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Come abbiamo già evidenziato su un articolo del nostro gemello Automoto.it, la prima bozza di piano riguardo la destinazione dei fondi ricavati dal Recovery Fund, inviata dal Governo alle Camere, prevede tra le proprie linee guida anche misure per la mobilità; queste, specie se incrociate con l'altra linea guida della rivoluzione verde e transizione ecologica, potrebbero far sperare un intervento a sostegno del comparto automotive.
I fondi del Recovery Fund a disposizione dell'Italia sono circa 209 miliardi divisi tra 81,4 miliardi di sussidi e 127,4 miliardi di prestiti e verrebbero erogati secondo una tabella di marcia che parte dalla presentazione alla Commissione Europea e al Consiglio e, nelle ipotesi più favorevoli, approda entro il primo semestre 2021 alla fase iniziale di erogazione.
Potrebbe anche stavolta essere una buona occasione per il sostegno al mercato moto, tra i tanti duramente colpiti dalla crisi economica causata dalla pandemia; nonostante un periodo di grande entusiasmo nelle vendite (ad agosto si è superata la soglia del 40% in più rispetto allo stesso mese del 2019), i nodi del comparto motociclistico potrebbero venire al pettine in autunno con numeri annuali complessivi in diminuzione rispetto ad un anno fa, sui quali pesa come un macigno la chiusura di due mesi dei concessionari che in alcuni casi soffrono anche la mancanza di moto pronte da consegnare ai clienti.
Tra le pieghe della bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza presentata al Parlamento non ci pare di scorgere alcun provvedimento diretto e specifico in questa direzione. Presenti, invece, specifici richiami alle infrastrutture per la mobilità come il potenziamento della rete stradale e autostradale e alla mobilità pubblica e privata ad impatto ambientale sostenibile, oltre che allo sviluppo digitale in chiave 5G.
Insomma, al momento, il possibile accesso ai fondi del Recovery Fund permette di sperare quantomeno in un miglioramento della rete stradale, in una futura integrazione tra i veicoli e l'ambiente circostante tramite il V2X e nella probabile incentivazione della mobilità elettrica ma non in un sostegno al mercato moto e alla sua filiera produttiva se non in via indiretta attraverso la generale opera di soccorso all'economia nazionale.