Rino Caracchi ci ha lasciati

Rino Caracchi ci ha lasciati
Era la lettera C della mitica scuderia NCR di Bologna. Un grande preparatore delle Ducati e padre di Stefano, ex pilota della velocità
1 marzo 2018

Lo conoscevo dai primi anni Settanta, quando abitavo a Bologna e la sera spesso andavo a fare quattro chiacchere nell’officina dove lavorava assieme all’inseparabile Giorgio Nepoti.
Amici per la pelle, erano complementari anche lì: Giorgio curava i motori e Rino le ciclistiche, sempre impeccabili. Era la sede della scuderia NCR, che dopo l’orario di lavoro si trasformava in un luogo di incontro tra tecnici, piloti e appassionati, molti dei quali uniti da una profonda amicizia. Alcuni arrivavano direttamente dalla Ducati, distante un paio di chilometri appena. Farnè, Recchia, Cavazzi e Librenti li ho conosciuti lì, come pure Peruzzi, Giuliano, Pedrini, Giordani, Buscherini e Casanova, per fare alcuni nomi di particolare spicco.

In questo ambiente pervaso, oltre che da capacità tecniche eccezionali, da una straordinaria passione e da una grande umanità, sono nate autentiche opere d’arte, in particolare nel periodo in cui la Ducati non correva ufficialmente ed era la NCR a portare in pista le moto di Borgo Panigale.
Rino abitava in via Signorini, proprio di fronte alla piccola rampa che portava all’officina. Gli bastava attraversare la strada per essere a casa dove, oltre alla moglie e al figlio Stefano, l’aspettava la cagnolina Biella.

Ultimamente lo vedevo due o tre volte l’anno, in occasione delle riunioni tra vecchi amici motociclisti, al ristorante a poche centinaia di metri da casa sua. Io venivo da Milano, Peruzzi e Brettoni dalla Toscana, appositamente per questi incontri. Rino, che in genere sedeva a capotavola, mi parlava del ballo liscio, di cui era appassionato, e dei problemi di salute, che però sembravano superati.
Non è stato così e ora questo grande uomo che tanto ha dato al motociclismo se ne è andato. Riposa in pace amico mio.

Rino Caracchi e Giorgio Nepoti con una immancabile Ducati da corsa
Rino Caracchi e Giorgio Nepoti con una immancabile Ducati da corsa
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