Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Suzuki Hayabusa ha fatto innamorare negli anni molti motociclisti uniti dalla passione per la velocità e dalla ricerca dell’adrenalina pura, gli stessi elementi che hanno spinto tre di loro a fondare a Roma il primo e unico club italiano dedicato a tutti i possessori di questo esclusivo modello. Proprio su iniziativa del club è stato ideato l’Hayabusa Italian Meeting, un raduno che quest’anno è in programma dal 14 al 16 settembre 2012 a Porcia, in provincia di Pordenone, un’occasione unica per ritrovare vecchi amici o per incontrarne di nuovi, contribuendo a portare avanti il mito della due ruote giapponese ed entrando a fare parte degli “Hayabusisti”, una vera e propria tribù di appassionati.
Presso la cornice della Villa Dolfin, una delle più importanti ville venete del 1700 tutelata dagli stretti vincoli del Ministero dei Beni Culturali, tutti i partecipanti provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero potranno condividere momenti di passione in sella al proprio bolide, intervallati da degustazioni di prodotti tipici e serate gastronomiche all’insegna del divertimento e dell’allegria. Per tutti gli interessati sarà inoltre possibile effettuare un tour guidato di circa 170 km, un percorso che toccherà alcune delle più famose zone montane e delle vallate delle provincie di Treviso, Belluno e Pordenone, da percorrere in tutta tranquillità e nel rispetto delle norme del codice stradale, ammirando lo straordinario paesaggio in sella al propria Hayabusa.
Protagonista del raduno sarà la Suzuki Hayabusa, moto dalle elevate prestazioni , grazie alla maneggevolezza sportiva e alla potenza del motore. Il DOHC a iniezione da 1340 cm3 a 4 cilindri in linea raffreddato a liquido è caratterizzato da un’ampia coppia, il sistema di iniezione Suzuki Dual Throttle Valve (SDTV)consente un miglioramento dell’erogazione della potenza e una risposta più lineare ai bassi e medi regimi. La moto è dotata di alcuni sistemi come il Suzuki Clutch Assist System (SCAS), un dispositivo che funge da frizione anti-saltellamento per evitare il bloccaggio della ruota posteriore in frenata e il selettore Suzuki Drive Mode Selector (S-DMS)che permette al guidatore di scegliere tra tre mappe di controllo del motore e adattarlo così alle preferenze personali di guida in ogni condizione. La forcella anteriore a steli rovesciati presenta il trattamento superficiale Diamond-Like Coating (DLC)che riduce l’attrito, migliorandone la scorrevolezza. Il quadro strumenti è di facile lettura ed è composto da quattro indicatori analogici che comprendono orologio, indicatore marcia inserita, indicatore mappa S-DMS, contachilometri e doppio “trip meter”.
Lo stile unico scolpito in un’aerodinamica in grado di sfidare il vento e assicurare prestazioni fuori dal comune, ha permesso alla Suzuki Hayabusa di conquistare una fetta sempre più ampia di appassionati, tra cui anche due bellissime pop star del calibro di Jennifer Lopez e Beyoncè, che hanno guidato la “belva” giapponese in occasione di uno spot per una famosa bibita analcolica. Hayabusa è indubbiamente uno dei migliori prodotti degli ingegneri Suzuki, capaci di creare un motore in grado di sprigionare una potenza fino a quel momento inimmaginabile per una moto su strada. Fin dal suo esordio sui mercati internazionali, la moto è stata in grado di raggiungere e battere molti primati di velocità, dimostrando ancora una volta lo spirito racing della casa giapponese. Un esempio è quello ottenuto nel 2011 dal pilota Richard Assen nella pianura desertica di Bonneville Salt Flats che ha superato i 420 km/h.
Suzuki da sempre attribuisce importanza alla questione della sicurezza e per questo motivo ha firmato un gentlemen agreement con alcune delle più importanti case motociclistiche per ridurre la velocità massima dei propri modelli di punta a 300 km/h, grazie all'utilizzo di un limitatore elettronico. Organizza inoltre iniziative per promuovere uno stile di guida consapevole nel pieno rispetto delle normative vigenti e per sensibilizzare ogni appassionato delle due ruote a tutelare la propria incolumità e quella degli altri utenti della strada che non può essere scambiata per la pista di un circuito di gara.
