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Tre esemplari dei 10 previsti per la Suzuki Hayabusa Web Edition "bruciati" dopo pochi minuti dalla presentazione italiana (complice la presenza all'evento dei ragazzi del Moto Club Hayabusa Italia No Limits) e poi gli altri sette esauriti in un weekend. Un risultato forse non incredibile per un modello tanto atteso, ma sicuramente molto significativo in termini del cambio paradigmatico del modello di vendita che, complice la situazione sanitaria mondiale, sta prendendo sempre più piede anche in un mercato così conservatore e legato al contatto fisico come quello motociclistico.
Ma andiamo con ordine: in un momento storico come questo, vedere Suzuki tornare a modelli irrazionalmente emozionali come l'Hayabusa fa davvero bene allo spirito. E, crediamo, costituisce anche un messaggio molto forte da parte di Suzuki stessa. Ma come mai la scelta di Hayabusa? Lo chiediamo subito ad Enrico Bessolo.
"Hayabusa è da sempre la punta di diamante tecnologica di Suzuki, di fatto è il suo capolavoro stradale, quindi è stato naturale puntare su questo modello, riversandovi tutta la tecnologia, anche di derivazione MotoGP - tra l'altro proprio nell'anno della riconquista del titolo - per creare una moto che parla al cuore ma è anche ricchissima di contenuti da un punto di vista tecnico, che tra l'altro la rendono anche più sicura e accessibile, oltre che più performante e prestazionale. Una scelta quindi di cuore ma anche di testa, perché pur essendo un modello di nicchia, ci sono tantissimi appassionati, in Europa e soprattutto negli USA, legati a questo modello."
Una tecnologia che costituisce il punto di riferimento per la produzione stradale Suzuki, con un pacchetto elettronico addirittura più avanzato di quello della supersportiva GSX-R 1000R. Tecnologia che quindi ci dobbiamo aspettare a breve in arrivo su altri modelli?
"Sicuramente tutte le tecnologie si trasmettono 'a scendere' dal campo di sviluppo più avanzato - la MotoGP - verso i modelli stradali, partendo ovviamente dall'ammiraglia, e poi in cascata sugli altri. Quindi mi aspetto che tante di queste tecnologie le vedremo a breve su... questi schermi"
Passiamo quindi a Paolo Ilariuzzi, nuovo direttore della Divisione Motocicli e motori marini di Suzuki, ma da 25 anni in forza alla Casa di Hamamatsu. E cogliamo l'occasione di questa nuova Hayabusa per parlare di come cambia il modello di vendita secondo Suzuki. Che già dal primo lockdown aveva inaugurato il modello Smart Buy, e ora inaugura addirittura uno showroom digitale sotto forma del Suzuki Global Salon. Si tratta di un cambio di paradigma?
"Il lockdown di fatto ci ha spinto ad accelerare un concetto che di fatto Suzuki aveva già da tempo maturato: offrire al cliente diversi canali di contatto. Siamo tutti un po' abituati a fare le cose per abitudine, immaginando che il cliente sia disposto a venire sempre a trovarti negli orari e nei momenti che tu stabilisci. Abbiamo capito che non è sempre così: il cliente deve avere più occasioni di contatto, più occasioni di scelta, di poter decidere quando e come vedere la novità. La concessionaria virtuale di Suzuki ci ha permesso di capire che quello che una volta credevamo impossibile, cioè che qualcuno da casa comprasse una moto o un'auto, non lo è affatto."
"Il cliente è abituato a una presa di contatto graduale, con la raccolta di informazioni in più fasi e con decisioni maturate nel tempo, e la scelta quindi ci ha ripagato. E abbiamo la consapevolezza che da qui in avanti lo store digitale sarà uno strumento che Suzuki utilizzerà per tutte le divisioni."
Ma queste esperienze digitali riusciranno a sostituire in toto quelle reali dei saloni e delle concessionarie?
"Credo che le due cose debbano coesistere. In questo momento, facendo di necessità virtù, credo che sia necessario avere queste piattaforme virtuali che permettano al cliente di vedere quello che diversamente non riuscirebbero a guardare. Ma credo nel contatto, nella possibilità data al cliente di toccare, analizzare le moto e parlare con gli addetti ai lavori. Il Virtual Global Salon ci sta offrendo una possibilità in più: quella di poter approfondire le nostre conoscenze da casa. Ma finita l'emergenza sanitaria spero proprio che si possa tornare alla realtà dei saloni, con visitatori veri."
Ultima domanda: questa Hayabusa è una novità importantissima, ma speriamo che non sia l'ultima per Suzuki nel 2021. Quante ce ne farete vedere ancora?
"Tante, credo anche belle come questa - diverse nelle nicchie e nelle fasce di mercate, magari. Ma ce lo chiedono i clienti, ce lo chiedono i dealer: credo che sarà un anno di svolta, in cui nei prossimi mesi avremo occasione di tornare a parlare di Suzuki con i nuovi modelli. Tutti pensati per il mercato europeo, e italiano in particolare."