Nico Cereghini: "Smettiamola di piangere e iniziamo ad agire"

Sono ancora troppe le vittime della strada in Italia ogni anno. L'Europa dice che non facciamo abbastanza. E allora ben vengano le campagne choc | di N. Cereghini
1 dicembre 2009

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E così, come ci ha segnalato Lorenzo Borselli della Polizia Stradale (caporedattore dell' ASAPS, ndr), in Francia hanno inaugurato un programma televisivo per la sicurezza sulla strada. Tutti i giorni su France Tèlèvisions.
Un incidente -è il titolo della campagna- non è mai un incidente“. Come dire che le vittime della strada sono l’effetto non della casualità, ma piuttosto della incuria, della distrazione e della inosservanza delle regole. E vanno in onda storie ispirate alla realtà, gente veramente esistita, con sintesi di un minuto soltanto, però molto toccanti e non prive di immagini scioccanti. Dure, ma necessarie.
 

Qui non si tratta di schiacciare la nostra libertà, già parecchio compromessa, ma di guardare la realtà. Cinquemila morti l’anno. Siamo tutti a rischio

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Non sono argomenti facili. Ma urgenti sì. Ogni anno, per dire dell’Italia, sono circa cinquemila le vittime della strada. Cinquemila. Vi pare una strage tollerabile? L’Europa da tempo pensa di no. E nel 2000 aveva chiesto ai Paesi membri di ridurre del 50 per 100 il numero delle loro vittime. Entro il 2010, educando gli utenti e migliorando le strade. Tutti hanno agito, e già ottenuto dei buoni risultati, tranne l’Italia. E ora il tempo è scaduto.

Quattro anni fa la federazione motociclistica di Paolo Sesti, allarmatissima, mi coinvolse.
Cosa possiamo fare?” Concludemmo che era troppo tardi per educare, l’unica soluzione era reprimere, spaventare, come stavano già facendo Inghilterra e Germania.
Immagini choc in televisione: toste, ma anch’io le vedevo ormai necessarie. Naturalmente serviva l’ok delle case e degli importatori, perché tutte le parti in causa dovevano essere d’accordo sulle priorità. Da me interpellati, tutti quanti finsero di ignorare il problema: mai sentito nulla della raccomandazione europea. La campagna non partì mai.

Attenzione, io sono prima di tutto un motociclista. Qui non si tratta di schiacciare la nostra libertà, già parecchio compromessa, ma di guardare la realtà. Cinquemila morti l’anno. Siamo tutti a rischio. Dobbiamo smetterla di piangere e cominciare ad interrogarci. Tutti insieme.
 
Ascolta l'audio di Nico


Nico Cereghini