Silvio Grassetti avrebbe 88 anni

Silvio Grassetti avrebbe 88 anni
Il forte pilota pesarese è scomparso sei anni fa, ma il 24 febbraio avrebbe compiuto gli anni: 88 per la precisione. Tre volte campione italiano, ha corso dal ‘59 al ‘74 vincendo tre Gran Premi e lasciando il segno. La sua moto più competitiva? La MZ 250, però troppo fragile
24 febbraio 2024

Il 24 febbraio Silvio Grassetti avrebbe compiuto 88 anni, essendo nato nel 1936 a Montecchio, alle porte di Pesaro. Vi racconto volentieri quello che so di lui e ne approfitto per citare il libro che gli ha dedicato Massimo Falcioni: “Grassetti: le corse, il pilota e l’uomo” (281 pagine): lo potete trovare su Amazon a 18,99 euro ed è tutto da leggere.

Silvio Grassetti era figlio di un ex dipendente della Benelli che gestiva un'officina meccanica a Pesaro, e il ragazzo cominciò a correre con quella, la Benelli, nel ‘56. Due anni da privato, poi pilota ufficiale della casa per le gare del campionato italiano seniores: nel 61 fu secondo dietro a Provini, nel ‘59 aveva già debuttato nel mondiale.

Quindici stagioni in tante categorie e con moto diverse, per lui: dalla Benelli alla Bianchi e alla Morini, fino alle Yamaha, MZ e Jawa. Proprio con questa marca raggiunse il miglior risultato in carriera piazzandosi al secondo posto finale nella classifica mondiale della 350, anno 1969, dietro ad Ago.

Ma fu nel 1971 che Silvio sfiorò la grande impresa, centrando con la MZ le sue prime vittorie nella classe 250 al Salz e a Spa. Dovete sapere che la storica casa della DDR era impegnata nel mondiale dal ‘58, era all’avanguardia della tecnica duetempistica con il famoso ingegnere Walter Kaaden, nel ‘61 il suo pilota Degner era scappato con i progetti e li aveva ceduti alla Suzuki cambiando la storia. Con la MZ hanno corso campioni come Hocking, Hailwood, Shepherd. E Grassetti, appunto.

Quell’anno la MZ 250, che non aveva mai vinto il titolo, sembrava finalmente competitiva. Bicilindrica due tempi a disco rotante, più di 50 cavalli a 12.500 giri e velocissima, la moto era però piuttosto scorbutica per via dell’erogazione appuntita, e in più rompeva spesso: in Germania Orientale le risorse erano poche, ma d’altra parte non si voleva ricorrere a materiali e componenti esteri per motivi politici.

Al Salzburgring, prima gara mondiale, Silvio stravinse la 250 a 170 orari di media, regalando il successo alla MZ dopo otto anni. Purtroppo nei due GP successivi, in Germania e in Olanda, la MZ si ruppe quando il podio sembra certo, ma poi arrivò Spa sui 14 km e quella fu una grandissima giornata.

Un bellissimo duello con Phil Read, che quell’anno fu campione del mondo con la Yamaha: la MZ perfetta, Silvio gran combattente, si decise tutto all’ultimo giro con una serie di sorpassi sui curvoni più veloci e la staccata dell’ultima curva, il tornante destrorso della Source che precedeva il traguardo. Entrarono appaiati, Grassetti all’interno e Read esterno, si toccarono e l’inglese finì a terra. La seconda vittoria fu un trionfo davanti a 200.000 spettatori e Read non protestò più di tanto: non era uno che si tirava indietro.

Purtroppo seguirono tre zeri, con la MZ del pesarese ammutolita quando era in testa, poi ancora tanta sfortuna fino al terzo posto di Monza nel Nazioni di settembre. Grassetti fu soltanto settimo nella classifica finale, ma avrebbe meritato il titolo.

Tre volte campione italiano, tre GP vinti in carriera, Silvio Grassetti ha corso fino al 1974 quando un terribile incidente, sempre a Spa e con la 250, gli costò carissimo, 18 giorni di coma farmacologico. Ne venne fuori, l’ho conosciuto come un uomo sorridente, arguto, molto appassionato. Sarebbe morto di malattia il 9 settembre del 2018, quando aveva 82 anni.

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