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Si è tenuta questa mattina a Milano, nella sede ANCI di via Rovello, la presentazione del terzo rapporto sulla mobilità offerto dall’Osservatorio Focus2R.
Una iniziativa promossa da Confindustria ANCMA (l’associazione nazionale che riunisce i costruttori ciclo, motociclo e accessori) e Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia, che fotografa le politiche comunali in favore di ciclisti e motociclisti.
La ricerca ha coinvolto 104 comuni capoluogo di provincia, ma vi anticipiamo subito che il questionario è datato sì 2018, ma riporta le risposte dei comuni al 2017: tredici comuni hanno fornito quelli del 2016 e altri sei – fra i quali Firenze – addirittura quelli del 2015. Per Isernia e Viterbo non erano disponibili informazioni.
Il settore della bici, in questo caso i numeri sono quelli dell’anno 2017, ha visto un leggero calo delle vendite della bicicletta tradizionale (1.540.000 unità), mentre quelle delle bici a pedalata assistita (e-bike) sono aumentate del 19% (148.000 unità disponibili nella rete di vendita) in ulteriore aumento dopo il +120% del 2016.
Dei numeri di vendita di moto, scooter e ciclomotori nel 2018 abbiamo scritto diffusamente (240.000 unità in totale: moto +12,7%, scooter +3,7%, ciclomotori -12,3%, ma con i modelli elettrici a +14% per un totale di 3.000 unità). Grazie anche allo scooter sharing,
i ciclomotori elettrici sono saliti a 2.928 unità (+156%), le moto a 648 unità (+29%), mentre i quadricicli sono scesi a 654 unità (+24%).
L’importanza dei motocicli nella mobilità cittadina è misurata dalla concentrazione di veicoli ogni 100 abitanti. Oltre 26 motocicli/100 abitanti si registrano a Imperia e Livorno, oltre 24 a Savona, Pesaro e Genova, oltre 20 a Siena, Rimini, Catania e Trieste.
L’accessibilità alla ZTL per motocicli e ciclomotori è possibile in 85 comuni (erano 92 nel 2015), ma con alcune limitazioni: ad esempio, entrano solo gli elettrici a Bari, Caserta, Catania, Piacenza, Treviso e Udine. Ad Ancona, Frosinone, e Mazza entrano gli elettrici e gli Euro 3. Nelle ZTL di Roma, Como e Latina accedono gli elettrici, gli Euro2 e gli Euro3.
L’accesso nelle corsie preferenziali riservate ai mezzi pubblici di trasporto resta vietato nell’84% dei comuni capoluogo. E’ possibile accedere soltanto in alcune corsie nelle città di Ascoli, Bergamo, Bologna, Como, Genova e Venezia.
Motocicli e ciclomotori hanno accesso libero nella maggior parte delle corsie a Milano, Parma, Taranto, Livorno (elettrici), L’Aquila e Vibo Valentia.
Sono soltanto tre le città che offrono servizi di scooter sharing, e solo Milano raggiunge numeri di una certa importanza.
L’assessore ai trasporti di Milano, Marco Granelli, presente questa mattina, ha ricordato che nel capoluogo lombardo gli scooter offerti in sharing sono circa 1.000 e saliranno a 1.300 entro l’estate.
«Le corsie preferenziali di Milano – ha detto - resteranno aperte ai motocicli, tranne alcuni tratti che si stanno valutando. Biciclette e moto a Milano hanno un futuro in crescita per ragioni di spazio e inquinamento: è dove le "due ruote" possono fare la differenza, ed è con queste che le amministrazioni possono aiutare i cittadini a cambiare le proprie abitudini. Assieme all’introduzione dell’area B, è stato aperto il bando di incentivi per i diesel e per i motocicli elettrici, che riguarderà anche le bici pieghevoli adoperate frequentemente sui mezzi pubblici. Stiamo valutando l'estensione della zona 30 orari, e per quanto riguarda la micromobilità elettrica seguiremo una sperimentazione introdotta nella legge finanziaria».
