Suzuki V-Strom 1000: “Il design affascina, la guida vi conquisterà”

Tomoya Murakami, capo designer dell’attesa Sport Enduro Tourer di Suzuki, ci racconta il background del lavoro di gruppo che ha portato al risultato finale
19 luglio 2013

Punti chiave

Lo scorso 9 luglio abbiamo pubblicato un’articolata intervista a Tomohisa Ichimaru, il Moto Product Planner di Suzuki che ha guidato il progetto V-Strom 1000. Ora tocca a Tomoya Murakami, capo dei designer che si sono occupati di questo ambizioso progetto, raccontarci come il suo gruppo di lavoro è arrivato a definire la nuova attesissima Sport Enduro Tourer di Hamamatsu.
 
“Vorrei davvero che tutti voi toccaste e provaste la nuova V-Strom 1000, perché non basta guardarla attraverso delle semplici immagini per poterla apprezzare davvero. Penso che sarà proprio valsa la pena attenderla”. Queste parole, pronunciate da Mr. Murakami, sintetizzano l’aspettativa dei tecnici Suzuki che hanno lavorato al progetto, circa il riscontro degli appassionati sul risultato del loro lavoro. Un impegno gravoso, reso necessario dalla volontà di coniugare in questa nuova Suzuki le caratteristiche di comfort e praticità, indispensabili su una moto di questa tipologia, con una dinamica rivolta alla massima agilità. “Le moto Touring sono divertenti e facili da guidare, una volta in movimento. Tuttavia, a un primo sguardo potrebbero sembrare troppo grandi e poco maneggevoli, intimorendo il cliente ancora prima di salire in sella. La nuova V-Strom è maneggevole e manovrabile”. Queste dichiarazioni chiariscono immediatamente il concetto ispiratore delle forme della nuova V-Strom 1000: una moto che punta su maneggevolezza e facilità di guida come punti cardine, espressione di un modello che al design fortemente distintivo vuole abbinare un piacere di guida fino a oggi sconosciuto nel settore.


Ma come si coniugano tutte queste esigenze? Come si miscelano caratteristiche di praticità, comfort, divertimento e prestazioni? Anzitutto partendo da una base solida, ovvero il nostro V-Twin da 1000 cc: il propulsore, già noto per le sue performance e la trattabilità a ogni regime, è stato oggetto di uno step evolutivo importante teso a sottolinearne le caratteristiche, sincronizzando le rinnovate prestazioni con una gestione elettronica innovativa. Attorno al profilo snello del bicilindrico, il lavoro si è concentrato sullo sviluppo di un design esclusivo, capace di sollecitare all’osservatore una risposta emotiva ma che nel contempo fosse anche funzionale. “Abbiamo snellito la parte dove la sella e il serbatoio si incontrano; abbiamo inserito delle sezioni in plastica nera intorno al serbatoio con l’obiettivo di avere un look più compatto. Ora toccare con i piedi a terra è molto più semplice, così come alzare la moto dal cavalletto laterale. Inoltre le ruote a dieci razze in alluminio sono un altro esempio di espressione di agilità”.

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Gaston Rahier con la Suzuki DR-Z
Gaston Rahier con la Suzuki DR-Z


Mr. Murakami non nasconde che il design prende spunto dalle forme avventurose della DR-Z degli anni ’80
, la moto con la quale il compianto ex Campione del Mondo di motocross Gaston Rahier partecipò alla Parigi-Dakar del 1988, e che successivamente ispirò le mitiche DR-Big 750 e 800. La reinterpretazione in chiave moderna ha tenuto pertanto conto dei tratti distintivi di quella moto: a cominciare dal “becco” frontale, poi divenuto elemento comune anche per altri marchi motociclistici, si è posto l’accento su forme audaci e non scontate, con una attenzione al dettaglio e alle finiture plasmate attorno alle aspettative dei motociclisti più esigenti. “Ho visitato personalmente l’Europa molte volte durante le interviste ai clienti, disegnando migliaia di bozzetti. I clienti di questa tipologia di moto sono piloti esperti che conoscono molto bene le moto che guidano”.

L’intervista integrale a Mr. Murakami


Potrebbe brevemente presentarsi e dirci il suo ruolo all’interno del progetto?

«Ho iniziato a lavorare in Suzuki come designer nel 2003. Il mio compito era quello di disegnare i modelli Quad ATV come l’LT-Z e la gamma delle moto da cross. Dopo questo impiego ho preso parte al team di progettisti e sviluppatori della serie GSX-R e GSR.

Per quanto riguarda la V-Strom, sono responsabile per il design di tutta la serie e, nello specifico, capo designer per la V-Strom 1000. Ho disegnato tutti i bozzetti partendo dagli spunti emersi durante l’indagine preliminare per arrivare poi al design finale, sono stato anche coinvolto nella realizzazione del suo modellino in argilla. Personalmente ho sempre avuto moto da fuoristrada e supermotard».

