Sempre scomodi, anche in vacanza

Sempre scomodi, anche in vacanza
La colonna settimanale del fighetto parte dall'imminente Wheels and Waves per analizzare... l'irrazionalità della vacanza del fanatico di special
5 giugno 2015

Il Wheels and Waves è alle porte e con lui la più consistente transumanza fighetta della stagione motociclistica. Lo struscio, ve lo anticipiamo, quest’anno è cosa per pochi. Le moto si parcheggiano tutte in un’area dedicata e fino alla manifestazione ci si va con una navetta, come in tutte le fiere del mondo. Insomma, se siete in procinto di partire dal centro Italia con un vecchio bicilindrico scoppiettante, sappiate che per voi è previsto lo stesso trattamento di chi, a Biarritz, ci sarà arrivato a bordo di una GS nuova fiammante.

Certo, macinarsi mille e passa chilometri di autostrada in sella a una special è roba per pochi. Passione o esibizionismo? Già, perché è proprio quando si tratta di viaggiare che il dio dell’immagine richiede ai suoi adepti i sacrifici più impegnativi. Anche volendo sorvolare sulla totale assenza della benché minima curva dal confine italiano sino a destinazione, imbarcarsi in una trasferta del genere nei panni del fighetto a modo rischia di diventare un incubo vero e proprio.

Scrambler, cafe racer, custom, bobber, non c’è moto che tenga: nessuna è fatta per percorrere più di qualche decina di chilometri tutti assieme. Già vi sento: c’è gente che fino a Capo Nord ci è andata in Vespa. C’è pure gente che si è fatta lo Stelvio su una ruota sola, se è per questo. A me basta farmi due ore di autostrada a bordo della mia naked per desiderare ardentemente una maxi tourer super accessoriata. Il vero fighetto, però, non si limita ad appendersi ostinatamente ai suoi semimanubri totalmente privi di protezione. Il vero fighetto si veste come se una macchina del tempo lo avesse restituito alla contemporaneità da una vacanza in Jugoslavia nel 1971. Niente abbigliamento tecnico quindi, niente valige rigide – figurarsi – o borse in goretex. Il vero fighetto lega alla moto una borsa in tela o una sacca di pelle.

A cosa serve la praticità quando in cambio puoi avere lo stile? E poco importa se con due gocce di pioggia puoi dire addio al resto dei tuoi vestiti per almeno una settimana. Tanto addosso ci va sempre la divisa d’ordinanza: casco jet, bandana in faccia (perché un moscone in bocca a cento all’ora fa male a prescindere da quanto sei alla moda), chiodo, jeans e Red Wing. I guanti? Per i più sbarazzini esistono varianti lunghe fino al gomito con tanto di frange. Perfette per gli oltre 30 gradi previsti in settimana ed altrettanto efficaci in caso di caduta. Chi bello vuole apparire, un poco deve soffrire, d’altra parte. Anche in vacanza.

Foto: Cam Elkins/Billy Zammit

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