Sciopero dei benzinai dal 15 al 17 settembre

Sciopero dei benzinai dal 15 al 17 settembre
Sciopero confermato. Ma Luca Squeri, presidente della Figisc, mostra disponibilità al dialogo per quanto riguarda la possibilità di revocare la serrata, che comporterebbe la chiusura per tre giorni dell'80 per cento delle pompe di benzina
10 settembre 2010


«Ci sono i margini per revocare lo sciopero già proclamato per la fine della prossima settimana. Ci sono perché il sottosegretario allo Sviluppo Economico Stefano Saglia ha dimostrato di comprendere le nostre istanze e di volerle rappresentare alla Presidenza del Consiglio. Adesso aspettiamo un incontro a Palazzo Chigi entro martedì prossimo per poter poi sospendere la nostra protesta». Luca Squeri, presidente della Figisc, mostra disponibilità al dialogo e cauto ottimismo per quello che riguarda la possibilità di fermare la serrata che comporterebbe la chiusura per tre giorni (dal 15 al 17 settembre prossimi) di un buon 80% delle pompe di benzina italiane. E intanto spiega cosa non va proprio e cosa si potrebbe invece facilmente correggere di quelle parti del ddl concorrenza che interessano la sua categoria. «Quello che non è accettabile - sottolinea - è il comma dalla bozza governativa in cui si autorizza la trasformazione di una buona parte dei piccoli distributori, già destinati alla chiusura previo indennizzo, nei cosiddetti impianti 'Ghost'. Se assegnare un impianto completamente automatizzato per 24 ore su 24 ad una zona disagiata e sperduta (per intendersi il paesino a 1.500 metri di altezza con l’impianto più vicino a 50 chilometri) è comprensibile, non si può invece faro lo stesso per le tante pompe disseminate nelle città. E questo non soltanto per la perdita assoluta di servizio alla clientela, quasi un presidio per l’automobilista sul territorio, che ne deriverebbe. Ma soprattutto perché si creerebbe una forma di competizione sleale con gli altri impianti gestiti con personale in cui vengono fatti investimenti per milioni di euro».

Su questo punto le associazioni dei benzinai non fanno sconti e pretendono l’impegno del governo a cassare la norma.

«Siamo invece disposti a dialogare per trovare accettabili compromessi - spiega ancora Squeri - su contrattazione dei prezzi, accesso al no-oil e limiti per l’accesso all’indennizzo per la chiusura di impianti».
«Sul primo punto - dice - vogliamo che la negoziazione debba avvenire tramite le associazioni di categoria, per dare una forza contrattuale che i singoli operatori non avrebbero di fronte alla controparte. Per quello che riguarda la possibilità di autorizzare la vendita nelle pompe di prodotti diversi dai carburanti chiediamo che tale possibilità venga data a chi già gestisce il distributore di prodotti petroliferi e salutiamo con gioia la lodevole intenzione del ddl di consentire vendita di lotterie e tabacchi, nonché la possibilità di somministrazione. Infine chiediamo che sia eliminato quel vincolo che concederebbe in futuro la possibilità di chiusura con indennizzi solo a chi possiede almeno 50 impianti». Altra questione annosa la deducibilità fiscale forfettaria che vien prorogata di anno in anno e che i gestori vorrebbero divenisse permanente. «Ogni anno dobbiamo minacciare lo sciopero per ottenere la reiterazione di un provvedimento che rappresenta una boccata di ossigeno per le categoria – spiega ancora Squeri -, vorremmo che le continue promesse di tramutarlo in strutturale fossero mantenute».
Tutto quindi sembra ora dipendere da un incontro a breve fra i rappresentanti dei benzinai e Palazzo Chigi.
«Il sottosegreterio Saglia ha le carte in regola per risolvere alla situazione insieme alla Presidenza del consiglio. Insomma il pallino in mano ce l’ha lui», ha concluso Squeri.

Fonte: Il Velino

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