Più sicurezza in pista, risponde la FMI

Più sicurezza in pista, risponde la FMI
I rischi della guida sportiva su strada hanno spinto molti -giustamente- verso la pista. Pubblichiamo la lettera di un gruppo di lettori di Moto.it e la risposta dell'FMI
26 luglio 2011

Punti chiave

"Pista. Che passione!

E' qualche anno, che ho deciso di sfogare la mia passione motociclistica, solo in pista. Sapete, la strada è pericolosa. E' inutile promettersi di fare attenzione. Ci sono delle giornate in cui non lo sai cosa ti prende. Ruoti la manetta e non pensi ad altro. Visto che, sono un tipo, che aveva notevoli difficoltà a star tranquillo, ho deciso di cambiare rotta. E allora scelgo la pista. Tutti quelli che conosco, mi dicono che si tratta di un luogo, dove posso sfogare la mia passione, e la mia voglia di velocità, in tutta sicurezza. 

Certo, l'imponderabile è sempre in agguato. Ma almeno, non mi trovo un'auto di fronte, il brecciolino in uscita di curva, o un paletto, ma anche un guardrail, contro cui urtare in caso di scivolata. Ma sapete una cosa? Negli ultimi tempi, non è più così vero. Si iniziano a vedere strani atteggiamenti da parte di chi, frequenta le piste. Il numero di persone che affollano i paddock, è aumentato a dismisura. E non mi sembra che tutti, abbiano capito come funziona!
 

Il mio sfogo, nasce dopo che, lo scorso mese di giugno, ho accompagnato in due occasioni degli amici, a girare in pista a Vallelunga. Ne ho viste di tutti i colori! Un tizio all'uscita dalla esse si ferma, mette il cavalletto, e aspetta gli amici. Il commissario che fa? Scuote la testa, e non gli dice niente. In quattro, escono dalla pitlane e si mettono uno di fianco all'altro, in pieno rettilineo a velocità da passeggio. Intanto sopraggiungono moto, in piena accellerazione. Un tizio esce sulla ghiaia alla prima delle cimini. Quello dietro di lui rallenta e (quasi) si ferma per guardare, facendo così uscire di pista, un altro che seguiva.


Ma vogliamo parlare dei piloti, che sfrecciano nel paddock con le moto, incuranti delle persone che passeggiano? Spesso ci sono anche dei bambini! Sono atteggiamenti che nulla, hanno a che vedere con l'utilizzo della pista. Da lì è nato il mio sfogo su diversi forum di motociclisti.


Discutendone con gli altri utenti, è uscito fuori che sono atteggiamenti che ormai, si trovano un pò d'appertutto. In effetti, ripensandoci, ad aprile ero a Misano. Con la bandiera rossa esposta, tre ragazzi hanno continuato a girare come se niente fosse. Ed infatti una volta fermati, hanno candidamente dichiarato, di non conoscere il significato di quella bandiera.
 

Ecco, credo di essere arrivato al punto. Manca un' educazione all'utilizzo della pista. E la cosa peggiore, è che a parte rari casi, nessuno fa niente per migliorare la situazione. Possibile che, un pericolo così elevato per tutti gli utilizzatori della pista, possa passare inosservato? E impunito, da parte degli organi preposti al controllo? La cosa che più mi dà da riflettere, è che, se provi a far capire l'errore a chi l'ha commesso, spesso se la prende e ti ci manda... a quel paese!
 

Dall'altra parte, ci sono gli organizzatori. Non capisco se, non glie ne freghi niente, o se abbiano paura di perdere un cliente. Certo! Perché queste persone sarebbero da allontanare dalla pista! Anche io pago e sono un cliente. Soprattutto, pago per poter vivere la mia passione in sicurezza.
 

Esiste quindi un modo per migliorare la situazione? A nostro modo di vedere sì! Innanzitutto occorre la conoscenza. Serve che tutti conoscano le regole per l'utilizzo della pista. Perché questo sia possibile, occorre che si organizzino briefing ad inizio giornata, ed altri durante la giornata se necessario. Dove vengano spiegate le regole del gioco. Si deve far capire che si tratta di un gioco pericoloso, dove si pagano le conseguenze di atti sconsiderati e fatti con superficialità. Bisogna punire, chi non rispetta le regole.

Punirne anche uno solo, per istruirne tanti. Punirli come? Con l'allontanamento dalla pista per la giornata in corso. E senza riavere i soldi indietro. Perchè altrimenti, non è una punizione. Punire noi italiani nel portafogli, sembra l'unico modo che possa funzionare purtroppo.
 

