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Avete mai visto un coccodrillo da vicino? Fanno veramente impressione: sornioni ma velocissimi quando scattano per agguntare una preda, voraci, dalle dimensioni stupefacenti. Un animale che più che ispirare sentimenti di - chiariamoci: giustissima e condivisibile - tutela del patrimonio naturalistico e faunistico mondiale, nei più crediamo instilli terrore al contatto ravvicinato.
Eppure, c'è sempre un eppure nelle vicende umane, in Indonesia qualcuno pare (nulla di confermato: è un'ipotesi) abbia tentato di portarsi a casa e rendere domestico un bestione di oltre 5 metri utilizzando uno pneumatico da "underbone", i mezzi a due ruote a frizione automatica comunissimi in tutto l'oriente, dall'India fino all'Indocina e alle parti australi dell'Asia. Milioni di pezzi venduti ogni anno, decine di milioni di pneumatici e uno di questi è finito al collo di un coccodrillo.
Probabilmente la cattura allo scopo di farne un mansueto animale da compagnia non deve essere andata a buon fine e il coccodrillo da circa sei anni a questa parte ha vissuto quasi normalmente nel suo territorio nell'isola indonesiana di Sulawesi con uno pneumatico al collo, suscitando però l'umana pietas della polazione locale verso un animale tutto sommato non così disinteressato al contatto con l'uomo.
Le stesse autorità del Sulawesi nel 2020 avevano posto una ricompensa per chiunque fosse riuscito a salvare il coccodrillo dalla scomoda e pericolosa coercizione, tuttavia dopo poco tempo la proposta è stata ritirata prima che qualcuno ingolosito dal premio potesse rimetterci un braccio o le penne.
È stato soltanto grazie a un coraggioso avicoltore di 34 anni che il peggio, almeno per il vorace rettile, è stato evitato: dopo tre settimane di tentativi la cattura dell'animale è andata a buon fine anche grazie alla collaborazione di decine di persone: usando un volatile come esca il coccodrillo è stato successivamente immobilizzato, reso innocuo, ed è stato liberato dall'indesiderato monile/collare di costrizione e lasciato libero nel fiume.
Foto d'apertura: Facebook