Nico Cereghini: "Stretching sulla moto"

Nico Cereghini: "Stretching sulla moto"
Per non ridurvi come me, mal di schiena e tutto il resto, vi passo qualche consiglio utile. Nei viaggi lunghi potete fare anche qualche esercizio in sella. Con attenzione | N. Cereghini
16 marzo 2010

Ciao a tutti.
Siccome mi sento una specie di fratello maggiore, e tengo alla vostra salute, questa volta voglio mettervi in guardia. Per non essere costretti a camminare  storti quando avrete la mia età, qualcosa potete fare già fin d’ora.

Intanto una serie di consigli. Magari non rappresentano niente di nuovo per voi, però sono questioni di buon senso da mettere tutte in fila per memorizzarle.
Primo, proteggetevi dalle cadute con l’abbigliamento giusto, dal casco alle scarpe, non solo d’inverno ma anche al mare d’estate. Le mie vecchie fratture – delle quali vi risparmio l’elenco - ci sono dei giorni che fanno ancora male.
Riparatevi dal freddo e dalla pioggia meglio che potete, tenete soprattutto il collo al sicuro dall’umidità e dai colpi d’aria, che alla lunga sono micidiali. E anche le mani devono essere protette con i guanti tutto l’anno.

E poi sedetevi correttamente sulla moto. Questo è un aspetto che pochi curano, vedo soprattutto ragazzini e  ragazzine seduti troppo avanti e tutti curvi su se stessi. La posizione giusta stressa la colonna il meno possibile, con il tronco leggermente inclinato in avanti, le gambe e le braccia che lavorano per assorbire buche, asperità, e i trasferimenti di carico in frenata e in accelerazione.
In tutti i casi, busto, gambe e braccia corrono il rischio di addormentarsi nella posizione in sella. Lo stretching può aiutarvi moltissimo nei viaggi più lunghi: potete fare qualche utile esercizio anche mentre guidate la moto. In autostrada, non certo tra i tornanti dello Stelvio.

Primo esercizio, per mobilizzare la colonna. Arretrate leggermente sulla sella, e quindi, lentamente mi raccomando, curvate la schiena all’indietro come foste gobbi, fino a che potete; poi, sempre lentamente, fatevi convessi, pancia avanti e spalle indietro senza forzare, e quindi riprendete la posizione naturale. Un ciclo di cinque esercizi - mai forzare - vi mette a posto per una mezz’oretta di moto.

Secondo esercizio, per le braccia. Cominciando dalla mano sinistra, impugnate la manopola al contrario, dita in alto; quindi stirate il braccio, contate fino a cinque secondi, e poi mollate. Dieci volte per braccio. Quando lo fate con la destra del gas – in autostrada, corsia di destra, nessuno alle spalle, massimo 100 all’ora please - se non disponete del cruise control state più attenti.

Infine le gambe. Portate avanti il piede sinistro, sopra alla pedana. Stendete tutta la gamba e poi spingete la punta del piede indietro, a martello. Fermi per due o tre secondi, poi mollate. Dopo cinque serie passate all’altra gamba.
Non è farina del mio sacco: è roba seria che mi ha raccomandato il dottor Mosca, il guru che mi tiene in piedi con aghi, shatsu e amicizia.
Buona strada!

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