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Il panorama degli eventi dedicati al mondo adventure si arricchisce di anno in anno di realtà sempre nuove, ma la prima edizione del Rally del Garda, tenutasi il 6 e 7 aprile scorsi, sembra davvero gettare le basi per un appuntamento destinato a diventare un grande classico del calendario nostrano. Merito del gran lavoro messo in piedi di Niccolò Pietribiasi, pluri campione di enduro e ambassador Yamaha, e da Elisa Carnovali, motoviaggiatrice e tour leader (oltre che biologa nutrizionista), sua compagna nella vita e nell’organizzazione di un evento che ha radunato oltre 250 motociclisti provenienti da tutta Europa. Alla partenza (e all’arrivo) di entrambe le giornate, c’eravamo anche noi. Ecco com’è andata e, soprattutto, cosa ci dobbiamo aspettare per il prossimo anno.
“In questa zona del nord Italia non si svolgeva alcun evento di questo tipo” ci racconta Niccolò, a valle del “suo” Rally, “ecco perché abbiamo deciso di crearne uno”. Una sorta di “isolamento” influenzato, di certo, da una certa refrattarietà da parte delle amministrazioni di questo territorio ad accogliere motociclisti al di fuori dei percorsi asfaltati. “Abbiamo fatto un enorme lavoro di scouting, per individuare ogni possibile sentiero o strada sterrata che fosse percorribile da queste parti”, continua Niccolò, “Grande merito, in questo senso, va ad Elisa, che si è sobbarcata una grande parte di questa attività”. Due tracce, quelle delle due giornate di evento, che si sono snodate lungo zone piuttosto differenti tra loro, pur se relativamente vicine, dal punto di vista chilometrico. Epicentro della manifestazione, infatti, è stato il Ristorante Locanda Ca' del Ponte, di Albaré, frazione di Costermano del Garda, in provincia di Verona. Qui, un grande spiazzo ha permesso ai partecipanti di accamparsi e di creare un punto di ritrovo molto versatile, sia dal punto di vista logistico, che per quanto riguarda gli spazi a disposizione di partner e supporto tecnico. La vicinanza con il casello di Affi, non a caso, ha spinto molti motociclisti provenienti da Austria, Germania e Olanda a prendere parte alla manifestazione, nonostante si trattasse della sua prima edizione. Entrambe le giornate hanno, così, preso il via proprio da questi luogo, per concludersi nello stesso punto, facilitando l’organizzazione degli spostamenti di quanti abbiano deciso di presentarsi muniti di carrello o furgone. Ben nutrita, a questo proposito, è stata la presenza di partecipanti dotata di mezzi particolarmente preparati.
Al contrario di quanto previsto da altri organizzatori, Niccolò ed Elisa non hanno ritenuto di voler limitare la partecipazione ai soli mezzi dal peso superiore a una certa misura. È questa una scelta fatta solitamente per evitare che si presentino al via team o partecipanti eccessivamente orientati alla performance. Una precauzione che per il momento non si è resa necessaria e che ha, al contrario, consentito a quanti desiderassero allenarsi nella navigazione tramite roadbook di prendere parte a questo evento con grande soddisfazione. Niccolò ne fa un motivo di vanto: “Una delle cose che mi ha più soddisfatto è stata ricevere i complimenti sulla tracciatura e sulle note predisposte per quanti abbiano deciso di utilizzare il roadbook. Lo scarto tra le mie indicazioni e la traccia gpx è stato praticamente nullo, per tutta la due giorni. Una precisione che anche le più rodate organizzazioni spesso non riescono ad offrire”. Una cura per il dettaglio che ha fatto la gioia di quanti abbiano scelto di prendere parte al Rally del Garda per allenare le proprie doti di navigazione: un aspetto delle competizioni rally che è difficile mettere alla prova durante l’anno, se non nel corso di competizioni ufficiali. È proprio questo il motivo che ha portato molti piloti o aspiranti tali a presentarsi al via della manifestazione, in una commistione di mezzi che ha visto, in ogni caso, anche una buona presenza di equipaggi desiderosi di vivere un’esperienza meno esasperata.
La prima giornata, in questo senso, ha permesso a tutti di scaldarsi su percorsi molto scorrevoli e poco impegnativi, con una bella escursione verso le colline moreniche che lambiscono le zone di Peschiera del Garda, Valeggio sul Mincio, per spingersi fino a Lonato e il basso bresciano, prima di fare rientro verso la sponda veronese.
Ma è nella giornata di domenica che i più desiderosi di mettere alla prova la propria tecnica di guida hanno trovato pane per i loro denti, con una tracciatura rivolta a nord, in direzione del Monte Baldo. È qui che gli organizzatori hanno saputo introdurre passaggi decisamente più impegnativi, per quanti fossero alla ricerca di quel “brividino” (ce la farò o non ce la farò?) che solo chi pratica off-road riesce ad apprezzare. Le variazioni altimetriche introdotte da Niccolò ed Elisa hanno infatti permesso di arrampicarsi lungo single track di media difficoltà con alcuni passaggi da ricordare (quelli che, come sostiene il nostro amico Massimo di Trapani, ti fanno tornare l’anno dopo), in particolare in discesa.
Una prima edizione, insomma, di certo azzeccata, che lascia presagire una seconda edizione dalle aspettative fin d’ora piuttosto alte: “Ci stiamo già lavorando”, ci racconta Niccolò, “Quello che mi piacerebbe fare è coinvolgere in qualche maniera anche la sponda bresciana. Ma dobbiamo capire come far arrivare i partecipanti dall’altra parte del Lago. E soprattutto dobbiamo capire se le amministrazioni di quelle zone saranno disposte ad accogliere un evento del genere. Di sicuro avremo più spazio per campeggiare, più spazio per partner e aziende del settore, che saranno presenti con i loro prodotti e con le loro moto”. Appuntamento al 2025!