Ride in the USA: la rinascita della Valorosa

Ride in the USA: la rinascita della Valorosa
Il restauro della Honda PC 800 è finalmente giunto al termine. Oppure no?
15 luglio 2015

Dopo essere stato via più di un mese, sabato sono rientrato in California. Purtroppo non mi potrò fermare per molto, visto che settimana prossima c’è il BMW MOA Rally in Montana, ma ho colto l’occasione per completare i lavori sulla Valorosa, la mia venerabile Honda PC800.

Mio padre mi ha sempre detto “non puoi mettere le gambe di un diciottenne sul corpo di un novantenne”, ma se fosse così l’intero mondo del restauro e delle project bike o cafe racer che si vogliano chiamare non esisterebbe, no?

Comunque, nel caso non sappiate tutta la storia della Valorosa, ve la riassumo in breve: l’ho presa per fare un Coast to Coast to Coast nel 2013 e sono andato da Atlanta fino a Portland, in Oregon, e ritorno in 21 giorni (7600 miglia, pari a circa 12mila km). Inizialmente il progetto era quello di vendere la mia vecchia XT600 (quando mai!) e prendere un bicilindrico che fosse più adatto a percorrere tutte quelle miglia. In un primo momento avevo iniziato a cercare una Suzuki V-Strom 650 ma dopo circa due settimane spese a ridere in faccia a privati e concessionarie che mi chiedevano un occhio della testa per delle moto con un milione di miglia e piene di “ferite” dopo numerose cadute ho desistito. A quel punto mi sono messo a cercare una vecchia Gold Wing 1500, salvo rimanere scioccato dai prezzi proibitivi che quella moto era ancora in grado di mantenere.

Proprio durante le mie ricerche online della Gold Wing mi sono imbattuto in un annuncio di un tizio in Wisconsin che vendeva una “Baby Wing” ovvero il nomignolo che qui danno alla PC800. È stato un vero colpo di fulmine, perché di colpo mi sono ricordato di quanto avevo desiderato questa moto negli anni 90, e mi sono messo subito a caccia di un buon esemplare nella mia zona.

Dopo aver trovato diverse moto sui 3,500 dollari ma con almeno 50mila miglia ho finalmente trovato la Valorosa appena a sud di Atlanta: originariamente di proprietà di un controllore di volo che non l’ha praticamente mai usata, era stata comprata da un poliziotto motociclista che l’ha tenuta in garage quasi 10 anni in attesa di andare in pensione e godersela a fondo. Salvo poi rendersi conto di non voler più nemmeno vedere le moto dopo 30 anni di servizio sulla Harley della polizia locale e un miliardo di miglia rain or shine ovvero pioggia o sole: il caldo atroce dell’estate del Grande Sud o il freddo polare che ogni due anni sembra colpire l’intera regione durante l’inverno.

L’ex poliziotto ha dunque sviluppato una passione per le Jeep 4x4 e ha deciso di vendere la sua PC. Meno di 8mila miglia di utilizzo e $4,400 trattabili. Bam! E’ stata subito mia. la settimana successiva, dopo un cambio d’olio, la pulizia del filtro dell’aria ed un controllo generale sono salito in sella e mi sono lanciato ad Ovest per il famoso C2C2C.

In pratica in tre settimane ho messo sul contachilometri altrettante miglia quante la moto ne aveva viste in 17 anni (la mia PC è il modello del 1996) e sebbene la Valorosa abbia tenuto botta alla grande guadagnandosi il suo soprannome sul campo non ha propriamente gradito il trattamento.

E da li sono iniziati i problemi, niente di eccezionale ma abbastanza da togliermi parte del gusto di smotazzare con lei. Il motore ha iniziato a perdere colpi, l’avantreno è diventato ballerino e la frizione ha iniziato a dare segni di cedimento. Un trattamento da $600 dal meccanico, con gomme nuove e tutto, non ha migliorato le cose, anzi. Mi ha installato una gomma anteriore troppo grossa, con il risultato di rendere l’avantreno agile come quello di una Velocette del 1928. Ma il peggio doveva ancora arrivare.

Dopo essermela fatta spedire qui in California ed averci iniziato e mettere le mani per cambiare i dischi della frizione e mettere delle molle spingidisco più dure, ho scoperto che il meccanico di Atlanta non solo aveva rotto tutti gli attacchi della carenatura, ma nel cambiare le candele ha spannato il filetto di quella posteriore del cilindro dietro (la moto è twin spark) senza nemmeno avvitarla fino in fondo. Oggi, dopo ore di lavoro e mille piccoli inconvenienti dati da un motore che non è stato mai smontato (dunque tutte le parti erano praticamente incollate) ho finalmente ricevuto gli ultimi ricambi che mi servivano ed assieme al mio amico/padrone di casa Steve abbiamo rimesso tutto assieme. Abbiamo rifatto il filetto alla sede candela, messo i nuovi dischi frizione e le nuove molle, cambiato il filtro aria ed olio, ripulito il radiatore, spurgato freni e frizione idraulica e persino iniziato a ricostruire la carena con uno speciale saldatore per plastica.

Prima di rimontare i pezzi del “tupperware” (come la chiamano qui i suoi detrattori) ho voluto fare un giro di prova: il motore canta come un usignolo, l’avantreno resta granitico (o dovrei dire fossilizzato?) - almeno finché non cambio la gomma anteriore - e la frizione stacca come la RC213V di Marquez durante il giro buono in qualifica. Ma… c’è sempre un ma. La moto perde benzina! Piscia come un neonato! Ho già pronto il kit di revisione del rubinetto a depressione (problema noto di questo modello) ma spero che non sia qualcosa di più tedioso, tipo un galleggiante incollato in una delle due vaschette dei carburatori.

Forse mio padre, ancora una volta, aveva ragione

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