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Negli anni in cui gareggiare con moto da regolarità era la parola d'ordine per moltissimi ragazzi, la KTM 125 GS occupava un posto speciale nell'immaginario collettivo. Non era solo bellissima da vedere, in quell'azzurro appariscente, ma era una moto pronto gara (ready to race, per l'appunto...), capace di soddisfare i palati più raffinati ed esperti che in moto ci correvano sul serio.
Sin dall'inizio degli anni '70, le KTM erano importate in Italia dal mitico Arnaldo Farioli che, prima di diventare un commerciante dal comprovato successo, era stato un promettente pilota bergamasco di regolarità.
Il prezzo di questa moto era assai elevato all'epoca e, nonostante fosse pensata per un uso prettamente specialistico, non era affatto raro vederla fuori dai licei, esibita dai ragazzi più abbienti. Caricare la ragazza fuori da scuola aveva un sapore unico con questa "Kappa", che accoglieva discretamente anche il passeggero/a grazie ad una sella piuttosto ampia. Poi poco importava se, una volta scesi, la schiena dei malcapitati fosse piena di macchie d'olio incombusto.
L'esemplare della puntata di oggi risale, come riportato sui documenti, alla prima metà del 1974, quindi si tratta del penultimo modello con il motore Sachs, prima che la casa di Mattighofen montasse un propulsore made in Mattighofen. Rispetto ai precedenti modelli del '72 e '73, quello del 1974 aveva un nuovo scarico, senza più la griglia para-calore cromata, e aveva perso i parafanghi in lega leggera, facilmente deformabili nelle cadute in fuoristrada, rimpiazzati con dei più pratici e diffusi parafanghi in plastica bianca (presumibilmente Preston Petty), meno onerosi da sostituire e maggiormente flessibili.
Il propulsore Sachs con carburatore Bing da 27 mm era rimasto invariato nelle varie versioni. Era praticamente lo stesso motore montato da SWM, come avevamo già visto nella Sesta puntata di Restaurando, e da DKW ed Hercules, moto prodotte dalla stessa Sachs.
Il motore Sachs da 123,7 cc adotta un cambio a 6 marce, e vanta un rapporto di compressione di 10:1 con una potenza dichiarata di ben 18 cv.
La moto di cui vi parliamo oggi è stata acquistatadall'attuale proprietario con l'idea di essere restaurata ma, come spesso succede in questi casi, una volta smontata, i difetti si sono moltiplicati e, conseguentemente, anche i lavori da eseguire.
Si pensava di dover dare, più che altro, una rinfrescata estetica alla moto, magari revisionandone la meccanica, ma nulla di più complesso. Quando Soiatti ha cominciato a togliere le sovrastrutture, ha trovato una moto particolarmente pasticciata, con punti di ruggine in diverse parti, alcune verniciature scrostate, il motore che non girava a dovere e, addirittura, un nido di vespe sotto la sella!
I lavori eseguiti sono stati davvero notevoli. Dopo aver smontato totalmente la moto, eseguito alcune riparazioni al telaio, averlo sabbiato e riverniciato, si è partiti con il motore che, a detta del precedente proprietario, sarebbe dovuto essere in discrete condizioni meccaniche. La realtà, però, era ben altra.
Il pistone aveva un gioco tremendo ed è così stato scelto di rettificare il cilindro e di adottare il relativo pistone maggiorato.
Sono stati poi cambiati tutti i paraoli, dischi frizione e cuscinetti di banco. Proprio i cuscinetti meritano un piccolo approfondimento: su questo motore sono montati cuscinetti da banco scomponibili, con le piste che rimangono nei carter. Nel caso di sostituzione della biella è fondamentale misurare le tolleranze, in modo tale che, una volta rimontato il motore, tutto sia al proprio posto. Nel caso di tolleranze sbagliate - spiega Daniele Soiatti - in chiusura di gas si sente una vibrazione particolare.
Per la realizzazione della vernice del motore, Soiatti si è affidato alla Lechler che, dopo diversi tentativi andati a vuoto, è riuscita a trovare la giusta tonalità di colore. La vernice - di solito viene usata quella a bomboletta - in questo caso è bicomponente, in modo tale da resistere meglio nel tempo.
I cerchi Akront "bollino giallo" in alluminio sono stati lucidati, mentre i raggi sono stati cromati. I mozzi sono stati verniciati nel classico nero traslucido, facendo attenzione ad un particolare che, molto spesso, viene dimenticato: il mozzo anteriore, sul lato destro, ha la parte interna che non è verniciata, ma è tornita.
Uno dei particolari maggiormente malconci di questa KTM era il sistema di scarico, che era stato malamente rattoppato in più punti. Soiatti ha quindi aperto il silenziatore, l'ha ricostruito internamente e, dopo averlo riassemblato ha ricreato l'attacco a due nervature che lo tiene adeso al telaio e, infine, ha riverniciato il tutto.
La forcella Ceriani è stata revisionata ed i foderi sono stati lucidati. Da notare gli ingrassatori rossi in plastica, che servono ad ingrassare l'albero a camma dei freni a tamburo. Al posteriore, gli ammortizzatori Corte & Cosso sono stati revisionati e ridipinti. La parte difficile è stata il trovare i paraoli adeguati.
Di seguito elenchiamo alcuni dettagli che Soiatti ha tenuto in mente durante i lavori, per rendere il restauro il più fedele possibile all'originale.
Sotto al serbatoio si può notare, per quanto poco esteticamente attraente, la morsettiera originale, rara da trovare non modificata. Sempre sotto al serbatoio, ma anche sul telaietto posteriore, come si evince dalle foto scattate durante i lavori di restauro, si vedono le fascette bucherellate originali KTM dell'epoca, simili a quelle che BMW utilizzava fino agli anni '60, ma più larghe.
Come si può notare dalle foto, sulla battuta dello sterzo sono presenti due gommoni applicati ad un tubetto saldato al telaio, sul quale è apposto un forellino. Anche se di solito, quando si eseguono dei restauri, su questa moto tale forellino viene lasciato libero per renderlo identico all'originale, è stato apposto un ribattino che tiene i gommoni in posizione.
La sella, che è stata rivestita con una nuova copertina, è stata dotata di profili cromati, ormai introvabili. In questo frangente un po' di astuzia ha giocato a favore di Soiatti. In mancanza dei profili cromati originali, Daniele ha tagliato i profili della sella di una BMW R75/5, adattandoli splendidamente al nuovo uso.
Parlando dell'estetica, invece, bisogna fare un discorso più approfondito. Il proprietario aveva richiesto a Soiatti un doppio kit estetico: quello originale della prima metà del 1974, coevo della moto, con fianchetti lisci, fanale con tabella porta numero gialla e un kit estetico della seconda metà del 1974/inizi 1975, con fianchetti nervati e mascherina porta faro.
La colorazione del serbatoio e delle fiancatine è pari a quella originale e, chicca che sta scomparendo negli anni, è ovviamente stato eseguito il filetto nero dipinto a mano tra la parte gialla e quella azzurra dei fianchetti.
A completare il tutto è stato montato uno splendido borsello Brema in cuoio, con la sua cintura originale.
Come sempre vi starete chiedendo quanto sia costato un restauro simile. Soiatti ha passato su questo progetto circa 135 ore, mentre le spese per sabbiatura, verniciatura, cromatura e componentistica sono ammontate a 3.000 euro.
Avete restaurato anche voi una moto d'epoca? Mandateci le foto e i dettagli del restauro. le documentazioni più complete verrano pubblicate su Moto.it.