Tale velocità è stata ben presto fonte di dibattiti, tanto che si arrivò a ipotizzare una messa al bando del veicolo in Europa; la questione si risolse nel 2000 con un gentlemen's agreement tra le quattro principali Case giapponesi (Suzuki, Honda, Kawasaki e Yamaha), che fissarono la velocità massima dei loro modelli di punta a 299 km/h mediante l'uso di un limitatore elettronico. Per questo motivo, la GSX-R 1300 Hayabusa prima serie è l'unica dotata di tachimetro con fondoscala fissato a 350 km/h, mentre nelle successive è a 300 km/h.
Il motore da 1298cc è alimentato da una centralina con sei mappature specifiche per ogni marcia, caricate automaticamente grazie ad un sensore posto sul selettore delle marce, che viene utilizzato anche dal contamarce posto sul cruscotto. Il comparto freni è costituito da un doppio disco da 320mm sull'anteriore e da un disco da 240mm sul posteriore, con pinze Tokiko a sei pistoncini. Il forcellone è dotato di una capriata di irrigidimento e i leveraggi di collegamento al mono sono di tipo progressivo. Il monoammortizzatore è completamente regolabile. La carenatura, uno dei tratti distintivi di questa moto, è improntata all'areodinamicità, tanto che sulla sella passeggero vi è una protuberanza ideata per opporre la minima resistenza possibile quando il pilota si trova rannicchiato sotto al cupolino. Altro carattere distintivo della GSX-R 1300 Hayabusa è il muso, la cui forma richiama il becco di un falco.
Nel 2008 con l'introduzione della quarta serie ha subìto un restyling completo, sotto ogni punto di vista. Gli interventi estetici hanno cercato di ammorbidirne le forme, pensando al contempo alla protezione del pilota dall'aria, pur mantenendo la raffinata areodinamica che ha sempre condraddistinto la GSX-R 1300 Hayabusa. La ciclistica è stata la parte maggiormente soggetta a migliorie: i dischi freno anteriori da 320x5 mm sono stati sostituiti con altri da 310x5.5 mm, mentre le pinze Tokiko sono ora a quattro pistoncini ma con attacco radiale; le forcelle sono state maggiorate ed irrigidite, mentre il telaio ha subito piccoli ritocchi volti a migliorarne la robustezza. Il motore è stato ulteriormente potenziato, portando la cilindrata totale a 1348 cm³, la potenza a ben 197 cv a 9.500 rpm e la coppia a 155 N·m. Nonostante il peso ragguardevole, 243 kg a secco, la GSX-R 1300 Hayabusa raggiunge i 100 km/h in 3.3 secondi e i 0-200 in 8.9 secondi.
Per gestire l'elevatissima potenza del motore, è stato adottato un sistema a doppia farfalla: la prima è gestita come di consueto dal pilota tramite l'acceleratore, la seconda dalla centralina. È stato inserito anche un selettore per poter impostare in tempo reale la mappatura più consona alle proprie esigenze: la prima permette alla moto di erogare la sua piena potenza, la seconda la riduce parzialmente fornendo però una erogazione piena ai bassi ed ai medi regimi, mentre la terza limita il motore a 100 cv di potenza ed è consigliata per fondi stradali bagnati o viscidi.
Nonostante le prestazioni a dir poco eccezionali, negli Stati Uniti è prassi comune aumentarle ancora di più tramite l'installazione di un kit turbo, che ne porta la potenza a quasi 500 cavalli, e di un impianto N2O. Oltre oceano questa moto ha riscosso un successo particolarmente elevato, sia per la sua potenza, sia perché i regolamenti delle competizioni per automobili prototipo spesso consentono l'uso di motori con massimo 1300 cm³ di cilindrata; quindi il motore della GSX-R 1300 Hayabusa prima serie risulta essere uno dei più adatti allo scopo. (Fonte: Wikipedia)
Suzuki
C.so Fratelli Kennedy, 12
10070 Robassomero
(TO) - Italia
011 9213711
https://moto.suzuki.it/
Suzuki
C.so Fratelli Kennedy, 12
10070 Robassomero
(TO) - Italia
011 9213711
https://moto.suzuki.it/