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L'associazione europea dei costruttori del settore (ACEM) ha diffuso i dati di vendita nei maggiori mercati continentali relativi al primo semestre di quest'anno.
Riguardano Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito, vale a dire i cinque mercati che da soli rappresentano oltre l'80% degli acquisti di tutta Europa e dei quali ci occupiamo mensilmente.
A fine giugno le immatricolazioni hanno raggiunto le 532.980 unità, significa una modesta flessione contenuta in un -0,5%, ma arriva dopo che il primo trimestre aveva registrato un buon +14,6% grazie a 226.793 vendite. Il vantaggio di inizio anno è stato insomma bruciato dall'andamento negativo del periodo aprile-giugno.
Ovvero quando hanno iniziato a farsi sentire maggiormente i problemi logistici dei trasporti e quelli produttivi – leggi carenza e ritardi di fornitura di alcune componenti – e quando l'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime ha innescato la salita dell'inflazione e stimolato le preoccupazioni legate all'incertezza economica.
Tutto fa pensare che non sia un problema di pura domanda o di disaffezione verso le due ruote, in questo senso si può vedere il bicchiere come mezzo pieno, ma ciò non toglie che il rallentamento c'è stato e probabilmente proseguirà nei prossimo mesi.
Nel primo trimestre l'accelerazione della vendite era stata peraltro robusta nei mercati principali, tranne che in Italia con le immatricolazioni stabili a 60.256 unità (-0,4%).
Da gennaio a giugno, a parte realtà minori, soltanto Germania e Spagna sono state in positivo.
La prima con un +1,7% (con 117.800 immatricolazioni moto e scooter, ma già a luglio il saldo era sceso a +1%) mentre la Spagna ha visto un +10,7% con 91.870 unità vendute.
In calo invece le immatricolazioni in Francia (108.000 unità, -6,4%), Italia (161.500 unità, -2,8%) e Regno Unito (532.980 e -0,5%) rispetto allo stesso trimestre del 2021.
Andamento leggermene migliore per il segmento ciclomotori con 134.478 vendite (+1%) nei sei maggiori mercati continentali, ovvero Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna.
In Francia, mercato principale, c'è stato però un calo del 3,5% (44.800 unità circa) e anche il secondo, l'Olanda, è stato negativo con un significativo -14,5%. Aumenti invece in Germania (addirittura +40% e 19.675 unità), Belgio (+14,8% e 15.400 unità) e Italia con un +10,3% e 11.756 vendite.
Stabile la Spagna (-0,2%) con poco più di 9.000 registrazioni.
A trainare le vendite dei ciclomotori ci hanno pensato i modelli elettrici, che in diversi Paesi hanno beneficiato di incentivi all'acquisto. Il totale dice 43.952 unità, vale a dire quasi un terzo delle vendite totali dei “cinquantini”, con un incremento del 24,2%.
Di ciclomotori elettrici se ne sono venduti di più in Olanda (15.330 e +16,3%: rappresentano quasi la metà delle vendite olandesi del segmento), Francia (13.360 e +43%) e Belgio (9.140 e +11,6%). In Italia i ciclomotori elettrici venduti nel primo semestre sono stati 3.100 (+36%).
I modelli elettrici venduti equiparabili ai motocicli (in maggioranza scooter e in minoranza moto) sono stati in totale 20.900, in crescita del 107%.
In questa categoria è l'Italia al primo posto, con 6.078 vendite e un incremento del 136%. Seguono la Francia (4.815 e +154%) e appaiate la Germania (4.142, +149%) e la Spagna (4.118 e +58%). Chiude il Regno Unito con 1.750 vendite e un incremento del 26%.
L'andamento del terzo trimestre ci farà comprendere meglio la tendenza in atto per quest'anno, considerato che la situazione globale non è nel frattempo migliorata.
fonte dati Acem.eu