Storie di concessionari: BMW Siracusa A.D. Pugliese

Storie di concessionari: BMW Siracusa A.D. Pugliese
La concessionaria di Siracusa BMW, auto e moto, ha da poco avuto il battesimo del fuoco e si capisce che dietro alla misurata eleganza c’è un concetto ragionato di comunicazione e cura dell’accoglienza al cliente
17 ottobre 2014

“Questa non è una sfida, è un percorso”. Accomodati sugli eleganti divanetti con vista mare della nuova sede di Siracusa BMW Auto e Moto A.D. Pugliese, io e il Direttore Generale Fabio Sirchia sembriamo due vecchi amici intenti a confidenze sul mercato e sul concetto di passione per i motori; siamo a poche centinaia di metri dal mare e dallo show-room al primo piano dell’edificio che ospita la concessionaria si gode l’illusoria sensazione di trovarsi sulla tolda di una nave pronti a salpare; comandante delle operazioni il gentile Fabio Sirchia, che già con la sola stretta di mano ha creato una atmosfera contagiosa, rilassata e accogliente; eppure la sua disponibilità fa fatica e quasi si imbarazza se gli chiedo di spiegarmi meglio il suo ruolo ed intuisco che la sua funzione è fortemente integrata in tutti i settori di un’Azienda fiera della propria presenza nel mercato automobilistico di buona parte delle provincie siciliane e che da luglio 2014 si è legata ad un brand, BMW Auto e Moto, di primissimo piano.

 

Fabio Sirchia
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Nella storia cinquantennale di A.D. Pugliese questo è a tutti gli effetti anche il suo l’ingresso, e che ingresso, nel mercato motociclistico ed ovviamente il passo è stato meditato e inquadrato in una strategia complessiva; lo stesso Fabio Sirchia mi confida legandosi a BMW che non è mai stato messo in dubbio l’approccio al mercato delle due ruote, ritenendo il limitarsi al ramo automobilistico come il privarsi di un arto per uno sportivo; sono immensamente d’accordo, seppure io sia notoriamente un po’ di parte dato che le motociclette le amo tutte.

La concessionaria di Siracusa BMW Auto e Moto A. D. Pugliese in cui mi trovo ha da poco avuto il battesimo del fuoco e si capisce che dietro alla misurata eleganza sia degli arredi sia del profilo signorile dei responsabili delle vendite e dell’assistenza c’è un concetto ragionato di comunicazione e cura dell’accoglienza al cliente; i più bravi probabilmente diranno che è un’immagine di brand frutto di una strategia mirata e identica per tutte le concessionarie BMW ma non c’è niente da fare, per quanto mi sforzi qui a Siracusa non riesco a vedere solo una concessionaria BMW, vedo gente, volti e molta passione che si agita per le officine (due, una per le auto strutturata con un intelligente metodo di lavoro per singole stazioni di lavoro e una dedicata esclusivamente alle motociclette) e per il grande show-room con vista mare. La concessionaria è fatta di persone e questo è il valore aggiunto di un approccio al mercato sintomatico dell’attenzione con la quale l’ingresso nel mondo BMW è stato progettato: nonostante la recentissima apertura della sede, il team di collaboratori che lavora in concessionaria vanta già una notevole esperienza, anche più che decennale, nel mondo del marchio dell’elica sia in area auto che moto e costituisce la sicurezza del cliente di trovare una struttura giovane ma già rodata e a punto, come una moto pronta a regalare molte decine di migliaia di chilometri di emozioni al suo fortunato pilota.

 

La storia di A.D. Pugliese è di quelle che ormai sembrano quasi irripetibili in questi tempi dove fare l’imprenditore in Italia sembra molto complicato. Agostino Diego Pugliese ha origini siciliane ma lavora a Cremona nel primo dopoguerra come carrozziere, poi coglie l’occasione per aprire prima un magazzino ricambi e successivamente si insedia a Caltanissetta dove crea una concessionaria Volkswagen nel 1964: io non ero ancora nato, l’autostrada del Sole era stata appena inaugurata e soprattutto la Nutella faceva proprio quell’anno il suo ingresso nell’elenco delle cinque cose di cui non avremmo più fatto a meno.

 

La storia di A.D. Pugliese è di quelle che sembrano irripetibili in questi tempi dove fare l’imprenditore sembra molto complicato. Agostino Diego Pugliese ha origini siciliane ma lavora a Cremona nel primo dopoguerra come carrozziere, poi si insedia a Caltanissetta dove avvia una concessionaria Volkswagen nel 1964

Da quel punto in poi è un’ascesa verticale. L’azienda entra prepotentemente nel mass-market acquisendo il mandato Fiat nel 1976, quando Fiat possedeva il 60% del mercato italiano, e di lì a poco Agostino lascia la mano al figlio Pietro, attuale Amministratore Unico di A.D. Pugliese: è il 1982 e Tardelli urlava “Gooool!!”. La visione del mercato di Pietro Pugliese e la sua strategia portano l’azienda ad espandersi, sia in termini territoriali, sia orizzontalmente attraverso l’acquisizione dei mandati di vendita di altri marchi automobilistici fino ad arrivare al tiepido luglio siciliano di quest’anno che vede A.D. Pugliese rappresentare l'espressione del BMW Group per la commercializzazione e l’assistenza dei marchi BMW Auto-Moto e MINI per Caltanissetta e Siracusa nel contesto di una complessiva struttura che attualmente impiega 55 persone con un volume di vendita di 3.500 automobili ed un fatturato di circa 40 milioni di euro annuo. E all’appello mancano ancora le due ruote per le quali i conti si faranno tra un anno ma nel frattempo molte motociclette BMW esposte in concessionaria sono state vendute nell’arco di un paio di mesi, soprattutto GS 1200 Adventure, buon segno.

 

Qualcuno parlerebbe di sfida al mercato, forse perché generalmente chi investe tanto in tempi avversi viene generalmente visto come un arrembante visionario ma Fabio Sirchia è in azienda dal gennaio del 2006 e ne parla invece, a buon titolo, come di un percorso iniziato nel 1964 che lo ha conquistato parlando di un diverso approccio al mercato, di solidità e programmi certi a lunga scadenza, di un nuovo progetto che sta salpando adesso ma che alle spalle vanta grandi professionalità e motivata passione; capito questo, comprendo perché i programmi per il futuro di A.D. Pugliese parlano di ulteriori espansioni, senza perdere di vista la concretezza dei suoi ultimi 50 anni di storia: è un percorso di crescita, non una sfida; non c’è nessuno da sconfiggere. Ammetto che è un approccio affascinante e molto costruttivo dal quale imparare qualcosa.

 

Risalgo fino al primo piano, nello show-room sul mare e mi congedo da Stefania Mirto, Enrico Pluchinotta, che presidiano il ponte di comando… pardon: gli uffici vendita, e da Fabio Sirchia; certe volte non sai cosa dire, in che modo salutare e ringraziare per l’accoglienza ma per una volta forse ho la frase giusta: mi guardo intorno, vedo lo Jonio a portata di randa e auguro a tutti Buon Vento; si dice così tra chi va per mare.