Andrea Dell’Orto, presidente di Confindustria ANCMA, ha sottolineato la necessità di regole. «Sono indispensabili nella complessità della mobilità elettrica: la micromobilità (vedi monopattini e affini) non è per nulla regolamentata. Occorre lavorare con il Governo per avere norme precise e poter entrare nei bandi comunali».
A Genova, città patria degli scooter e atipica per dimensioni e pendenze delle strade, il comune ha messo a disposizione incentivi di 1.000 euro per l’acquisto di "due ruote" elettriche ed e-bike, vedendo il classico bike-sharing in calo di abbonati ed uso.
All'incontro hanno partecipato anche gli assessori ai trasporti Federico Manzoni (Brescia), Irene Priolo (Bologna), Stefano Balleari (Genova), il comandante della polizia municipale di Firenze, Alessandro Casale (che ha spiegato come il comune abbia provveduto al sequestro dei risciò elettrici a finta pedalata assistita), e Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente.
Il Focus per le due ruote indaga sulle infrastrutture per la ciclabilità, come la realizzazione di piste ciclabili nei diversi comuni (+9% rispetto al 2015), l’accesso delle bici sulle corsie preferenziali (per il 22% in venti città), la possibilità di trasportare la bici sui mezzi pubblici (dal 31% del 2015 al 45% del 2017), la disponibilità di parcheggi (il 73% dei comuni ha postazioni di interscambio nelle stazioni ferroviarie: era il 69% due anni prima).
Il Bike Sharing è offerto dal 65% dei comuni, con un totale di 23.000 biciclette, 1.343 delle quali a pedalata assistita. Milano da sola, esclusa dal dato precedente, offre 16.600 bici in sharing con 257.000 abbonati. Molto staccate sono Torino (1.300 bici), Bergamo (650) e Brescia (500), che seguono in classifica.
A macchia di leopardo ed esigua la disponibilità di punti di ricarica per le biciclette a pedalata assistita, con solo 63 comuni che forniscono una risposta e con il 39% che dichiara di avere almeno un punto di ricarica sul proprio territorio.
L’Osservatorio rileva come tra gli aspetti positivi ci sia il numero crescente di comuni che hanno allestito postazioni di interscambio bici in tutte o in almeno una stazione ferroviaria.
Nel bike sharing sale il numero di biciclette per ogni città: escludendo Milano, in media sono disponibili 156 bici per comune, distribuite in 16 stazioni con 2.039 abbonati. Per quanto riguarda invece le moto, crescono le città con punti di ricarica per veicoli elettrici (+11,8%).
In aumento, sebbene con numeri ancora esigui, anche l’installazione di guard-rail dotati di protezioni a tutela dei motociclisti: passano infatti dal 17% al 29% i comuni che dichiarano di averli montati (ma non viene detto quanti chilometri sono stati interessati), mentre quelli che affermano di volerli implementare o utilizzare in futuro crescono dal 18% al 27%.
Migliora anche la diffusione delle vernici non scivolose in caso di pioggia per dipingere le strisce pedonali e altre segnalazioni sulla superficie stradale: dall’84 all’87%. E non è chiaro il motivo per cui nel 13% dei casi venga ancora adoperata vernice sdrucciolevole...
Resta infine da lavorare in diverse aree come nel miglioramento della sicurezza. E’ ad esempio scesa la percentuale dei comuni che dichiara di avere inserito almeno una misura in questa direzione per le biciclette nei Piani Urbano della Mobilità (-13,3%), mentre l’80% afferma di non avere messo in campo iniziative analoghe per le motociclette.
Rimangono ancora poche le città che offrono incentivi economici per l’acquisto di bici tradizionali (9%), a pedalata assistita (14%), di veicoli a motore termico (2%) e a motore elettrico (4%: Bergamo, Genova, Modena). La percentuale di città dove sono disponibili punti di ricarica per gli elettrici è passata dal 45% del 2016 al 51% del 2017.
C’è infine uno sviluppo a due velocità nell’attenzione dei municipi alle politiche per la mobilità su due ruote, con un Centro-Nord molto più sensibile e dinamico rispetto alle città del Sud.
m.g.