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Sembra Moto.it torna in versione podcast con una puntata ricca di aneddoti. Dopo l'esordio con Carlo Pernat, ad aprire le danze del secondo appuntamento è stato Andrea Migno, pilota di Moto 3 della VR46 Academy che, dopo un anno difficile, nel 2020 tornerà a correre nello Sky Racing Team VR46.
Per annunciare quello che ha chiamato “il ritorno a casa”, Andrea ha pubblicato sul suo profilo Instagram un video in slow-motion che, in modo emblematico, Valentino Rossi ha commentato con un romagnolo "lascia gi".
“Nel nostro dialetto vuol dire lascia perdere - ha spiegato Migno - me lo ha scritto perché noi ci prendiamo sempre in giro su quello che viene pubblicato sui social, e diciamo che questo video era un po’ da poser”.
Valentino, per i ragazzi della VR46, rimane sempre Vale, mentre per tutti gli altri i soprannomi si alternano, nessuno escluso: “A volte durano per più tempo mentre altri cambiano velocemente, dipende. Pecco lo chiamiamo Hamilton, Antonelli è La Tigre, Balda adesso lo vediamo meno ma lui rimane Lu Principe, e Luca Marini è Il Russo. Io invece sono Migno o... Mignottone”.
E con un soprannome del genere, impossibile non legarsi all’attualità con le dichiarazioni dell’allenatore dell’Inter, Antonio Conte, che ha dato ai suoi giocatori delle regole precise sul sesso e ha addirittura vietato di farlo prima delle partite.
“Beh prima della gara non mi è mai successo di farlo, quindi non so dire se vada bene o no - ha spiegato Migno - però la sera prima sì, e considerando che a Valencia ho fatto la pole, a me ha portato bene!”.
Il secondo ospite di Sembra Moto.it è stato Marco Belli, campione di Flat Track e grande conoscitore del Ranch di Valentino. Con lui si è parlato della 100 km dei Campioni e dello stile dei ragazzi della VR46.
“Morbidelli guida benissimo al Ranch - ha spiegato Belli - ed è bello da guardare. Da questo punto di vista è proprio brasiliano, sembra che balli”.
Una puntata interamente dedicata alle "due ruote" non poteva che chiudersi con il nostro Nico Cereghini che, in occasione dell’apertura del museo personale di Giacomo Agostini, ha raccontato ai microfoni di Sembra Moto.it degli aneddoti inediti sul campione bergamasco.
“Ago correva contro piloti che avevano le unghie sporche perché quando lui ha cominciato i piloti erano anche meccanici, invece lui, che era un professionista aveva il culto della precisione, della pulizia e dell’ordine. Aveva le unghie come se fosse appena uscito dalla manicure, e aveva sempre in tasca un tagliaunghie. Un giorno mi sono rotto un’unghia e sotto il guanto mi dava fastidio così sono andato da Ago a chiedergli il tagliaunghie, sicuro che lui ne avesse uno. Invece lui mi rispose che non lo aveva e non capiva perché glielo stessi chiedendo”.
Un ricordo che fa sorridere, ma che lo descrive soprattutto come primo e grande professionista nella storia del motomondiale. Curava tutti i dettagli, e la sua Sala dei Trofei ne è la prova: “Ci saranno circa 400 trofei. È incredibile che un uomo solo sia riuscito a conquistare tutta quella roba lì: coppe, quadri, cimeli, medaglie. Una cosa molto bella che c’è nel museo sono tutti i quadernetti in cui lui scriveva tutti gli appunti gara per gara. Nella sua vita ha fatto almeno 300 gare e per ognuna si scriveva tutto”.