Nico Cereghini: "Quelli pronti a delinquere in moto"

Targa orizzontale e via: c’è chi parte da casa per andare oltre le regole. E magari è anche pronto a scappare da polizia e responsabilità. Non abbiamo bisogno di motociclisti del genere | N. Cereghini
7 aprile 2010

Punti chiave


Ciao a tutti!
Con la Pasqua e un po’ di sole finalmente si sono visti un bel po’ di motociclisti sulle strade. Strade brutte, quasi sempre, molto brutte perché l’inverno è stato severo con loro, mentre i comuni e le provincie sono stati invece generosi. Nel senso che hanno lasciato fare liberamente alla natura e non si sono quasi visti. Terriccio e smottamenti sulle provinciali, buche e voragini nelle città, ce n’è per tutti i gusti. L’avrete potuto verificare anche voi.
Dopo aver segnato pesantemente il cerchio anteriore della mia moto in una buca urbana profonda tre i 5 e gli 8 centimetri, ed aver dovuto cambiare a mie spese la ruota ammaccata, eccomi qui, vagamente incazzato e incerto con chi prendermela. Con le strade e con i comuni? Bersagli scontati quanto inafferrabili. Decido allora di fare autocritica (è ancora Pasqua…), e prendermela con i motociclisti.

Non con tutti i motociclisti, è naturale, soltanto alcuni. Non quelli che vedo in autostrada con la SV, la fidanzata aggrappata alla schiena e le due borse laterali sempre troppo sporgenti. Loro ci stanno attenti, poi sono innamorati e non fanno male a nessuno. E nemmeno quelli con l’Harley originale o anche con le repliche, che attaccati a quei manubri prendono più aria della madonnina in cima al Duomo, ma soffrono in silenzio. In silenzio se non hanno svuotato gli scarichi, beninteso. E niente da dire anche per i gruppi monomarca, spesso anche monotipo con le GS ultimo model year, che ti viene il sospetto che siano un po’ snob ma pazienza, la loro moto è davvero meravigliosa e contenti loro son contenti tutti.

Oggi me la prendo con quattro motociclisti in particolare: quelli che ho incrociato sulla A4. Quattro supersportive, quattro targhe orizzontali modello anti Tutor, quattro tachimetri incollati ai 220 all’ora. Per farla breve, quattro coglioni.
Non voglio generalizzare, non si sentano coinvolti quelli di voi che guidano la supersportiva e che rispettano le regole sempre, o almeno quasi sempre.
Ma io penso che uno che la mattina tira fuori dal box la sua RRR con la targa spianata, e va ad incontrarsi con tre colleghi equipaggiati nello stesso modo, sia predisposto a delinquere. Sia deciso a spalancare il gas sempre e comunque, anche nel traffico, sia pronto a scappare dalla stradale se lo punta, e magari sia portato a dileguarsi nel malaugurato caso che dovesse provocare un incidente.

Io ho provato a mettermi nei loro panni, capisco che i limiti sono troppo bassi e i motori girano volentieri in alto, che così dà più gusto e che le piste sono care.
Tutto vero, e le regole sono anche troppe, e troppo severe. Ma questa è la nostra società, questa è la realtà con cui fare i conti. Sfuggire in eterno non si può.
E alla fine aggiungo che la moto è già presa di mira da tutte le parti, e non abbiamo bisogno di gente del genere.
Ricomincia la stagione e vorrei che fosse serena per tutti.
 

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