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L’ora dopo la quale nulla sia più uguale a prima scocca alle 11 e 36 della vigilia di Ferragosto, in una giornata insolitamente piovosa per essere piena estate: in pochi secondi, una sezione di circa 200 metri compresa tra la pila 8 e la 10 del viadotto Polcevera, più noto come Ponte Morandi, scompare nel nulla.
E trascina con sé, dopo un volo di oltre 70 metri in una nube infinita di polvere, macerie e pioggia, tutto quello che stava transitando sopra, auto e camion, e soprattutto inghiottendo per sempre ben 43 persone.
Vite, sogni, desideri, speranze, amori ed amicizie tranciate in un attimo.
Resta, muto testimone di una tragedia che non ha eguali nella storia italiana, un camion verde, arrestatosi miracolosamente a pochi metri dal baratro.
Sarà l’immagine che identificherà in tutto il mondo la tragedia del ponte Morandi.
Non senza polemiche - perché in Italia davanti alle tragedia di rinuncia a tutto, ma non certo alla voglia di farne - vengono celebrate nel padiglione B della Fiera di Genova le esequie di Stato di molte delle vittime: sono presenti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte e altri esponenti del governo, ma anche i vertici di Autostrade, la società sulla quale iniziano ad arrivare le prime accuse per una gestione non proprio attenta della manutenzione del ponte crollato.
Il coinvolgimento dell’intera Italia all’ultimo saluto alle vittime è enorme, con momenti di raccoglimento in ogni luogo della Penisola, anche nei luoghi classici delle danze, come spiagge e località turistiche.
25 agosto 2018 - I primi nuclei familiari di sfollati, su 258 totali, a nemmeno una settimana dal crollo ricevono le chiavi di una nuova casa, mentre l’emergenza abitava verrà chiusa entro l’inizio di novembre.
Nello stesso giorno, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, viene nominato commissario delegato a gestire l’emergenza e nella stessa ordinanza il governo stanzia 33 milioni di euro per i primi interventi.
6 Settembre 2018 - La procura di Genova iscrive nel registro degli indagati la società Autostrade per l’Italia insieme a venti persone, con l’accusa di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti; ad oggi gli indagati risultato diventati ben 74.
4 Ottobre 2018 - Il sindaco di Genova Marco Bucci viene nominato commissario straordinario alla ricostruzione del viadotto Polcevera dal Presidente del Consiglio.
15 Novembre 2018 - Il decreto a favore di Genova, che stabilisce i poteri del commissario alla ricostruzione, le indicazioni per gli indennizzi agli sfollati e gli aiuti ai cittadini e imprese colpite, oltre all’istituzione di una zona franca urbana, dopo due mesi di discussioni e polemiche, viene approvato a palazzo Madama.
Il decreto stabilisce che sarà Autostrade a pagare le spese, ma stanzia anche 30 milioni all’anno in caso la società non rispettasse l’obbligo.
Nel provvedimento, curiosamente, non si parla solo di Genova: vengono inserite anche le pratiche di condono a Ischia e lo smaltimento dei fanghi di depurazione.
E anche questo diventa fonte di nuove polemiche e discussioni.
La proposta di Renzo Piano, con l’idea del “ponte – nave” presentata dalla cordata Salini Impregilo con Fincantieri viene scelta per il nuovo viadotto che sostituirà il Morandi: il progetto dell’archistar genovese prevale alla fine su quello dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava, dopo aver superato la concorrenza di altri 15 progetti arrivati da tutto il mondo alla struttura commissariale cui spettava la scelta.
"Questo ponte dovrà durare mille anni": è il commento di Renzo Piano nel presentare il suo progetto.
18 Gennaio 2019 - Viene firmato il contratto unico, che prevede responsabilità separate in caso di penali, tra struttura commissariale, Ati dei demolitori (Fagioli, Omini, Ireos e Ipe Progetti) e consorzio di costruzione PerGenova (Salini Impregilo e Fincantieri con Italferr); in occasione della firma, il sindaco e commissario Marco Bucci annuncia che il nuovo pronte sarà percorribile il 15 aprile 2020.
9 Febbraio 2019 - Dopo un sopralluogo al cantiere da parte del premier Giuseppe Conte si procede con il taglio e lo smontaggio dell’impalco tra le pile 7 ed 8: inizia così la fase operativa della demolizione del troncone superstite del viadotto Morandi e delle abitazioni sottostanti.
25 Giugno 2019 - Alla presenza del ministro Danilo Toninelli, dei commissari Giovanni Toti e Marco Bucci e dei vertici del consorzio Per Genova, la prima gettata di cemento per la futura pila 9 segna l’avvio, e non solo simbolico, della ricostruzione del futuro “Ponte per Genova”.
28 Giugno 2019 - Bastano sei secondi (per il video, vedi qui) per cancellare 50 anni di storia: in una nuvola di polvere, fango e detriti, le pile 10 e 11 ancora intatte del Ponte Morandi - inaugurato alla circolazione il 4 settembre 1967 - scompaiono nel nulla, frantumate dalla potenza di una tonnellata di esplosivo e sono scomparse nel nulla.
Un’operazione coordinata e perfettamente eseguita dalla Siag, in collaborazione con il genio militare.
Un momento altamente spettacolare, catturato da centinaia di telecamere e rilanciato da tv e canali social in tutto il mondo.
Da qui Genova, "la città ferita e squarciata nel cuore, che però non si arrende" come ebbe a descriverla in cardinal Bagnasco durante la cerimonia funebre per le vittime del crollo, riparte.
Un colosso dalla struttura in acciaio, con una travata continua per una lunghezza totale di 1.100 metri, sostenuto da 20 campate: il nuovo viadotto avrà pile in cemento armato con passo costante di 50 metri, tranne quella sul Polcevera e la campata sopra le linee ferroviarie, che saranno di 100 metri; la carreggiata sarà larga 25 metri, i piloni saranno 22.
Rispetto al progetto originario, non ci saranno più i 43 lampioni in ricordo delle vittime, a illuminare il percorso: il memoriale troverà spazio sotto il ponte, nel nuovo parco. Il costo complessivo dell’opera è stimato in 202 milioni di euro.
Oltre le strutture che vengono ricostruite, la vita all’ombra delle macerie del ponte Morandi continua: sono i "resistenti" di via Porro e dintorni, che a differenza degli sfollati non hanno perso la casa, ma combattono la loro battaglia tutti i giorni a pochi metri dalla zona rossa, tra le preoccupazioni per l’amianto e le polveri del cantiere e le difficoltà di un quartiere ormai fantasma.
Tra le tante angosce per un domani ancora incerto, cercano motivi per alimentare la speranza: un segnale forte, come la nascita di Samuele arrivato a maggio, che insieme ai genitori vive proprio qui.
Perché, come dicono mamma Lucia e papà Paolo, "Qui abbiamo comprato la nostra casa e qui abbiamo deciso di far crescere nostro figlio. La vita va avanti e Samuele ne è la prova".