Una moto in origine semplice e robusta, che abili mani hanno trasformato in una Scrambler dalle finiture spettacolari, perfetta per l’uso quotidiano. Le vetrine possono attendere
12 dicembre 2007
Gianni Scanavacca è il “papà” della moto che vi presentiamo in questo FOCUS. Sua l’idea di prendere una Suzuki DR 500 S del 1982 e di farne una specialissima scrambler anni ’70, dalle caratteristiche di guida attuali.
Questa moto era la più adatta al tipo di trasformazione, grazie al telaio di origine fuoristradistica , alla maneggevolezza e, soprattutto, al motore affidabile e ricco di coppia.
A dare forma e sostanza al progetto hanno pensato gli amici Ferruccio Codutti, noto per le sue special, e Gianfranco Lizzi, della ditta Gitielle di Fagagna.
Guardate i dettagli e le finiture, come i numerosi particolari in alluminio fatti a mano. Su tutto svettano il serbatoio , la cassa filtro e le fiancatine.
Il retro del telaio è stato modificato per ottenere uno stile retrò e minimalista (come piace a chi va offroad).
Il porta faro è stato sostituito da un telaietto portante su cui sono stati inseriti gli strumenti e il fanale, prelevato da una vecchia moto da fuoristrada.
I parafanghi in acciaio inox sono un amarcord di quanto ostentato dalle moto anni ’70, ma sono realizzati ex novo con specifiche misure, tali da consentire un raggio di curvatura che non interferisca col telaio.
La moto è stata spogliata e portata a nudo, prima di procedere a una profonda messa a punto.
Il motore è stato totalmente revisionato, idem le sospensioni , le ruote, i freni (a tamburo, come l’originale) e l’intero impianto elettrico.
Non si è badato tanto a migliorare le prestazioni – cosa inutile, visto il tipo e la destinazione d’uso della moto - quanto a ritrovare l’affidabilità e la dolcezza di funzionamento perdute nel corso degli anni.
La verniciatura è stata eseguita da un artigiano della zona di Udine, sua anche la cura dei dettagli.
Su tutti spicca la scritta del serbatoio, un richiamo diretto, viscerale alla “S” delle Suzuki da cross degli anni ’70.
Un lavoro eseguito a regola d’arte e protetto da una robusta mano di trasparente.
Lo scarico della moto rispetta lo stile retrò della nostra DR 500 S. Pur essendo omologato, si fa notare per un timbro di voce leggermente più marcato e borbottante, proprio come facevano i vecchi 4 tempi da Regolarità.
E alle vecchie regine della specialità, che correvano negli anni 60 e 70, si rifà la linea della moto. Una moto che vibra, scarica poche decine di cavalli, ma sa ancora emozionare, quasi parlasse a chi la guida.
La stella polare che ha guidato il lavoro di Gianni e dei suoi amici è stata la fruibilità della moto. Non un freddo arnese da mostrare in qualche polverosa vetrina, ma una moto da usare quotidianamente, robusta e facile.
Obiettivo centrato, grazie anche a Suzuki Italia, che ha fornito la documentazione per sostituire i pneumatici originali con altri di tipo maggiorato.
Andrea Perfetti