Roberto Gallina, un mito ad honorem [GALLERY]

In una bella serata con tanti campioni, il comune di Bolano gli ha conferito la cittadinanza onoraria per meriti sportivi. Chiusa la carriera di pilota, Roberto ha creato il team dei due titoli mondiali in 500: la prima squadra a “km zero”, con tecnici e piloti del suo territorio
28 luglio 2023

Tanta gente in piazza giovedì sera 27 luglio a Bolano (La Spezia), con il sindaco Alberto Battilani, il presidente del consiglio comunale Massimo Silvestri, il motoclub con il presidente Francesco Giromini. Tutto molto ben organizzato e quasi tre ore di … spettacolo, con i racconti di Roberto e quelli dei suoi piloti come Virginio Ferrari, Ramon Toracca, Michele Gallina e degli special guest Carlos Lavado, Roberto Pattoni e Marco Dall’Aglio.

Una delle cose più straordinarie di Gallina - e sono tante perché è stato pilota, manager, tecnico e costruttore - è la storia del team “a km zero”: Roberto ha puntato sul territorio, piloti e tecnici, facendo scuola. Lui sottolinea che ha potuto contare fin dall’inizio su Mario Donnarumma, che era un tecnico sopraffino. E a Bolano c’erano quasi tutti i suoi “ragazzi”: Toni Merendino che era p.r. e cronometrista, Roberto Polese motorista, Gianni Casabianca, Riccardo Paita...

C’erano anche tante moto allineate: quelle usate da Roberto come la prima Motobi 175 del titolo nazionale della montagna 1964, la Paton 500, la Benelli 350 quattro, la Laverda SFC. Poi le Suzuki ufficiali da lui gestite: la 653 di Ferrari e la 500 del titolo di Lucchinelli, la MV F4 Tamburini di Michele, la Hayashi 750 costruita da Roberto in piccola serie, varie MV da GP gestite nei revival, la Gilera 500 quattro ex-Venturi… Tanti collezionisti hanno voluto collaborare.

Virginio Ferrari, vicecampione mondiale 500 del 1979 con Gallina, ha sottolineato che la 653, siglata dalla Suzuki XR23 e con cui ha vinto al Castellet una gara della F750 mondiale, “è la moto più bella che abbia mai guidato, la chiamavo la bestia per la sua erogazione furibonda, una cosa incredibile. Al Castellet caddi nelle prove e la moto andò a fuoco, la squadra lavorò tutta la notte, magici, e la domenica vinsi”.

Ramon Toracca, che Gallina portò al titolo italiano classe 250 nel ‘74 e poi in 500, ha raccontato di quando nel 1975 sostituì sulla MV per metà stagione Bonera infortunato. Di fianco a Phil Read: “Nel box con un sette volte campione del mondo era un onore, però avevo due problemi: primo, sapevo di non dover cadere perché ero solo di passaggio, secondo, Arturo Magni mi disse mai stare davanti a Read. E qualche volta avrei potuto farlo…”.

Carlos Lavado ha fatto sorridere tutti, è bi-campione del mondo e moto-cabarettista di talento; Roberto Pattoni ha fatto rivivere le storie del Pep, il suo papà creatore della Paton che fece correre, dopo Bergamonti, anche Gallina, Toracca e Ferrari. Michele Gallina e Marco Dall’Aglio hanno dimostrato come la passione per la moto e per le corse con le derivate dalla serie siano infinite.

Roberto sempre al centro della scena: a 83 anni ha la memoria dei dettagli e la sua carriera è stata speciale. Con il sorriso e la competenza ha ricordato i tempi dei suoi duelli impari con Ago e Luciano Rossi (altro spezzino talentuoso), la nascita della sua squadra, le intuizioni tecniche e innovative come la ruota anteriore da 16, la collaborazione con Massimo Tamburini, la sua avventura di costruttore col giapponese… si sarebbe potuto andare avanti fino alle quattro del mattino. Mancavano i due campioni, Lucchinelli e Uncini, ma tutto non si può avere. Una bellissima serata di moto.

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