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C'è il coprifuoco, ancora fino alle 22; ci sono gli scontri, quelli tra partiti; e purtroppo continuano ad esserci i morti, quelli causati dalla pandemia. Se fosse una guerra però non ci sarebbero vincitori però. Il campo di battaglia è stato il quello del Parlamento e il motivo del contendere l'orario e la necessità del coprifuoco.
A darsi battaglia sono le diverse anime della maggioranza di Governo che hanno però trovato una mediazione mettendo per iscritto quello che già era sottinteso. Il Governo si impegna a "valutare nel mese di maggio, sulla base dell'andamento del quadro epidemiologico oltre che dell’avanzamento della campagna vaccinale, le decisioni prese riguardo ai limiti temporali di lavoro e spostamento". In pratica se a maggio ci saranno le condizioni di sicurezza adeguate si esaminerà nuovamente la possibilità di eliminare o quantomeno ridurre le ore di coprifuoco.
Non è di certo una svolta epocale o una garanzia di cambiamento, ma per raggiungere questo compromesso di buon senso si è passati attraverso una giornata di scontri tra Salvini e Meloni oltre che ore molto tese all'interno della maggioranza con scambi di battute piuttosto pesanti.
FdI ha presentato due odg: uno per abolire il coprifuoco e l'altro per spostare l'orario dalle 22 alle 24. Lega e FI si sono trovati alle corde, stretti tra l'obbligo di votarli o la magra figura di sconfessare nei fatti le posizioni prese. Pd, M5S e Leu hanno votato contro mentre Lega e FI non hanno partecipato al voto e il testo che alla fine è stato firmato non scontenta nessuno e, forse più importante, salva la faccia a tutti.
"Questo voto - ha dichiarato Salvini - significa che la Lega non fa i capricci ma rappresenta l’esigenza di milioni di italiani. Se fossi all’opposizione potrei protestare e lamentarmi ma non potrei incidere. Noi siamo leali, sbaglia chi vuole buttarci fuori. Draghi si fidi". "Assurdo! - ha commentato Giorgia Meloni - Mentre FdI ha votato per abolire questa misura irrazionale e liberticida, tutti i partiti di maggioranza hanno votato a favore o non hanno partecipato al voto. Da non crederci...". Duro il giudizio del PD: "È infantilismo politico, la gara a chi si intesta le riaperture".