Un ulteriore aiuto, può arrivare dalla suddivisione in gruppi, in base alle capacità di guida (rilevabili con i tempi sul giro). Alcuni organizzatori lo fanno da tempo, e una volta provato il metodo, non conosco nessuno che abbia avuto da ridire. In più di un'occasione, alcuni con cui mi sono confrontato, hanno proposto dei patentini obbligatori per l'accesso in pista. 

Insomma, da questa lettera, speriamo possano arrivare spunti interessanti, per fare in modo che le cose possano migliorare. Tenendo i piedi ben saldi a terra però, ci aspettiamo che le cose, restino esattamente come sono.
 

Però vogliamo sperare...


Cordialmente".


di: Matteo Petaccia, Simone Panico, Tommaso Di Silvestre, Paolo Moresco, Luca Ferrara, Gianfranco Iannone, Flavio Amicone, Mario Durante, Sergio Amicone, Massimo Bene, Rocco Di Felice, Francesco Desiderioscioli, Francesco Di Giovanni, Quintilio Serraiocco, Gianni Di Virgilio, Matteo di Donato, Alessandro Garzilli, Andrea Luberti, Emanuele Galli, Emmanuele Spadaro, Valerio Milizia, Marco Martinelli, Pierluigi Rossi, Elio Caputo, Gianluca Volante, Leonardo Colombo, Vincenzo Lombard, Cristian Giovannini, Roberto Silvestri, Marco Perusi, Davide De Ambroggi, Riccardo Finizio, Luca Portaluppi, Christian Invitti, Andrea Ricci, Mattia Balletti, Loris Temeroli, Andrea Norfo, Luciano Parri, Stefano Pirovano, Marco D'Urso, Stefano Vallazza


LA RISPOSTA DELLA FMI

Gentile Signor Petaccia,
rispondiamo a Lei e alle persone che firmano il messaggio.
Riteniamo necessarie alcune considerazioni iniziali: le cosiddette "prove libere" non sono normate dalla FMI, si svolgono su terreno privato (autodromi), sono organizzate direttamente dagli autodromi o sono frutto di accordi tra privati (gestori degli impianti e società organizzatrici). Tra gli Organizzatori, infine, ce ne sono molti ampiamente consapevoli del ruolo che esercitano, delle responsabilità che si assumono, dell'importanza che l'attività in pista si svolga in piena sicurezza.

La FMI, per parte sua, ha in corso da tempo numerosi contatti con le Direzioni degli impianti, per trovare soluzioni condivise che possano ridurre i rischi di un'attività comunque pericolosa.
Un risultato già raggiunto è la possibilità di acquistare la Tessera Sport FMI direttamente nella stragrande maggioranza degli Autodromi italiani. In questo modo non solo si diventa Tesserati FMI, ma si ottiene anche una copertura assicurativa decisamente interessante, che si "accende" al momento dell'acquisto, con caratteristiche simili a quelle di una Licenza Agonistica. Allo stesso tempo, FMI ha in progetto di concordare nuove soluzioni assicurative a favore dei Gestori e dei partecipanti, che potrebbero garantire maggiore "tranquillità" operativa a tutte le persone coinvolte in questa attività.

Si tratta solo di un primo passo. Prossimo obiettivo è quello di stringere nuovi accordi con tutti gli Impianti, affinchè venga adottato in modo uniforme un "protocollo" che potrebbe prevedere, tra l'altro: un briefing accurato, obbligatorio per tutti prima di entrare in pista, dove si spieghi anche il significato delle bandiere di segnalazione; un numero adeguato di ufficiali di percorso; il rispetto del numero massimo di piloti presenti contemporaneamente in pista, secondo quanto stabilito dal Certificato di Omologazione FMI dell'impianto
Il tutto ovviamente aggiunto alle norme già esistenti, a cominciare dall'obbligo di indossare abbigliamento adeguato e montare impianti di scarico a norma.

Siamo convinti che tutti i Responsabili degli Impianti siano già sufficientemente sensibili al problema e concordi con le soluzioni che proponiamo. Nostro compito sarà quello di arrivare all'adozione, nello stesso momento, di una soluzione condivisa da tutti, in modo che non ci siano discriminazioni di alcun genere, né "mancati guadagni" da parte dei più diligenti rispetto ad altri, né possibili polemiche.
Se così fosse, potrebbe diventare addirittura superfluo ipotizzare sanzioni verso i trasgressori. Anche perché ogni appassionato presente in pista dovrebbe essere ampiamente cosciente del pericolo rappresentato da comportanti anomali, non solo verso se stessi, ma soprattutto verso gli altri…
Cordiali saluti

FMI – Ufficio Comunicazione – Massimo Fiorentino

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