’aumento della sicurezza per i piloti («il circuito è stato disegnato negli anni settanta, ora le moto vanno molto più forte», mi sussurra quando chiedo un perché tutto sommato abbastanza ovvio), ma pure la creazione di due tracciati minori (lunghi 2.707 e 2.549 mt.), ognuno con il proprio paddock, utilizzabili anche contemporaneamente e apre di fronte a me il progetto che prevede la sopraelevazione della direzione gara e la realizzazione di una sala stampa per circa cento giornalisti, sale conferenza e servizi adeguati ad un utilizzo della struttura anche al di fuori degli eventi strettamente sportivi. Chapeau!
Il progetto è di ampio respiro e va reso merito alla Valerio Maioli s.p.a di averci veramente creduto fin dal 2005 e di averformalmente inaugurato i lavori alla fine del 2010.
Purtroppo, Randi mi confida che le consuete pastoie burocratiche non consentiranno di riaprire il tracciato principale prima della fine di quest’anno seppure i mezzi messi in campo permetterebbero tranquillamente di ultimare i lavori in tempi molto più brevi.
Le attività previste alla riapertura si rivolgeranno principalmente all’utenza motociclistica, con prove libere, test e gare. La ristrutturazione prevede, tra l’altro, la totale riasfaltatura del circuito, l’adeguamento alle norme internazionali sulla sicurezza e non risparmierà i box che diventeranno 42.
Arriverà anche la Superbike?
Roberto Randi rende la conversazione piacevolmente informale e al termine del nostro incontro, prima di ringraziarlo e congedarmi, accenno alla possibilità di ospitare una gara di Mondiale Superbike a Siracusa; lui mi guarda sorridente e le sue mani annodate si schiudono in un impeto di comprensione verso l’appassionato che ha davanti, ma frena subito: portare 40.000 o 50.000 spettatori a Siracusa non è uno scherzo e non è banale; l’AIS rimane concretamente con i piedi per terra e intende affrontare questa sfida con la serietà di un progetto che prevede una concessione trentennale e un investimento di oltre venti milioni di Euro.
Antonio Privitera
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