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“Quando c’è una méta, anche il deserto diventa strada“: Sandro Paffi ha fatta sua la saggezza dell’antico proverbio tibetano, diventato per lui una sorta di Stella Polare.
Soprattutto se il deserto rischi di trovartelo dentro, come reazione istintiva a una brutta notizia: se a poco più di 50 anni ti diagnosticano il Parkinson, facile abbattersi e pensare che sia finita.
La malattia lo colpisce nel 2014: "Fu uno shock difficile da affrontare, ovviamente, anche se poteva andarmi peggio: i medici avevano ipotizzato un tumore al cervello, oppure la SLA. Invece era 'solo' il Parkinson: comunque una brutta botta, che ti cambia la vita da un giorno all’altro e ti accorcia l’orizzonte".
Prima di allora, una vita come tante: un bel lavoro, gratificante anche se impegnativo e lontano dalla natia Pisa, lo sport come pratica costante e la passione per la moto.
Ecco, appunto, sport e moto: sono diventati per Sandro l’ancora per non andare a fondo, per reagire alla malattia e non abbandonarsi all’inedia e alla disperazione.
Sandro va in palestra, alla scuola di arti marziali Fragale, dove pratica il Muay Thai, antica arte thailandese: e scopre che l’attività fisica gli fa bene, perché contrasta la lentezza e la rigidità che si accompagnano al Parkinson, migliorando la mobilità e la qualità della vita.
E poi c’è la moto: in sella dimentica il male, e l’attenzione nella guida è un valido supporto per tenere desto il cervello.
Costruita da Ceausescu negli anni Settanta per consentire alle truppe rumene di attraversare i Carpazi rapidamente in caso di un’invasione straniera, la Transfagarasan è una delle strade più belle d’Europa, soprattutto se la percorri in moto.
Per Sandro, la destinazione da sempre sognata: vinta ogni incertezza, a luglio è diventata realtà.
Alla fine, saranno 3.635 km corsi via veloci in soli sette giorni attraverso otto confini, insieme alla fidata Transalp 650, con tutto il bagaglio nelle borse laterali, perché "il bauletto posteriore mi fa troppo scooter!" e in compagnia di un amico tedesco.
Un viaggio che non è stato solo un viaggio, ma la prova provata che, appunto, “Quando c’è una meta, anche il deserto diventa strada“.
Giornate intense in sella, con momenti memorabili, a iniziare dall'incontro a bordo strada con un orso, vero signore dei Carpazi, e soprattutto con quegli attimi intensi in cima alla montagna, quando mille pensieri affollano la mente e lo sguardo un po' si offusca, per l'emozione di essere arrivati lì dove sembrava impossibile.
Grazie anche al contributo di alcune aziende (Continental per le gomme, Givi per casco e cupolino, la compaesana Ufo Plast per l’abbigliamento, la KKBike per il kit di trasmissione), con il supporto tecnico di Honda Italia nella persona di Maria Bellusci e della concessionaria Motomania di Pisa, la collaborazione del Motoclub Casanova e del Motokacioclub, senza dimenticare la Bcc di Castagneto Carducci, Sandro ha raggiunto la sua meta: ma non finisce qui.
Prossima destinazione, la Cappadocia: ma di questo avremo modo di parlarne in futuro.
La giornata è scandita da momenti imprescindibili, dei quali l’allenamento in palestra è il più importante: quando sale sul ring e cerca di evitare che l’avversario lo colpisca, Sandro riacquista vitalità e sicurezza che poi si porta dentro tutto il giorno.
E’ stato importante trovare sul suo percorso persone sensibili al problema e capaci di fornire risposte adeguate, come Roberto e Federico Fragale, dell’omonima palestra, e Franco Piccirilli, che lo segue nella pratica marziale.
E poi c’è il mondo social: a sorpresa, Sandro ha scoperto di essere molto conosciuto, e non solo a Pisa.
La sua impresa in moto, raccontata sulla sua pagina Facebook, lo ha reso famoso, e soprattutto è diventato un modello da emulare per i tanti che sono in condizione difficile ma non vogliono arrendersi.
Per approfondire l’argomento, basta scorrere la pagina “Sandro sfida il Parkinson“, dove vengono presentate anche le iniziative dell’Associazione Parkinson di Pisa, di cui Sandro è socio molto attivo.