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"Pista. Che passione!
E' qualche anno, che ho deciso di sfogare la mia passione motociclistica, solo in pista. Sapete, la strada è pericolosa. E' inutile promettersi di fare attenzione. Ci sono delle giornate in cui non lo sai cosa ti prende. Ruoti la manetta e non pensi ad altro. Visto che, sono un tipo, che aveva notevoli difficoltà a star tranquillo, ho deciso di cambiare rotta. E allora scelgo la pista. Tutti quelli che conosco, mi dicono che si tratta di un luogo, dove posso sfogare la mia passione, e la mia voglia di velocità, in tutta sicurezza.
Certo, l'imponderabile è sempre in agguato. Ma almeno, non mi trovo un'auto di fronte, il brecciolino in uscita di curva, o un paletto, ma anche un guardrail, contro cui urtare in caso di scivolata. Ma sapete una cosa? Negli ultimi tempi, non è più così vero. Si iniziano a vedere strani atteggiamenti da parte di chi, frequenta le piste. Il numero di persone che affollano i paddock, è aumentato a dismisura. E non mi sembra che tutti, abbiano capito come funziona!
Il mio sfogo, nasce dopo che, lo scorso mese di giugno, ho accompagnato in due occasioni degli amici, a girare in pista a Vallelunga. Ne ho viste di tutti i colori! Un tizio all'uscita dalla esse si ferma, mette il cavalletto, e aspetta gli amici. Il commissario che fa? Scuote la testa, e non gli dice niente. In quattro, escono dalla pitlane e si mettono uno di fianco all'altro, in pieno rettilineo a velocità da passeggio. Intanto sopraggiungono moto, in piena accellerazione. Un tizio esce sulla ghiaia alla prima delle cimini. Quello dietro di lui rallenta e (quasi) si ferma per guardare, facendo così uscire di pista, un altro che seguiva.
Ma vogliamo parlare dei piloti, che sfrecciano nel paddock con le moto, incuranti delle persone che passeggiano? Spesso ci sono anche dei bambini! Sono atteggiamenti che nulla, hanno a che vedere con l'utilizzo della pista. Da lì è nato il mio sfogo su diversi forum di motociclisti.
Discutendone con gli altri utenti, è uscito fuori che sono atteggiamenti che ormai, si trovano un pò d'appertutto. In effetti, ripensandoci, ad aprile ero a Misano. Con la bandiera rossa esposta, tre ragazzi hanno continuato a girare come se niente fosse. Ed infatti una volta fermati, hanno candidamente dichiarato, di non conoscere il significato di quella bandiera.
Ecco, credo di essere arrivato al punto. Manca un' educazione all'utilizzo della pista. E la cosa peggiore, è che a parte rari casi, nessuno fa niente per migliorare la situazione. Possibile che, un pericolo così elevato per tutti gli utilizzatori della pista, possa passare inosservato? E impunito, da parte degli organi preposti al controllo? La cosa che più mi dà da riflettere, è che, se provi a far capire l'errore a chi l'ha commesso, spesso se la prende e ti ci manda... a quel paese!
Dall'altra parte, ci sono gli organizzatori. Non capisco se, non glie ne freghi niente, o se abbiano paura di perdere un cliente. Certo! Perché queste persone sarebbero da allontanare dalla pista! Anche io pago e sono un cliente. Soprattutto, pago per poter vivere la mia passione in sicurezza.
Esiste quindi un modo per migliorare la situazione? A nostro modo di vedere sì! Innanzitutto occorre la conoscenza. Serve che tutti conoscano le regole per l'utilizzo della pista. Perché questo sia possibile, occorre che si organizzino briefing ad inizio giornata, ed altri durante la giornata se necessario. Dove vengano spiegate le regole del gioco. Si deve far capire che si tratta di un gioco pericoloso, dove si pagano le conseguenze di atti sconsiderati e fatti con superficialità. Bisogna punire, chi non rispetta le regole.
Punirne anche uno solo, per istruirne tanti. Punirli come? Con l'allontanamento dalla pista per la giornata in corso. E senza riavere i soldi indietro. Perchè altrimenti, non è una punizione. Punire noi italiani nel portafogli, sembra l'unico modo che possa funzionare purtroppo.
Un ulteriore aiuto, può arrivare dalla suddivisione in gruppi, in base alle capacità di guida (rilevabili con i tempi sul giro). Alcuni organizzatori lo fanno da tempo, e una volta provato il metodo, non conosco nessuno che abbia avuto da ridire. In più di un'occasione, alcuni con cui mi sono confrontato, hanno proposto dei patentini obbligatori per l'accesso in pista.
Insomma, da questa lettera, speriamo possano arrivare spunti interessanti, per fare in modo che le cose possano migliorare. Tenendo i piedi ben saldi a terra però, ci aspettiamo che le cose, restino esattamente come sono.
Però vogliamo sperare...
Cordialmente".
di: Matteo Petaccia, Simone Panico, Tommaso Di Silvestre, Paolo Moresco, Luca Ferrara, Gianfranco Iannone, Flavio Amicone, Mario Durante, Sergio Amicone, Massimo Bene, Rocco Di Felice, Francesco Desiderioscioli, Francesco Di Giovanni, Quintilio Serraiocco, Gianni Di Virgilio, Matteo di Donato, Alessandro Garzilli, Andrea Luberti, Emanuele Galli, Emmanuele Spadaro, Valerio Milizia, Marco Martinelli, Pierluigi Rossi, Elio Caputo, Gianluca Volante, Leonardo Colombo, Vincenzo Lombard, Cristian Giovannini, Roberto Silvestri, Marco Perusi, Davide De Ambroggi, Riccardo Finizio, Luca Portaluppi, Christian Invitti, Andrea Ricci, Mattia Balletti, Loris Temeroli, Andrea Norfo, Luciano Parri, Stefano Pirovano, Marco D'Urso, Stefano Vallazza