Mi ricordo che una volta, durante un’intervista, un giornalista mi chiese a bruciapelo quale fosse il sogno della mia vita come motociclista. Senza limiti ma rimanendo nell’ambito del plausibile (per questo non risposi immediatamente “vincere 5 titoli di Supercross consecutivi”…). Beh, la mia risposta fu “il giro del mondo in moto in solitaria, senza limiti di budget o di tempo”. Un sogno, appunto.
Eppure conosco personalmente almeno una dozzina di amici o amici di amici che proprio in questo momento stanno girando in moto attorno al globo, e molti di loro sono via da già più di due anni. Ma come fanno? Ognuno ha ovviamente la sua storia e i suoi sistemi, quindi i due (o meglio, tre) ragazzi che porto ad esempio rappresentano solo una piccola parte di questa realtà.
I primi due sono
Manu Torres ed Ivana Colakovska, lui spagnolo e lei macedone, che ormai da quasi 3 anni sono in giro per il mondo su una Yamaha XT660Z Tenere. Il loro viaggio si chiama
“Around Gaia” e hanno colpito la mia attenzione grazie alla loro pagina Facebook (
http://www.facebook.com/aroundgaia), dove postano delle bellissime foto e resoconti molto ben scritti in tre lingue.
A loro ho chiesto cosa ci voglia per mollare tutto e diventare un “RTW Traveler” (dove RTW sta per “Round The World”).
Ecco la loro risposta:
“Molti pensano che la cosa principale sia il denaro, ma in realtà abbiamo diversi amici molto benestanti che ci invidiano: non è il denaro che gli manca, ma il tempo.
La prima cosa per noi, dunque, è stata creare il tempo per intraprendere il nostro viaggio, il problema budget lo abbiamo affrontato successivamente. La cosa principale è stata liberarsi della maggior parte delle responsabilità legate ad un normale stile di vita, e quelle che non siamo riusciti ad eliminare abbiamo deciso di non prenderle troppo seriamente.
Prima di partire per Around Gaia ho lavorato per 10 anni sull’isola di Mykonos fabbricando piccoli braccialetti e oggetti di artigianato che poi vendevo ai turisti. In quel modo ho finanziato uno stile di vita che mi permetteva di lavorare 5 mesi e viaggiare 7 mesi all’anno. Per Around Gaia abbiamo usato lo stesso sistema: abbiamo messo assieme il denaro per comprare la moto e un minimo di equipaggiamento, più un budget di riserva con cui pagare le spese di viaggio. Ci rendevamo conto di aver bisogno di molto denaro per vivere on the road ma allo stesso tempo sapevamo che avremmo trovato il modo di guadagnare qualche soldo strada facendo.
A livello di gestione del budget la scelta fondamentale è stata l’imporsi di non spendere soldi per i pernottamenti. Questo non solo ci ha permesso di risparmiare moltissimo denaro (in due anni e mezzo abbiamo pagato per un totale di 30 notti) ma ci ha anche obbligato a socializzare, conoscere sempre nuova gente ed entrare molto più in contatto con la realtà attorno a noi.
Abbiamo dormito in case private, templi buddisti, stazioni di polizia, ospedali, fattorie e caserme dei pompieri.
In questo modo abbiamo conosciuto culture e religioni diverse dalla nostra, abbiamo condiviso usi e costumi locali e ovviamente rivisitato le nostre priorità.
È quando abbiamo deciso di smettere di preoccuparci per il budget che il viaggio è diventato interessante, e grazie a quello che pubblichiamo sulla nostra pagina Facebook abbiamo ricevuto sponsorizzazioni da diverse aziende e proposte di collaborazione da parte di riviste e siti internet.
Ultimamente abbiamo iniziato a partecipare alle fiere motociclistiche dei Paesi che visitiamo, dove vendiamo il nostro merchandising e pubblicizziamo ulteriormente il nostro progetto.
IL nostro consiglio a chi sogna di viaggiare: non preoccupatevi troppo del denaro, aprite la vostra mente e il vostro cuore, e il mondo vi indicherà la via da seguire. La vera avventura inizia quando decidi di cambiare il tuo modo di pensare”.
Matt mi ha risposto dalle isole Galapagos:
“In Australia lavoravo come produttore di video commerciali. Fondamentalmente per finanziare il mio viaggio ho lavorato come un matto per 3 anni di fila, senza prendere vacanze. Ho cercato di non spendere soldi inutilmente in bar o club e invece, quando avevo voglia di staccare, andavo a surfare, dormendo in tenda. Quando è arrivato il momento d partire ho venduto tutto quello che avevo e mi sono imposto di fare tutto nel modo più economico possibile. Dall’Alaska al Guatemala ho dormito in tenda praticamente ogni notte e mi sono sempre cucinato i pasti.
Un altro sistema per risparmiare è quello di non prenotare mai in anticipo, ma cercare la miglior offerta possibile una volta che arriviamo in loco. Se non cuciniamo noi (da qualche mese Matt condivide il suo viaggio con la fidanzata Boma, incontrata on the road) mangiamo solo in piccoli locali tipici…”.