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Era l'agosto del 2016 quando due carabinieri oggi in pensione, un maresciallo ed un comandante di due stazioni del basso Salento, avrebbero effettuato di propria iniziativa un sopralluogo per recuperare una moto rubata nella casa del nuovo proprietario che l'aveva acquistata tramite un annuncio sul web. Riconoscendo la propria moto, il cui furto era stato denunciato dallo stesso maresciallo un anno prima, il militare se ne riappropriava. Oggi si è arrivati ad una prima condanna che sicuramente fa discutere perché al termine del processo con rito ordinario, al comandante è stato inflitto un anno di reclusione (pena sospesa) e al maresciallo due annie sei mesi. Il primo infatti è stato condannato per ipotesi attenuata di abuso d'ufficio e per omissione di atti d'ufficio mentre è stato assolto dal reato di peculato con formula piena "per non aver commesso il fatto". Invece il maresciallo è stato condannato per l'ipotesi sempre attenuata di peculato e per omissioni di atti d'ufficio mentre è stato assolto per abuso d'ufficio. Inoltre l'ex maresciallo è stato dichiarato interdetto dai pubblici uffici e incapace di contrattare con la pubblica amministrazione per cinque anni. La richiesta di risarcimento della parte civile è stata invece rigettata.
Il pm, al termine della requisitoria, aveva richiesto la pena detentiva di cinque anni per ciascuno degli imputati, mentre gli avvocati difensori avevano naturalmente chiesto l'assoluzione e ora potranno presentare ricorso in Appello. Come apprendiamo dalla sentenza dunque, i due ex carabinieri avrebbero commesso il reato di omissione di atti d'ufficio ed in particolare il comandante avrebbe dovuto informare la Procura in merito alle attività di polizia giudiziaria che stavano compiendo. Essendosi riappropriato della moto, l'ex maresciallo si trova a rispondere di peculato nonostante ci sia un procedimento penale non ancora partito e finalizzato all'accertamento dei fatti e delle responsabilità.
Fonte: Leccenews24