 

Può raccontarci qualcosa sul concept di prodotto e sul processo di sviluppo dello stesso?

«Non posso essere troppo dettagliato nel raccontarvi il processo di sviluppo, ma vi assicuro che abbiamo passato una considerevole quantità di tempo su questo progetto. Ho visitato personalmente l’Europa molte volte per le indagini, disegnando migliaia di bozzetti. I clienti di questa tipologia di moto sono piloti esperti che conoscono molto bene le moto che guidano. Abbiamo avuto diverse discussioni interne per come far tesoro delle opinioni dei clienti. Dopo di che abbiamo deciso che il concept di design doveva essere “avventuroso e intelligente”. Tramite questo concetto abbiamo espresso qualità essenziali come la robustezza, la funzionalità, l’agilità e lo spirito d’avventura».

 

Si tratta di un design distintivo, proprio quello che aveva in mente durante la progettazione?

«Prima di tutto abbiamo voluto sollecitare una risposta emotiva da parte dei clienti con un look audace e distintivo adatto al modello di punta della famiglia V-Strom. In secondo luogo abbiamo posto meticolosa attenzione alla qualità delle finiture e al design delle forme per accontentare anche i clienti più esigenti. Inoltre, quando abbiamo discusso per decidere a quale modello di moto touring avessimo dovuto ispirarci, abbiamo deciso di riprendere lo spirito avventuroso della DR-Z del 1980.

Nel 1988 l’ex Campione del Mondo di motocross Gaston Rahier partecipò alla Parigi.-Dakar a bordo di una DR-Z. Suzuki introdusse quindi la DR-Big come versione in produzione derivata dalla DR-Z stessa. Con il suo distintivo e caratteristico “becco”, la DR-Z ebbe un forte impatto sull’evoluzione stilistica del design motociclistico. Ora è diventato abbastanza comune per altri marchi emulare questa caratteristica. Tuttavia questo design particolare è stato introdotto per la prima volta da Suzuki, ed esprime in pieno il suo spirito avventuroso. Ecco perché abbiamo inserito questo elemento di design sulla V-Strom 1000, per rimarcare la forte personalità della nuova Enduro Tourer. Inoltre, anche il design dei fari, in verticale, è un altro elemento distintivo di Suzuki. Fa parte del nostro patrimonio stilistico, e soprattutto delle serie sportive GSX-R e Hayabusa».

 

Ci sono anche delle particolari parti in plastica e pannelli in alluminio, potrebbe darci qualche informazione in più?

«Per creare un look che esprimesse solidità e funzionalità allo stesso tempo, abbiamo utilizzato particolari in plastica nera, proprio come i paraurti e i parafanghi delle automobili a trazione integrale e dei SUV. Le parti in alluminio che collegano il becco al serbatoio sono degli importanti accenti stilistici. L’alluminio è presente anche nelle borse laterali e nel bauletto. In tal modo, in caso di moto completamente equipaggiata, il design complessivo risulta essere più omogeneo e funzionale».

 

Mr. Murakami
Mr. Murakami

Ci dica qualcosa in più di un’altra parole chiave: agilità.

«Le moto Touring sono divertenti e facili da guidare una volta in movimento. Tuttavia questo tipo di moto, ad un primo sguardo, potrebbe sembrare troppo grande e poco maneggevole, intimorendo il cliente ancora prima di salire in sella. Questa nuova V-Strom, grazie al design snello del motore bilindrico a V, permette di toccare facilmente con i piedi a terra, è maneggevole e manovrabile. Quindi, la mia intenzione e il mio obiettivo era quello di esprimere attraverso il design, con un solo colpo d’occhio, questi concetti. Ad esempio abbiamo snellito la parte dove la sella e il serbatoio si incontrano; abbiamo inserito delle sezioni in plastica nera intorno al serbatoio con l’obiettivo di avere un look più compatto. Ora toccare con i piedi a terra è molto più semplice, così come alzare la moto dal cavalletto laterale. Inoltre le ruote a dieci razze in alluminio sono un altro esempio di espressione di agilità».

 

Alla fine come reputa il suo coinvolgimento in questo progetto?

«Il mercato delle Enduro Tourer ha avuto un vero e proprio boom in Europa. Suzuki sta introducendo questo tipo di modello per venire incontro alla crescente domanda da parte dei clienti e dei concessionari che hanno atteso l’arrivo della prossima Enduro Touring Suzuki. Abbiamo lavorato per esplorare questo segmento e soddisfare pienamente le richieste dei clienti anche più esigenti».

 

Che tipo di pilota apprezzerà particolarmente questa moto?

«Siamo certi che accontenterà una vasta gamma di clienti che potranno godere del comfort di guida della nuova V-Strom anche nei lunghi tragitti. Vorrei davvero vedere tutti voi toccare e provare questa moto di persona, perché non basta guardarla attraverso delle semplici immagini. Presto sarà in vendita il modello definitivo. Penso proprio che sarà valsa la pena di attendere».

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