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Scorrere la lista delle specifiche tecniche dell'ultima special prodotta dai ragazzi di Radical Ducati chiarisce abbastanza rapidamente l'origine del nome - Matador - scelto dai due customizer di Madrid: c'è quasi tutto il loro catalogo di parti speciali, più diversi dettagli che gli anglofoni chiamano go-faster parts, ovvero pezzi che non hanno altra ragion d'essere se non rendere il mezzo più veloce.
La ciclistica è basata sul gruppo telaio/telaietto/forcellone RAD 02 in alluminio di Radical; all'avantreno troviamo piastre di sterzo della stessa serie. Le sospensioni sono naturalmente Ohlins con cerchi in alluminio forgiato ITX e impianto frenante misto Brembo/Discacciati. L'altezza del retrotreno è regolabile attraverso un'asta RAD in alluminio.
Il motore - che proviene da una 1198SP, quindi non esattamente fiacco - viene ulteriormente rinvigorito dalla lavorazione dei condotti e dall'installazione di airbox maggiorato in fibra di carbonio e del volano alleggerito. Sempre in zona trasmissione spicca la frizione antisaltellamento EVR, mentre il calore derivante dalle maggiori prestazioni viene smaltito dal radiatore Febur. Lo scarico è composto da collettori 2-in-1 su cui si innesta il finale a coda di pesce RAD. L'impianto elettrico conta su cablaggi RAD e cruscotto racing Aviacompositi.
Le sovrastrutture sono praticamente tutte RAD in fibra di carbonio: parafanghi, codone (dove lo avete già visto? Sulla 999 di Arete Americana), portanumero, puntale/vasca di recupero; sempre RAD i semimanubri e il serbatoio in alluminio, mentre per le pedane i due spagnoli si sono rivolti alla nostrana Rizoma. Il peso finale? 138kg. E adesso diteci che non avreste voglia di guidarla, se ne siete capaci restando seri...
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