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La storia delle moto Morbidelli è come noto legata alle competizioni.
Giancarlo Morbidelli, costruttore di macchine per la lavorazione del legno e grande appassionato di motori, creò a Pesaro un reparto corse che negli anni Settanta schierò le sue moto nelle classi 125, 250, 350 e 500 del mondiale velocità, conquistando tre titoli iridati nella 125 e uno nella 250 fra il 1975 e il 1977.
Nel 1982 cessò l'attività agonistica e risale al 1992 la presentazione della stradale 850 con motore a otto a cilindri a V, disegnata da Pininfarina, che purtroppo non arrivò alla produzione e venne realizzata in soli tre esemplari.
Il nome del costruttore e collezionista pesarese, scomparso nel 2020, potrebbe ritornare su dei modelli di serie. Sono stati infatti depositati i nomi e loghi di Morbidelli MBP e Morbidelli MBP Pesaro dalla società Powerlink che ha sede a Hong Kong.
E' la stessa società che ha già registrato MBP (le sue prime moto sono già distribuite in Italia) che è l'acronimo di Moto Bologna Passioni. Nome a parte, si tratta di un'azienda collegata alla cinese Keeway, a suo volta controllata da Qianjiang Motorcycle che detiene anche i marchi Benelli e QJMotor.
A differenza dei tre marchi cinesi più noti, le moto MBP non sono costruite finora da Qianjiang, ma in partnership da altri produttori cinesi quali Gaokin e Longjia. E' il caso della stradale M502N (qui il nostro test), delle cruiser C1002V e maxi enduro C1002T, oppure della crossover C650V presentate all'ultima Eicma.
Gaokin è ad esempio anche il produttore delle Brixton.
Quali potrebbero essere le future, ed eventuali, Morbidelli è presto per immaginarlo. Di certo c'è la conferma del grande interesse nei confronti di marchi che possono vantare una storia motociclistica importante e che possono essere utilizzati da costruttori che quell'heritage non l'hanno.