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Non sono bastate le presentazioni di Colonia, dove ad Intermot BMW ha completato la famiglia Boxer con una R 1200R completamente diversa dalla precedente e la sorella RS, svelando anche l’erede della S1000R; al Salone EICMA di Milano la Casa di Monaco ha completato la sua salva di novità con la crossover S1000 XR e la naked sportiva d’accesso F800 R. Cinque novità, come ormai da tradizione, con un modello che apre un segmento completamente nuovo in casa BMW, uno che torna a percorrere una strada precedentemente abbandonata e altri tre che evolvono radicalmente (nel caso della R 1200R cambiando anche la destinazione d’uso – da tranquilla nuda classica a naked dalle ambizioni sportive) i modelli che vanno a sostituire.
Ci sono tutte le premesse per ripetere i successi del 2014, perché anche quest’anno BMW Motorrad è riuscita a migliorare i risultati – già da record – dell’anno precedente pur presentando un solo modello in un nuovo segmento – la Café Racer R NineT, moto peraltro non pensata certo per fare grandi volumi. Proviamo a chiederlo un’altra volta a Stephan Schaller, AD di BMW Motorrad: qual è il vostro segreto?
«Permettetemi una precisazione: è vero che l’unico modello che segna l’ingresso di BMW in un nuovo segmento è la R NineT, ma è anche vero che abbiamo profondamente rinnovato tutta la gamma, proponendo tanti modelli completamente nuovi. E’ logico che la crescita quindi sia dovuta al nostro saper creare modelli appetibili e intrinsecamente migliori dei precedenti, oltre che all’esplorazione di nuovi segmenti. Ma in generale non credo si possa parlare di segreto: lavoriamo costantemente sui nostri modelli, cercando di essere sempre attenti a quello che ci chiede il mercato e di mantenere la flessibilità necessaria a rispondere a tutte le sue richieste, aggiornando i nostri modelli e proponendo moto nuove che piacciano»
La R 1200GS, non a caso profondamente rinnovata da due anni, resta la best seller BMW sul nostro mercato. Chiediamo a questo punto a Schaller se la situazione è la stessa anche in prospettiva mondiale, e quali siano gli altri cavalli di battaglia della Casa di Monaco.
«La R 1200GS è la nostra best seller anche in ottica mondiale, seguita a ruota dalla versione Adventure e dalla R 1200RT. A sorpresa, la quarta moto nella nostra classifica di vendite è la R NineT – il modello è andato molto meglio di quanto non ci potessimo attendere»
Viene naturale chiedere se Schaller si immagina che la composizione del venduto BMW resti invariato a breve termine o se preveda invece variazioni.
«Credo sia molto importante per noi avere oggi una famiglia completa di proposte a quattro cilindri – credo davvero che farà molto bene in termine di vendite. Stiamo spingendo molto sull’ampliamento della gamma a quattro cilindri, che in prospettiva a medio termine vogliamo far crescere molto fino a farla diventare importante quanto quella boxer – una sorta di seconda gamba per BMW Motorrad. Abbiamo già cominciato, come potete vedere, con la S1000 R e con la XR di quest’anno»
Per certi versi, a fronte di configurazioni motoristiche molto diverse, BMW e Ducati hanno una certa somiglianza, leggendo le schede tecniche. La corsa all’elettronica non porta un po’ ad una convergenza nello sviluppo dei modelli, andando quasi a traino dei fornitori di soluzioni elettroniche?
«Direi proprio di no. Intanto crediamo che la configurazione del motore faccia una grandissima differenza in termini di erogazione e possibilità di sfruttare la potenza: l’elettronica in questo senso ci aiuta molto a diversificare gli impieghi possibili per il nostro quadricilindrico, gestendone la potenza e adattandone l’erogazione ad usi decisamente diversi fra loro. Detto questo, è evidente che i vantaggi offerti dall’elettronica ci sono e quindi influenzano lo sviluppo ma bisogna saperli sfruttare: quello che fa la differenza è il software, come potete vedere dal fatto che pacchetti tecnici sulla carta identici si comportano in effetti in maniera abbastanza diversa – il punto non sta tanto nel proporre soluzioni elettroniche, quanto avere pacchetti che funzionino davvero»
BMW ci ha abituato negli ultimi anni ad una media di quattro/cinque nuovi modelli. Manterrete questa strategia? Considerando che BMW ha la gamma più aggiornata del mondo – nessuno dei modelli attuali ha più di tre anni – la cosa significa che esplorerete nuovi segmenti…
«Abbiamo programmi che terranno impegnati i nostri ingegneri per almeno cinque anni – si, continueremmo a proporvi fra i tre e i cinque modelli nuovi all’anno. Rivisiteremo i nostri modelli meno giovani ed esploreremo nuovi segmenti come abbiamo fatto con la famiglia NineT, ma posso dirvi che l’esplorazione riguarderà anche nuovi mercati, con particolare riguardo a quelli che danno maggiori segni di risveglio come Cina, sud-est asiatico e Stati Uniti»
Prendiamo nota dell’uso del termine “famiglia” per NineT, che lascia intendere come BMW abbia tutte le intenzioni di sfruttarne il successo. Azzardiamo allora: magari un cruiser, per puntare dritti al mercato americano?
«Quello delle cruiser è un segmento molto interessante: anche se completamente slegato dalla tradizione BMW, si tratta del primo al mondo per numero di vendite nella fascia di mercato che ci interessa, quindi è evidente che sia allettante. Con la NineT abbiamo già iniziato ad attaccarlo, creando un modello che il cliente tipo della cruiser prende in considerazione per affiancarlo alla moto che già possiede in garage. Continueremo sui questa strada: non faremo delle cruiser, ma cercheremo di definire modelli che possano piacere anche al loro pubblico»
Nel 2012, a proposito di mercati, avete introdotto gli scooter della famiglia C in un segmento – quello dei maxiscooter – che però è andato in sofferenza poco dopo, almeno nel panorama europeo. Pensate di aggiustare il tiro abbassando un po’ la cilindrata?
«Quello che posso dirvi è che sicuramente continueremo ad investire sul segmento della mobilità urbana – a livello mondiale abbiamo comunque una discreta quota di mercato. Peraltro è vero che il mercato non sta ancora dando reali segni di ripresa, ma crediamo fortemente nel principio che nei momenti di crisi sia fondamentale investire per farsi trovare pronti nel momento in cui il mercato ripartirà. Quindi continueremo a spingere sul tema della mobilità urbana»
Nel nostro incontro a Monaco lo scorso anno ci ha spiegato come il vostro disimpegno in Superbike è stato dovuto al raggiungimento dell’obiettivo del programma: avete maturato le competenze necessarie per sviluppare le supersportive della gamma S1000, e che quindi non eravate interessati ad impegnarvi in MotoGP. Tutti i vostri diretti concorrenti però o sono già presenti oppure stanno progettando l’entrata…
«Finché avremo accesso alle tecnologie necessarie per sviluppare i nostri modelli – che in parte viene ovviamente dalle competizioni, anche sotto forma del nostro programma di assistenza clienti – non vediamo necessità di impegnarci direttamente. BMW vede le corse come attività per sviluppare i modelli di serie, non come attività promozionale, quindi al momento riteniamo che le nostre supersportive continuino ad essere il riferimento della categoria – lo vedrete nei primi test comparativi in cui schiereremo la nuova S1000RR presentata a Colonia. Nel momento in cui sentiremo di avere bisogno di nuova esperienza riconsidereremo la nostra posizione, ma per adesso preferiamo investire le nostre risorse economiche nello sviluppo di nuovi modelli per ampliare la nostra gamma»