Restaurando, nona puntata: BMW R80 G/S Paris Dakar

Restaurando, nona puntata: BMW R80 G/S Paris Dakar
La rubrica di Moto.it in collaborazione con lo specialista Soiatti Moto Classiche di Novara. Oggi torniamo a parlarvi di uno dei miti che ha infiammato gli anni '80
1 giugno 2017

C'era una volta la Parigi - Dakar, evento che ha condizionato una generazione intera, quella che la moto, per essere considerata, doveva essere legata a doppio filo al nome dei famosi piloti che conquistavano l'ambito rally.

In quegli anni, più nello specifico nella prima metà degli anni Ottanta, nascevano moto che facevano sognare la sabbia e l'avventura. Parliamo di moto come Yamaha Ténéré, Honda XL, Moto Guzzi V75 ma anche BMW R80 G/S, moto che ha ispirato il modello di cui vi parleremo oggi.

E' il 1980 quando, dopo quasi due anni di progettazione, BMW presenta ad Avignone la R80 G/S - dove per G/S, Gelände/Strasse, si intende fuoristrada/strada - una moto all'apparenza ingombrante ed impacciata ma che, alla prova dei fatti, si dimostra comoda per i lunghi viaggi e particolarmente affidabile grazie alle doti del motore Boxer.

Naviga su Moto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Tecnicamente molto vicina alla R80/7, si distingueva per cerchi a raggi con diametro da 21 pollici all'anteriore, pneumatici Metzeler enduro 1 adatti ad un uso on/off off road e freno a disco con pinza Brembo. Il forcellone posteriore era monobraccio con albero di trasmissione integrato, soluzione classica adottata da BMW, mentre la ruota posteriore con diametro da 18" montata a sbalzo tornava particolarmente utile in caso di foratura. Il singolo terminale di scarico trovava posto in posizione rialzata sul lato sinistro della moto.

Per celebrare le vittorie del 1981, 1982 e 1984 nel rally Parigi – Algeri – Dakar, BMW ha rilasciato nel 1984 un'edizione limitata della R80 G/S, replica delle moto che dominavano le classifiche nel continente africano. La moto in questione è ovviamente la BMW R80 G/S Paris Dakar e fu commercializzata con un prezzo di listino di 9.400.000 lire.

Questo allestimento fu preparato dalla casa bavarese in 3,190 esemplari: 770 nel 1984, 690 nel 1985, 1100 nel 1986 e 630 nel 1987 e proprio per questi numeri ridotti, la quotazione degli esemplari originali è salita a cifre strabilianti. Ho scritto “degli esemplari originali” in quanto molte R80 G/S standard, sono state poi allestite con kit Dakar. Per verificare l'originalità del mezzo, numero di telaio alla mano, ci si può recare presso un concessionario del marchio e, inserendo i dati nel database, in caso di Dakar originale, deve uscire la dicitura “con verniciatura speciale”.

Cosa distingue la versione Dakar da quella originale? Prima di tutto il serbatoio maggiorato da 32 L che, sul dorso, riportava la firma originale di Gaston Rahier, il pilota che aveva portato BMW in vetta alla classifica della Dakar nel 1984 e '85, in secondo luogo la versione Dakar perdeva i fianchetti laterali - gli attacchi al telaio erano coperti con appositi tappini in plastica - e la sella era singola, lasciando uno spazio maggiore al portapacchi posteriore. Altra particolarità che la differenzia dall'allestimento standard, è un elemento apposto sull'estremità superiore della forcella che limita il raggio di sterzata, evitava il contatto tra le frecce anteriori ed il serbatoio.

L'esemplare di cui vi parliamo oggi, è una versione Dakar originale, non un modello assemblato con gli accessori disponibili, quindi di valore collezionistico molto alto.

Questa moto, prima di essere affidata a Soiatti, era stata acquistata in uno stato apparentemente buono ma, come spesso succede, basta poco per accorgersi che non è oro tutto quel che luccica. Si è iniziato così con l'idea di fare una bella revisione e si è finiti con rifarla ad cima a fondo.

Si è partiti con la rimozione delle sovrastrutture e del motore arrivando al nudo telaio. Il motore è stato totalmente smontato e revisionato. Sono stati rettificati i cilindri, inseriti nuovi pistoni e rettificate le sedi valvole. Come vedrete dalle foto, c'era un prigioniero del coperchio valvole che era spanato, ed è stato quindi ricostruito. Una volta terminati questi lavori, è stato rivisto il cambio e il motore è stato sabbiato e i dettagli sono stati verniciati in nero come in origine.

L'impianto elettrico è stato totalmente ricostruito, a causa dei tanti rattoppi fatti senza badare troppo all'affidabilità.

Si è poi passati ai carburatori, una delle tante note dolenti della moto. Oltre ad essere parecchio incrostati, uno dei due aveva la membrana tagliata. Entrambi sono stati così revisionati e ripuliti.

L'impianto frenante è stato revisionato e la pinza freno anteriore Brembo riverniciata in nero. La forcella è stata competentemente rivista, gli ammortizzatori posteriori sostituiti con degli originali nuovi e, infine, è stata revisionata la trasmissione cardanica che aveva dei problemi di trasudamento.

È stata cambiata la copertina della sella ed il serbatoio riverniciato. Una chicca per quanto riguarda il serbatoio, è la firma di Rahier. Non si tratta di un adesivo, come accade nella stragrande maggioranza dei casi ma, per mantenere il lavoro il più fedele possibile all'originale, è stato realizzato su misura uno stencil della firma, che è stata poi verniciata sul serbatoio.

Le ore impiegate per questo restauro sono state circa 175, mentre il costo dei ricambi, lavorazioni, sabbiatura e verniciatura, si aggira attorno ai 3.000 euro.

Avete restaurato anche voi una moto d'epoca? Mandateci le foto e i dettagli del restauro. le documentazioni più complete verrano pubblicate su Moto.it.

 

Argomenti