Spionaggio industriale alla Ducati: indagato l'ad della MV Agusta

La Finanza ha sequestrato il computer di D'Onofrio (ex direttore finanziario di Ducati) che conterrebbe notizie riservate dell'azienda di Borgo
19 maggio 2009

Il condizionale è d'obbligo, le indagini sono infatti appena partite e la notizia è ancora coperta da un velo di segretezza e di riserbo.
Quanto riportato oggi dall'ANSA è però destinato ad agitare le acque dell'industria motociclistica italiana, visti e considerati gli attori di uno scontro tra titani del made in Italy.
La Guardia di Finanza ha perquisito l'abitazione e l'ufficio dell'amministratore delegato della MV Agusta, Enrico D'Onofrio, arrivando a sequestrare il computer personale del manager.
Violazione di segreto industriale, illecita concorrenza e furto aggravato: sono queste le ipotesi di reato contestate a D'Onofrio, che ricopre il ruolo di ad dell'azienda varesina (di recente acquistata dalla Harley-Davidson) dal primo maggio.
In precedenza l'alto dirigente italiano era stato direttore finanziario proprio della Ducati. E prima di lasciare la casa bolognese, D'Onofrio avrebbe copiato i file riservati sul suo pc.

Non sono stati copiati i progetti dei nuovi modelli
Il legale di D'Onofrio esclude che il suo assistito possa aver copiato i progetti della Ducati inerenti i nuovi modelli di moto: "Non si è portato via disegni o progetti, si occupa di finanza e ha copiato solo dati di bilancio pubblici, nulla di segreto. Numeri che conservava su un computer di sua esclusiva disponibilità. Nell'andare via dalla Ducati ha fatto un back-up delle sue cose, con file che, da parte di Ducati, si dice contenenti notizie riservate. Ma non ci sono progetti, non ci sono modelli di moto nuove. Non c'è nessun elemento che D'Onofrio abbia impiegato quei dati a vantaggio del nuovo datore di lavoro".

La palla passa alla Ducati
Attendiamo di conoscere gli sviluppi della vicenda, partita in seguito a un esposto in procura presentato dalla Ducati. Interpellata in proposito, l'azienda italiana si è trincerata dietro il classico "no comment". Non prima di aver fatto una precisazione, breve ma assai significativa: i reati sono contestati al manager, non alla MV Agusta.

Andrea Perfetti

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