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Guardrail assassini. E’ il tema che abbiamo affrontato pochi giorni fa nell’intervista alla coraggiosa madre di Elena Aubry, caduta a Roma con la moto nel maggio scorso e purtroppo deceduta.
La sua protesta è arrivata fino al ministro Toninelli, che l’ha ricevuta e si è impegnato personalmente ad accelerare l’iter legislativo su due piani: il decreto di attuazione e recepimento delle normative europee e poi le emanazioni delle “istruzioni tecniche per l’uso e l’installazione dei dispositivi di ritenuta stradale”; queste ultime in base al DM 233 del giugno 2011, istruzioni che avrebbero dovuto arrivare entro dodici mesi da quella data. In Italia i tempi sono lunghi: pensate che solo nel marzo 2016 il tavolo degli specialisti (gestori, tecnici, produttori delle barriere ecc.) stese una bozza di decreto.
La bozza ricevette anche l’ok del Consiglio superiore dei lavori pubblici e, nell’attesa dell’approvazione, il Ministero aveva persino espressamente autorizzato i gestori “alla istallazione sperimentale dei dispositivi salva motociclisti”.
Vi terremo aggiornati sulle mosse del Ministro, ed ora ascoltiamo Mario Volta, il presidente di MotorLab di Bologna che ha lanciato il progetto “adotta un DR46”. E’ una campagna rivolta alle pubbliche amministrazioni sensibili all’argomento sicurezza. L’obiettivo è offrire a costo zero quella fascia gialla da installare sui guardrail esistenti a protezione dei motociclisti, per scongiurare l’impatto contro i pali di sostegno e lo scivolamento sotto le lame d’acciaio.
I tempi sono grami, sulle nostre strade: sempre più trascurate per i tagli delle risorse, per la nebulosa sorte delle province, per la confusione legislativa eccetera. Peraltro le pubbliche amministrazioni ed i gestori rischiano molto, in materia: numerose condanne stanno fioccando sui Comuni per gli incidenti motociclistici contro i guardrail, per la loro conformazione o per omessa manutenzione (in base all’articolo 14 del Codice della Strada e alla legge 29.7.2010 n.120). «Il dispositivo aggiuntivo – dichiara Mario Volta - non richiederebbe nemmeno la marchiatura CE, seppure abbia superato le prove europee in qualità di pertinenza e manutenzione straordinaria delle barriere già in opera». E per fortuna già tanti gestori lo hanno adottato, magari appunto in forma “sperimentale”, su alcune rampe autostradali e sulle curve più pericolose di strade statali. Riducendo così, sebbene in misura ancora inadeguata, la mortalità, i lutti, le lesioni e i costi sociali.
MotorLab, associazione motociclistica sportiva e di promozione sociale senza fini di lucro, fa la sua parte con una ricetta semplice: è in sostanza un patto di collaborazione con i gestori delle strade, ai quali prima segnala le curve pericolose per i motociclisti e poi offre il DR46, che acquista in prima persona nella metratura del progetto; infine, per coprire il costo, trova aziende (o enti, o Comuni) che vogliano comparire con l’adesivo del loro marchio e collaborare alla sicurezza e al progresso sociale.