Sicurezza stradale: -8 punti sulla patente a chi non dà la precedenza ai pedoni

Sicurezza stradale: -8 punti sulla patente a chi non dà la precedenza ai pedoni
La fretta, i problemi, la disattenzione, inducono spesso il conducente a gravi errori di comportamento nella guida provocando incidenti stradali con conseguenze a volte irreparabili | ScuolaGuida.it
29 novembre 2010

Punti chiave


Quando si guida una moto occorre prestare molta attenzione nei punti in cui i pedoni possono attraversare la strada, mentre i pedoni devono assicurarsi di attraversare nei punti in cui si rendono ben visibili ai conducenti dei veicoli che sopraggiungono, non facendo affidamento sulla precedenza loro accordata dalla legge (in presenza di attraversamenti pedonali), applicando un po' di buon senso ed un'aspettativa sul loro diritto.
I pedoni che spingono carrozzine dovrebbero, prima di attraversare, accertarsi della mancanza di pericolo e solo dopo tirare la carrozzina, possibilmente dietro di loro .
L'attenzione di tutti dovrebbe aumentare in caso di intemperie, perché pioggia, neve e ombrello non consentono al pedone di vedere bene quanto accade sulla strada.


I più recenti dati statistici, relativamente alle cause degli incidenti stradali, ci confermano che diventano sempre minori le percentuali riferibili alle cause oggettive (strada e veicoli) e, di contro, aumenta sempre più la percentuale delle responsabilita' da addebitare all'uomo (il 96,7% di cui 2,6% al pedone e il 94,1% al conducente) confermando cosi' che, sulla strada, il rischio maggiore è per gli utenti deboli: pedoni, velocipedi, anziani. Il maggior numero di pedoni morti riguarda gli ultrasessantacinquenni.


Ecco perche' il legislatore ha voluto inasprire ulteriormente le sanzioni previste verso chi ha un comportamento anomalo contro la sicurezza stradale, prevedendo inoltre la perdita di 8 punti sulla propria patente di guida per chi non si ferma quando i pedoni transitano sugli attraversamenti pedonali.


Occorre rallentare e fermarsi non solo quando i pedoni hanno già impegnato l’attraversamento ma anche quando:
• si accingono ad attraversare
• manifestano tale volontà in modo non equivoco


Gli attraversamenti pedonali, debitamente segnalati, hanno lo scopo di concentrare il flusso dei pedoni in transito in determinati punti stradali che godano di buona visibilità da parte dei guidatori, ed i pedoni sono rigorosamente obbligati a servirsene per attraversare la carreggiata quando gli attraversamenti pedonali, i sottopassaggi o i soprapassaggi si trovano a meno di 100 m di distanza. Un'eccezione può essere rappresentata da coloro che possiedono una impossibilità fisica di servirsi di sottopassaggi e soprapassaggi, per i quali è concesso l'attraversamento a livello della carreggiata purché sotto la protezione di un agente del traffico.

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Ecco uno stralcio dell'art. 191 del nuovo codice della strada:


1. Quando il traffico non è regolato da agenti o da semafori, i conducenti devono fermarsi quando i pedoni transitano sugli attraversamenti pedonali. Devono altresì dare la precedenza, rallentando e all’occorrenza fermandosi, ai pedoni che si accingono ad attraversare sui medesimi attraversamenti pedonali. Lo stesso obbligo sussiste per i conducenti che svoltano per inoltrarsi in un’altra strada al cui ingresso si trova un attraversamento pedonale, quando ai pedoni non sia vietato il passaggio. Resta fermo il divieto per i pedoni di cui all’articolo 190, comma 4

2. Sulle strade sprovviste di attraversamenti pedonali i conducenti devono consentire al pedone, che abbia già iniziato l’attraversamento impegnando la carreggiata, di raggiungere il lato opposto in condizioni di sicurezza.

3. I conducenti devono fermarsi quando una persona invalida con ridotte capacità motorie o su carrozzella, o munita di bastone bianco, o accompagnata da cane guida, o munita di bastone bianco-rosso in caso di persona sordocieca, o comunque altrimenti riconoscibile, attraversa la carreggiata o si accinge ad attraversarla e devono comunque prevenire situazioni di pericolo che possano derivare da comportamenti scorretti o maldestri di bambini o di anziani, quando sia ragionevole prevederli in relazione alla situazione di fatto.

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